Ancora ritrovamenti e sorprese dagli scavi nella Regio V di Pompei. Il fuggiasco, rinvenuto solo pochi giorni fa, continua a raccontarci la sua storia. Una storia tragica, come molte a Pompei. Ma questa forse ancora più orrenda: un blocco di pietra gli ha tranciato la parte alta del torace e la testa, parti che ancora mancano agli antropologi sullo scavo.

Uomini, donne, bambini, il Vesuvio non ha risparmiato nessuno e l’archeologia, grazie ai ritrovamenti recenti e non, ha dato voce a molti, permettendoci di entrare nelle loro vite, in punta di piedi e con profondo rispetto. Come molti, negli istanti frenetici della tragedia in atto, anche il fuggiasco della Regio V ha cercato di portare con sé le cose più utili, un po’ di denaro. Tutta la sua ricchezza? non lo sapremo mai. Molte vittime avevano sacchetti con gioielli e denaro, spesso anche i ricchissimi della città, l’utile e il necessario del momento, pensando di poter rientrare presto nelle loro case. E invece, duemila anni dopo, il sacchetto giace ancora lì insieme al suo proprietario. Un sacchetto stretto al petto con 20 monete d’argento e 2 di bronzo, forse la sua unica ricchezza, ritrovato man mano che si è continuato ad indagare lo scheletro. Tra le costole del torace erano in un primo momento emerse solo 3 monete, via via, è venuto fuori il prezioso bottino. Le monete sono adesso al vaglio dei numismatici che ne stanno definendo il valore, mentre i resti decomposti della piccola borsa saranno presto analizzati in laboratorio per definirne meglio il materiale.

Da una prima analisi, gli studiosi hanno individuato 20 denari d’argento e due assi in bronzo, per un valore nominale di ottanta sesterzi e mezzo. All’epoca questa quantità di denaro sarebbe bastato solo per sfamare una famiglia di tre persone e per un periodo abbastanza breve, massimo 14-16 giorni. Le monete hanno una cronologia molto varia. Da 15 di epoca repubblicana analizzate in laboratorio, si passa a monete repubblicane più tarde, come il denario legionario di Marco Antonio, comune a Pompei, con l’indicazione della XXI Legio. Nel gruzzolo ci sono anche monete di epoca imperiale: un denario forse di Augusto e due denari di Vespasiano.

La storia di Pompei, non smetteremo mai di dirlo, è ancora da riscrivere e più viva che mai grazie ai suoi abitanti che ci permettono di raccontarla.

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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