El-Muzawwaga è un sito che si trova nell’oasi di Dakhla, un’oasi del Deserto Occidentale a circa 300 km. da Tebe. I governatori dell’oasi risiedevano a Ain Asil e le loro tombe, grandi mastabe, si trovano nel sito di Balat (sulle grandi mastabe della VI dinastia a Balat ho scritto un articolo per Mediterraneo Antico).
La necropoli di el-Muzawwaga, conosciuta anche come la “collina dei dipinti”, è a circa 6 km. dai resti di un piccolo villaggio, Qasr, e dal tempio di Deir el-Haggar, dedicato ad Amon-Ra (anche su questo tempio ho scritto un articolo per Mediterraneo Antico).
La necropoli di el-Muzawwaga presenta semplici tombe, dei buchi scavati in cui erano collocati i defunti.
Vicino a queste tombe umane è stato scoperto un ambiente in cui erano deposte mummie di ariete: questi animali sono stati trattati con cura, mummificati e muniti di un sarcofago.
L’ariete era un animale sacro ad Amon, il dio principale dell’oasi.
Nella collina di el-Muzawwaga si possono visitare due tombe dipinte in ottime condizioni, la tomba Petubasti, del I sec. d.C., e la tomba di Petosiri di poco posteriore. Le due tombe sono differenti per lo stile dei dipinti, pure essendo vicine nel tempo, come si potrà constatare dal confronto delle illustrazioni. In quest’epoca il Libro dei Morti era superato da altri testi funerari, come il Libro delle Respirazioni, ma queste tombe sono decorate anche con le vignette del Libro dei Morti. Il grande interesse di queste due tombe sta nella possibilità di verificare quanto è rimasto della religione egizia in epoca romana e di come sono state rappresentate le vignette e le figure delle divinità. La tomba di Petubasti è decorata con temi canonici della religione egizia: solo lo zodiaco del soffitto rivela le influenze greche. Nella tomba di Petosiri gli influssi greco-romani sono evidenti nello zodiaco dipinto sul soffitto della seconda camera e nell’abbigliamento di Petosiri, un grande mantello drappeggiato di colore porpora secondo la moda greco-romana del tempo.
In queste tombe non esiste il pozzo funerario. I corpi dei defunti venivano deposti in vani scavati nelle pareti delle tombe.
Le due tombe sono mute riguardo alla vita di Petubasti e di Petosiri; quindi, nulla sappiamo di questi due personaggi, si può solo desumere che fossero due ricchi eminenti personaggi di quell’area, forse impegnati nelle attività del tempio di Deir el-Haggar.
Nelle due tombe si nota un modesto tentativo di Petubasti e di Petosiri di adeguarsi ai nuovi canoni culturali greco-romani del periodo. Ma il credo religioso che si manifesta nelle due tombe è totalmente egizio.
Evidentemente Petubasti e Petosiri si sentivano garantiti solo dai riti egizi per superare la morte e continuare la loro vita nell’aldilà
La tomba di Petubasti
Le figure sono dipinte in piccolo formato e si presentano con una certa eleganza, sono ben distanziate dando all’insieme un senso di leggerezza confermato anche da colori senza eccessi.
Appena sotto il soffitto il fregio di una vigna con tralci d’uva si svolge lungo tutta la tomba. Un riferimento indiretto al mito di Osiri, la sua morte violenta e la sua resurrezione.








La tomba di Petosiri
Lo stile della tomba di Petosiri è molto diverso da quello della tomba di Petubasti. Le figure sono più voluminose e vistose, anche per i colori più intensi. Nelle pareti non ci sono spazi vuoti, le immagini coprono tutte le pareti della tomba.
Credo che le immagini di queste due tombe meriterebbero forse ulteriori riflessioni. Ma il mio scopo era semplicemente di rendere note queste belle tombe sperdute in un lontano sito del Deserto Occidentale. Sono stato tre volte a Muzawwaga e per due volte ho trovato le tombe chiuse. In quell’unica occasione in cui ho trovato le tombe aperte ho cercato di documentarle al meglio.
Quindi, esaurito l’impegno che mi ero proposto all’inizio, lascio le ulteriori riflessioni all’avveduto lettore.