È una giornata importante per il monumento simbolo della città di Roma. In seguito ad un ingente intervento di restauro, oggi, alla presenza del ministro Dario Franceschini e della stampa, sono stati riaperti al pubblico i livelli IV e V dell’Anfiteatro Flavio. La zona in questi anni è rimasta interdetta per ragioni di sicurezza – spiega la responsabile Rossella Rea – da oggi però sarà possibile prenotare la visita ma l’ingresso effettivo sarà previsto dal primo novembre in gruppi di massimo 25 persone accompagnate da guide. Lo spettacolo su Roma non ha eguali.
Nel V livello dobbiamo immaginare gli spalti in legno dove i plebei assistevano ai combattimenti dei gladiatori; il IV, invece, era riservato alla classe dei commercianti e della piccola borghesia. Il nuovo percorso partirà dalla galleria del III livello, già in parte accessibile al pubblico fin dal 2010, ma gli ultimi livelli sono una novità assoluta, anche scomodi da raggiungere per i gradini più alti. «Qui dobbiamo immaginare gli spalti in legno dove sedevano i plebei, posti coperti da una struttura porticata – spiega la Rea – Non a caso sono state messe in luce le basi in marmo delle colonne che scandivano l’affaccio».
La visibilità sull’arena non era delle migliori, la plebe qui aveva una visibilità complessiva ma non analitica. Di fondamentale importanza sarà ora l’apertura del cantiere di restauro dei sotterranei. La gara è stata aggiudicata e il contratto è in via di stipula. A breve cominceranno i lavori che dureranno complessivamente un anno e mezzo.
Il gigantesco edificio, simbolo di Roma e dell’Italia nel mondo, solo nel tardo medioevo fu ribattezzato con il nome di Colosseum, dal nome del vicino colosso di Nerone. Fu dedicato nel 79 d.C. da Vespasiano ed inaugurato con giochi durati cento giorni da Tito nell’80 d.C. Nel tardo impero, anche dopo la proibizione dei ludi gladiatorii voluta da Onorio, il Colosseo, tanto ammirato da Costanzo II, fu adibito a venationes fino all’età di Teodorico e fu più volte restaurato nel V e nel VI secolo d.C. l’architettura dell’alta facciata esterna in travertino ha l’aspetto consueto di tutti gli edifici da spettacolo del mondo romano. Alla sommità della struttura si notano, ancora oggi, dei fori quadrangolari ove erano collocati i sostegni dell’immenso velarium, manovrato da un distaccamento della flotta del Miseno e presumibilmente assicurato a terra da una serie di cippi.
All’interno, la grande arena ellittica era separata dalla cavea mediante un alto podio adorno di nicchie e di marmi e protetto da una balaustra bronzea alle cui spalle vi erano i sedili di rango. La cavea, tutta in marmo, era suddivisa, in senso orizzontale, mediante fasce divisorie in muratura in maeniana. Il maenianum primum si componeva di una ventina di gradus, il secundum, suddiviso a sua volta in superiore e inferiore, di circa sedici. Molte figure di rango avevano posti riservate nei palchi. Uno ad S era riservato per l’imperatore, consoli e vestali, l’altro per il praefectus urbi e altri dignitari. I posti più in alto, oggi i livelli IV e V erano destinati alle classi più basse con alcuni posti in piedi. L’arena, coperta da un tavolato ligneo, era attraversata da una serie di gallerie per la custodia delle belve e delle attrezzature sceniche e si dotava di ascensori usati negli spettacoli. Straordinaria era la funzionalità per il rapido accesso del pubblico calcolato in circa 50.000 persone, assicurato da una serie di corridoi anulari a volta attraversati da scale incrociate che conducevano ai vari piani.
«Sarà uno spettacolo indimenticabile – commenta il ministro – un’esperienza incredibile, che ogni turista porterà con sé». Quanto ai restauri in corso per il Colosseo, il ministro ricorda che stanno andando avanti: «È stato già firmato il progetto per la copertura dell’arena, che sta procedendo – sottolinea – e questo renderà ancora più spettacolare la visita al monumento che è simbolo dell’Italia nel mondo».