Questo gruppo che fa parte della collezione Ludovisi, sembra un lavoro uniforme scolpito da un’unica mano con il medesimo materiale.
Ma se lo si osserva da vicino si potrà notare che esistono due tipologie di materiali: marmo a media grana cristallina e marmo di Carrara, perché in realtà questo “intero” è la somma di parti diverse, provenienti da statue antiche e da restauri seicenteschi. L’integrazione tra le parti è così equilibrata che possiamo parlare di una creazione originale del restauratore seicentesco Ippolito Buzio, che lavorò ai restauri della collezione Ludovisi tra il 1621 e il 1624.
Lo scultore volle così ispirarsi ad Amore e Psiche, il celebre gruppo scultoreo ellenistico, riunendo frammenti di varie parti di marmi archeologici, utilizzando nei restauri il marmo di Carrara.
L’arco nella mano della statua maschile e la faretra posta sul basamento si rifanno all’iconografia classica, mentre per Psiche vi è stato il riuso di una testa antica, che parrebbe essere appartenuta ad un Apollo, mentre il busto, in origine maschile, è stato trasformato con l’aggiunta del seno. La parte inferiore della figura è seicentesca.
Per la figura di Amore, inserita in un torso maschile antico, è stata invece utilizzata una testa femminile del tipo noto come Saffo, acconciata con pettinatura a chignon trattenuta da nastri incrociati a formare una cuffia.
L’opera del Buzio è un esemplare molto rappresentativo del gusto barocco volto a suscitare la meraviglia e l’inversione dei ruoli maschile e femminile.