Testo estratto da: “La  Collezione egiziana del Museo Archeologico di Napoli”, edito da Arte tipografica – Napoli, 1989.

Breve introduzione alla collezione egizia del Museo Nazionale Archeologico di Napoli

Formata per la maggior parte da raccolte originate da collezionismo privato, in periodi storici e con modi di formazione differenti, la seziona egiziana del Museo napoletano nel suo insieme offre una preziosa testimonianza della varietà di atteggiamenti attraverso i quali la cultura occidentale ha risposto di volta in volta alla straordinaria attrazione che la civiltà faraonica ha esercitato pressoché ininterrottamente su di essa.

Ognuna delle collezioni che ne fanno parte (Farnese, Pompei, Napoli e “Donati da Sua Maestà”, Farmacia di S. Francesco di Paola, Casanova, Picchianti, Schnars, Andreana, Stevens, “Magazzini”, Acquarola-Camettoli, Scaramella) o di quelle andate disperse nel corso del tempo, di cui resta traccia nella documentazione d’archivio (Farmacia della Reale Casa Santa dell’Annunziata, Rudhart) è caratteristica di una fase diversa dell’interesse dell’Occidente per la civiltà dell’Egitto antico e rivela, presa dal proprio contesto storico, gli atteggiamenti, le motivazioni, i fermenti sottesi al suo costituirsi, consentendoci di tracciare il quadro esauriente della personalità o delle circostanze storico-culturali che l’hanno prodotta.

La Stele di Hui. realizzata in calcare, è rettangolare con sommità ad arco e misura: h. 81.5 cm; largh. 47 cm; spess. 9 cm. Si data alla XIX dinastia. Foto: Paolo Bondielli.

Pertanto, se dal punto di vista dell’interesse archeologico la documentazione che vi è raccolta rappresenta un efficace strumento per la nostra conoscenza della vita antica dell’Egitto, la raccolta egiziana di Napoli possiede, sotto il profilo collezionistico, un grande valore storico-documentario ed offre elementi di singolare importanza per il disegno di un percorso ideale nella storia del lunghissimo rapporto intrattenutosi tra la cultura europea e la civiltà faraonica e, in prospettiva più ampia, della storia dello sviluppo culturale della civiltà occidentale. Le tappe significative di questo percorso sono rappresentate dai singoli nuclei di diversa formazione, in definitiva, dalla presenza stessa al Museo di una sezione egiziana.

La storia della sezione egiziana è ampiamente documentata da una folta quantità di carte d’archivio, in prevalenza lettere a carattere ufficiale e privato, rapporti ufficiali di funzionari del Museo e “notamenti” di oggetti. Questa documentazione interessa, con qualche lacuna, tutto l’arco di tempo, un secolo esatto, che ha visto il formarsi della raccolta, dall’immissione della collezione del cardinale Stefano Borgia fino all’ultima acquisizione.

La sezione egiziana fu istituita ufficialmente nel 1821, in seguito all’attuazione di una proposta, formulata almeno due anni prima, dal Direttore del Regio Museo Borbonico, Michele Arditi. La sua formazione precedette di qualche anno la costituzione delle principali raccolte egittologiche d’Europa: Berlino (1823), Museo Egizio di Torino (1824), Museo del Louvre (1826), Musei Vaticani (1830).

La tele funeraria dello “Scriba della tavola del “Signore delle Due Terre”, Guida alle feste di Osiride”, Hui

Il monumento, realizzato in calcare, è rettangolare con sommità ad arco e misura: h. 81.5 cm; largh. 47 cm; spess. 9 cm. Presenta due scalfitture sugli spigoli mentre l’angolo inferiore sinistro è stato reintegrato. Si data alla all’inizio della XIX dinastia.

Le scene si volgono su tre registri delimitati da fasce in bassorilievo che recano incise colonne di geroglifici. Una circonda la stele lungo il suo perimetro (esclusa la base), le altre dividono il primo dal secondo e il secondo dal terzo registro. Le figure sono in basso rilievo.

Descrizione del registro superiore

Il registro superiore della Stele di Hui. Foto Paolo Bondielli.

A sinistra (rispetto all’osservatore) in un naos è seduto Osiride che indossa una corona Atef, tiene nelle mani lo scettro heqa, il flagello e lo scettro was. Seguono la dea Iside che porta gli attributi hathorici (corna e disco solare), e il dio Horus con testa di falco e doppia corona. Davanti al naos è una tavola di offerte; a destra della scena, una figura maschile in piedi con braccia levate indossa un abito con maniche ampie e banda anteriore pieghettata e porta una capigliatura che giunge sulle spalle. Il testo contiene le formule d’offerte per le divinità, il nome e titoli dello scriba Hui e le promesse d’offerte per il suo ka.

Descrizione del registro medio

il registro medio della Stele di Hui. Foto: Paolo Bondielli.

A sinistra (rispetto all’osservatore) sono seduti il padre e la madre di Hui; il primo a testa rasata, indossa un abito uguale a quello del figlio e tiene nella mano destra lo scettro Kherep: il testo lo designa come il sacerdote wab di nome Pah; la seconda, Sattie, che poggia la mano sinistra sulla spalla del consorte, mentre la destra gli sfiora l’altra, porta una lunga capigliatura sormontata dal cono di profumo e un fiore di loto; indossa una tunica stretta. Davanti è una tavola d’offerte sulla quale Hui, in piedi, versa libagioni con la mano destra, nella sinistra reca fiori.

Descrizione del registro inferiore

Il registro inferiore della Stele di Hui. Foto: Paolo Bondielli.

Hui è seduto a sinistra nello stesso atteggiamento del padre; accanto a lui è la moglie Kui (stessi abbigliamento e atteggiamento di Sattie). Davanti è una tavola d’offerte su cui il sacerdote-sem, Pa-nehu, versa libagioni con la mano destra, mentre con la sinistra presenta un incensiere. E’ in piedi, indossa una pelle di pantera e ha la testa rasata.

Il testo della fascia perimetrale contiene, oltre alla formula d’offerta, la richiesta di concessioni divine per il ka del defunto.

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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