“Grazie alla collaborazione tra il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale e le autorità statunitensi, il magnifico gruppo scultoreo ‘Orfeo e le sirene’ attualmente al Getty Museum di Los Angeles rientrerà in Italia, da dove era stato illegalmente esportato in seguito al suo ritrovamento nel corso di uno scavo clandestino nell’area tarantina. Nelle prossime settimane l’opera rientrerà e verrà inizialmente esposta al Museo dell’arte salvata per poi essere presto restituita al suo territorio di origine, come è ormai consuetudine”.

E’ l’annuncio ufficiale del Ministero della Cultura che mette fine ad un’azione intrapresa nel 2006 per iniziativa di Matthew Bogdanos, un ex colonnello dei Marines che si occupa del contrasto al traffico illegale di antichità presso la procura di New York, secondo il quale il Getty Museum – pur collaborando attivamente con le autorità e aver dichiarato la propria disponibilità alla restituzione in tempi brevi dell’opera trafugata, continuerà ad essere indagato nell’ambito dell’azione penale in corso. Evidentemente Matthew Bogdamos, che qualche tempo fa ci ha restituito 142 reperti provenienti dalla collezione privata del finanziere Michael Steinhardt, vuole capire quali siano le reali responsabilità del museo nell’acquisto dei manufatti tarantini.

Il gruppo di Orfeo e le sirene risalente al IV sec. a.C.

Il gruppo di Orfeo e le sirene, realizzato in terracotta e risalente al IV sec. a.C., ci riporta direttamente nel cuore della mitologia greca ed in particolare al viaggio degli Argonauti guidati da Giasone alla riconquista del vello d’oro. Di ritorno dalla Colchide Giasone incontrò Molpe e Aglaophonos che iniziarono subito a cantare per irretire i marinai della nave Argo, ma Orfeo iniziò con altrettanta rapidità a suonare melodie di una dolcezza disarmante e con una tale passione che i marinai iniziarono ad ascoltarlo, distogliendo l’attenzione dalle fatali melodie delle sirene.

La sua originalità e la mancanza di un riscontro nelle collezione archeologiche museali, ha fatto pensare che si trattasse di un falso, ma approfondite analisi eseguite sull’argilla utilizzata per la sua realizzazione hanno confermato la datazione tra il 350 e il 300 a.C.

Il gruppo è sotto sequestro e il Getty Museum l’ha già eliminato dal percorso di visita per depositarlo nei magazzini, dove verranno valutate e messe in atto tutte le necessarie operazioni che consentiranno, entro la fine di settembre, il trasporto in sicurezza delle delicatissime opere. La prima istituzione che riceverà Orfeo e le Sirene è il Museo dell’arte salvata allestito nell’aula ottagona delle Terme di Diocleziano a Roma e successivamente tornerà nel territorio da cui è stato illegalmente sottratto, la Puglia meridionale.

Il pensiero corre immediatamente allo straordinario Museo Archeologico di Taranto che ovviamente ha già espresso la propria disponibilità a fargli da casa.

Eva degli Innocenti, direttrice del MarTa, si è espressa sull’account Facebook ufficiale dell’istituzione tarantina:

Orfeo e le Sirene” dal Getty Museum di Los Angeles all’Italia: il MArTA è pronto ad ospitare il gruppo scultoreo del IV secolo a.C.

Le statue, veri e propri capolavori del IV secolo avanti Cristo, costituiscono un gruppo scultoreo di figure in terracotta a grandezza naturale e proverrebbero proprio dall’area tarantina a cui lo stesso Getty aveva già restituito negli anni scorsi antichi manufatti ceramici di produzione apula esposti poi al MArTA nella mostra “Mitomania” nell’aprile del 2019.
“Quando un patrimonio di così inestimabile valore torna in patria è una grande conquista civica e morale, non soltanto per l’eredità culturale che rappresenta, ma anche per la vittoria del senso della legalità e del rapporto con i territori come ci insegna la stessa Convenzione di Faro”.
Commenta così la direttrice del Museo Eva Degl’Innocenti che aggiunge “sarebbe pertanto auspicabile che Orfeo e le Sirene tornassero a casa e potessero entrare a far parte della esposizione permanente del MArTA. Dopo l’esposizione romana, dunque, il MArTA sarebbe pronto ad ospitare il gruppo di figure in terracotta, anche in virtù del progetto in corso di nuovo allestimento espositivo che consentirebbe al gruppo scultoreo di poter recuperare il proprio contesto identitario”.
Assieme al gruppo di Orfeo e le sirene, rientreranno in Italia anche altre opere. Si tratta di una testa colossale in marmo del II secolo d.C., uno stampo in pietra per la realizzazione di orecchini sempre del II secolo, un incensiere etrusco in bronzo del IV sec. a.C. e infine un dipinto di Camillo Miola, pittore napoletano conosciuto anche come il Biacca. L’opera è intitolata l’Oracolo di Delfi e risale al 1881.
Buon rientro a tutti quanti!

 

Advertisement
Articolo precedentePrima edizione della “Notte Bianca tra i templi” a Paestum
Prossimo articoloDecifrata dopo 5000 anni la misteriosa scrittura dell’Elam biblico.
Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here