Megiddo: durante gli scavi effettuati tra il 2004 e il 2008 per ampliare la prigione della città, è stato rinvenuto quello che si ritiene il primo mosaico paleocristiano dedicato a Gesù Cristo. A giugno inizieranno i nuovi scavi, come annunciato dal personale dell’Israel Prisons Service, del Megiddo Regional Council e dell’Israel Antiquities Authority, per evacuare la prigione e rendere così visibile al pubblico il sito.

Il mosaico farebbe parte della pavimentazione di una chiesa paleocristiana risalente al III secolo d.C., datata grazie alla presenza di un’iscrizione greca che riporta la dicitura “al Dio Gesù Cristo”, e ubicata nell’antico villaggio ebraico di Kfar Othnai, vicino al quale sono stati scoperti anche dei resti dell’accampamento della VI Legio Ferrata e di una città chiamata Maximianopolis.

Vi è anche un’iscrizione sul lato nord, dedicata a un ufficiale dell’esercito di nome Gaianos, che contribuì alla realizzazione del pavimento a mosaico. L’iscrizione orientale invece è dedicata alla memoria di quattro donne: Frimilia, Kiriaka, Dorothea e Karasta. Gli scavi nel sito hanno poi rivelato un percorso all’interno del villaggio con abitazioni su entrambi i lati. 

“C’era una prima comunità cristiana qui molto prima che il cristianesimo diventasse la religione ufficiale”, ha osservato il Dott. Yotam Tepper, che ha guidato lo scavo di salvataggio ed è ora consulente accademico della regione centrale dell’IAA. “Attraverso gli scavi abbiamo appreso tutte le connessioni tra samaritani, ebrei, pagani, cristiani, soldati e civili: è un microcosmo.”

Ha poi aggiunto quanto sia interessante notare che quando i romani lasciarono il sito, coprirono di proposito il mosaico con uno strato protettivo di tegole e grandi sezioni di intonaco murale. L’edificio infatti non mostra segni di distruzione e, sebbene siano stati trovati resti del IV secolo in altre parti del villaggio, sembra che nessuno abbia riabitato l’edificio cristiano o ne abbia fatto uso in alcun modo. 

Dettaglio sul mosaico, ph. Yoli Schwartz, Autorità d’Israele per le Antichità.
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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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