Per una sera il Museo Archeologico di Palermo “Antonino Salinas” torna ad essere il Tempio delle Muse nella sua accezione più arcaica, dove “le nove figlie da Zeus generate” si sono date appuntamento “capaci di celebrare, attraverso la parola e la musica, le sue grandi imprese e tutto ciò che egli (Zeus) aveva stabilito”. Nelle sue sale è risuonata una musica moderna dalle antiche radici, in perfetta sintonia con l’ambiente e i reperti che custodisce.

Le Metope di Selinunte, dopo 2.500 anni, continuano ad ispirare: il musicista Salvo Ferrara si è esibito l’8 febbraio 2019 in “Selinunte: Music from Myths”, progetto realizzato in coproduzione col Museo Salinas. Nella Sala delle Metope al cospetto del più importante complesso scultoreo dei Greci d’Occidente l’ensemble ha eseguito otto brani che compongono “Selinunte: Music from Myths”, formata da un quartetto d’archi, dallo stesso Salvo Ferrara al pianoforte/synths/sequencers, e da un polistrumentista ai fiati. La scelta dell’organico è funzionale al conseguimento del miglior risultato in termini di sound e resa del mood.
Il direttore del Museo, Francesca Sapatafora:
“Queste connessioni artistiche, già esplorate più di un secolo fa dal musicista polacco Karol Szymanowsky che, nel 1915, dedicò alle metope una composizione per pianoforte, vengono oggi riproposte – per la prima volta – in chiave contemporanea grazie alla sensibilità creativa di Salvo Ferrara e grazie alla visione dell’istituzione museale, orientata verso un’offerta culturale che privilegia la commistione dei linguaggi e il dialogo tra l’uomo e l’opera d’arte”.

Il compositore Salvo Ferrara:
“È una grande emozione per me essere un luogo che possiede un’identità storica, che ci rappresenta come popolo e risale a 5 secoli prima della venuta di Cristo. Un luogo importante per Palermo e la Sicilia. Un luogo, come il Museo Salinas, definito dal Corriere della Sera “uno tra i 10 musei più belli del mondo accanto al British Museum di Londra e al Pergamon museum di Berlino”.
Ad eseguire le musiche il Modern Time Ensemble composto da:
Salvo Ferrara: Pianoforte, Sintetizzatore
Fabio Ferrara: 1st Violin
Pippo Di Chiara: 2nd Violin, Keyboard
Gaspare D’amato: Viola
Andrea Rigano: Cello
Agostino Cirrito: Sax, Akay Ewi
Cristiano Nasta: sound, live set-up programming

I BRANI
Il lineup proposto alterna momenti evocativi ad episodi ritmicamente incalzanti: i brani, proposti senza soluzione di continuità, saranno intervallati da un leit motiv (Ghost) dalle tinte tipicamente modern classic.
In Hera e Selinus, si ritrovano tutte le caratteristiche sopra descritte: nuclei di limpida sobrietà vengono progressivamente dilatati e ricodificati per essere condotti in un ambiente sonoro decisamente contemporaneo; Kore è l’intreccio incalzante di un pattern esposto ora dallo strumento elettronico, ora dal quartetto d’archi in un crescendo che conduce ad un finale inatteso; Leftovers è un brano minimal, dall’atmosfera ipnotica sostenuta delicatamente da cellule ritmiche ambient; Restart è un episodio lirico ma allo stesso tempo pervaso da tensione, la cui melodia viene esaltata dalla timbrica suggestiva dell’ewi; Solid Roots cattura con i suoi richiami etnici ed il tempo composto, sulla base di una armonia ardita ma allo stesso tempo spiccatamente arcaica; Calypso condensa in tre differenti momenti la complessità compositiva e esecutiva attraverso una intro, una parte centrale elegiaca ed un finale travolgente che conclude l’ascolto.

Il Museo Salinas continua la sua azione di collegamento tra passato, presente e futuro mettendo a disposizione i suoi spazi inondati di luce, ma non come contenitori sterili per un’opera avulsa dal contesto. La Sala delle Metope è proprio ciò che si vuole raccontare pizzicando le corde degli archi, strutturando algoritmi musicali, annotando sul pentagramma le vibrazioni del mito. Il tempio non è più mera ricostruzione, non è più resa passiva del passato ma diventa protagonista del pensiero che si fa suono e celebra gli spazi, come un sacerdote una liturgia.
La nostra speranza è che questa esperienza possa essere “celebrata” in altri spazi della Sicilia e credo non si faccia alcuna fatica nell’immaginare quali.
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