Pompei 2018 d.C.
I mala tempora pompeiani sono lontani anni luce. Da quando è partito il Grande Progetto Pompei la città vesuviana ha cambiato completamente aspetto e ha modificato l’opinione pubblica. Chi oggi visita il Parco archeologico troverà una città viva e sempre in movimento, cantieri non fermi e studiosi ad ogni angolo della città pronti a fornirci sempre più preziose informazioni sulle varie stratificazioni che hanno portato alla formazione del centro campano. Ma oltre alla giusta direzione data allo studio e alla ricerca dal Direttore Massimo Osanna, Pompei è diventata anche fiore all’occhiello per l’ottima amministrazione a livello internazionale, grazie ai fondi europei ben spesi in questi anni in operazioni di messa in sicurezza, restauro, tutela e conservazione. La visita al nuovo cantiere della Regio V ha così permesso alla stampa nazionale ed estera di poter vedere da vicino l’enorme scavo in corso, in una zona ancora solo parzialmente indagata e di visionare tutte le nuove scoperte fino ad ora venute alla luce e che sono ormai diventate virali sui social. La moderna comunicazione passa soprattutto dal web e in questo Pompei è all’avanguardia.
Tra gli ultimissimi ritrovamenti, tre iscrizioni elettorali, ulteriori affreschi nella Domus c.d. dei Delfini e un candelabro intatto situato in un ambiente di soggiorno della Casa di Giove. Proprio questa abitazione, ad ovest del “cuneo”, posto tra la casa delle Nozze d’Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone, già in parte scavata nell’Ottocento, sta fornendo interessanti informazioni sulla sua struttura, solo in parte venuta alla luce.
Le indagini, ancora in corso, hanno permesso di individuare le antiche tracce lasciate dagli scavatori borbonici che da una fossa circolare avevano fatto dipartire cunicoli indagativi, l’ingresso della casa sul vicolo dei Balconi e un atrio su cui sembrano affacciarsi diversi ambienti: uno con una ricca decorazione in primo stile con riquadri e cornici in stucco, l’altro con decorazioni in terzo stile e al centro di un riquadro una graziosa coppia di uccellini. Anche se le tracce degli scavatori antichi hanno fatto perdere il fascino dell’inedito, da un angolo di questo ambiente è emerso un prezioso candelabro in bronzo, reperto pur sempre significativo per lo scavo. Ma continuando l’esplorazione del cantiere quello che stupisce è proprio l’ultimo eccezionale ritrovamento costituito da vivide iscrizioni elettorali in rosso e nero sulle pareti di un edificio.
Aedilem d(ignum) r(ei) p(ublicae)
v(irum) b(onum) o(ro) v(os) f(aciatis)
“Vi prego di eleggere Elvio Sabino edile, degno dello stato, uomo buono”.
L(ucium) Albucium aed(ilem)
Probabilmente questa iscrizione continua in basso, la parete esterna non è stata completamente scavata.
Gli Albucii, famiglia in vista della città, dovevano essere i proprietari della Casa delle Nozze d’Argento, abbastanza vicina al luogo di ritrovamento dell’iscrizione. Particolare che salta subito agli occhi, lo strato di pittura bianca su cui sono stati realizzati i “programmata”, steso forse dal dealbator per coprire altre scritte elettorali e per assicurare una regolare superficie scrittoria. Una curiosità è che a firmare i manifesti non erano i candidati ma amici, familiari, parenti e corporazioni cittadine. Cosa c’era scritto in un manifesto? Le iscrizioni ritrovate sono un esempio tipico di manifesti elettorali cittadini. Di regola, dopo il nome del candidato e l’indicazione della magistratura a cui questo aspirava, si scriveva una formula breve che conteneva una sorta di invito a votarlo. OVF, vi prego di farlo, di votarlo ne è un tipico esempio. Inoltre, come buona regola per un politico, era opportuno che questo fosse lontano da scandali e pettegolezzi e che la sua immagine fosse quanto più “candida” possibile, come la sua veste. Quindi nei manifesti non era raro trovare un elenco di sue virtù come “Dignum Rei Publicae” “virum bonum” e altro. Come datazione, le iscrizioni sono riferibili alle ultime consultazioni elettorali di Pompei prima del 79 d.C. e quindi si possono inserire in quella categoria di tituli chiamate dagli studiosi “programmata recentiora”, afferenti agli ultimi 17 anni di vita della città.
Ulteriori novità emergono, inoltre, dalla Domus dei Delfini, così chiamata perché nell’ingresso, riccamente decorato su fondo rosso, compaiono due quadretti con una coppia di delfini, oltre a vari animali e prospettive architettoniche. Ad ovest dell’ingresso è stato indagato un ambiente nel quale è possibile riconoscere una più antica decorazione ad affresco poi ricoperta da una più ricca decorazione in IV stile. Secondo gli studiosi, è possibile che la decorazione più antica sia anteriore al terremoto del 62 d.C. e che l’ultimo rifacimento, quindi, sia riferibile ai lavori di ristrutturazione che interessarono la casa successivamente. Presso l’incrocio tra il Vicolo delle Nozze d’Argento e il Vicolo di Cecilio Giocondo sono stati individuati altri ambienti affrescati; uno conserva una decorazione con eroti, l’altro una fascia con decorazioni a girali vegetali, che sembra proprio essere un unicum fino ad ora a Pompei.
Tra le insule VI e VII della Regio V continua lo sgombro del proseguimento del vicolo di Cecilio Giocondo verso nord, dopo l’incrocio con il vicolo delle Nozze d’Argento. In sezione è ben visibile l’altezza dello strato di pomici che ricoperto la città nelle prime fasi dell’azione eruttiva, mentre nel punto della pavimentazione del vicolo in cui mancano i basoli è in corso uno scavo nel cui battuto di terra vi sono frammenti ceramici, ossa, una pedina da gioco e un amo. Sulla parete del vicolo, parzialmente portata alla luce, è tracciata con pittura bianca una tabula ansata destinata forse ad ospitare un’ulteriore iscrizione, non sapremo mai di che natura.
Particolarmente felice, anche il neo Ministro del MIBACT, Alberto Bonisoli: “L’attenzione al patrimonio è una delle priorità di questa legislatura. Pompei è un luogo di eccellenza storica e archeologica e anche di esemplari capacità di fruizione e valorizzazione che non sono meri strumenti di profitto, ma contribuiscono allo sviluppo dell’occupazione e alla rivalutazione delle numerose professionalità che il nostro Paese esprime”. “Sono Ministro, ma mi piace definirmi un lavoratore della cultura” ha dichiarato Bonisoli dopo aver plaudito il lavoro svolto dal Parco Archeologico e ha sottolineato “sia l’importanza di favorire l’inserimento di professionisti qualificati sia la necessità di assunzione con contratti ‘seri’, dunque a tempo indeterminato”.
Le indagini in corso coprono una superficie di oltre 1000 metri quadrati, nella zona chiamata “cuneo”, posta tra la casa delle Nozze d’Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone. A tutti gli effetti uno dei più grandi interventi di scavo in aree non ancora indagate, dal dopoguerra.
Il cantiere rientra nel progetto di intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo di tutta una parte di area non indagata della città vesuviana che si estende per circa 22 ettari. I lavori porteranno alla messa in sicurezza di oltre 2.5 km di muri antichi, mentre i fronti di scavo delle Regiones I-III-IV-V-IX saranno oggetto di interventi per mitigare il rischio idrogeologico, consentendo così un adeguato drenaggio del suolo, problema che ha sempre afflitto la città durante le piogge e riducendo così la spinta del terreno sui muri antichi.
Cosa ci riserverà ancora questa straordinaria città? La storia è ancora tutta da scrivere.
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