La missione archeologica egiziana impegnata nello scavo della necropoli di Quesna, nel Delta, ha ritrovato un certo numero di mummie, alcune delle quali con lingua d’oro e con amuleti posti nella bocca; ad annunciarlo è il Dott. Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo per l’Archeologia.
La lingua d’oro, così come la pratica di inserire scarabei nella bocca del defunto, avevano una funzione ben precisa: dovevano infatti permettere al defunto, una volta raggiunto l’aldilà, di comunicare e parlare davanti alla corte di Osiride. Era una pratica molto diffusa in epoca tolemaica, come testimoniano anche i precedenti ritrovamenti ad Alessandria nel sito di Taposiris Magna e nel sito archeologico di Oxyrhynchus, risalenti proprio al periodo tolemaico-romano.
Il Ministero del Turismo e delle Antichità ha dichiarato che le mummie si trovano in un pessimo stato di conservazione, ma i ricercatori sono riusciti a capire che molte di esse erano ricoperte da sottili foglie d’oro ed erano deposte in bare di legno; inoltre, come corredo funerario, vi sono vasi di terracotta, manufatti d’oro a forma di scarabei e fiori, amuleti e vasi funerari in pietra.
Il professor Mustafa Rezq, capo della missione archeologica e direttore generale della Regione Archeologica di Menoufia, ha precisato che i risultati del lavoro della missione archeologica a Quesna, durante le precedenti stagioni di scavo, hanno portato alla luce una serie di tombe e unità architettoniche all’interno delle quali si trovavano bare di pietra e un’enorme bara di granito nero per uno dei sacerdoti più importanti della città.