Borsa mediterranea del Turismo Archeologico #2
a cura di Francesca Rossi
Proseguiamo la presentazione delle scoperte archeologiche in lizza per ricevere lo Special Award, il premio assegnato da BMTA e Archeo, in collaborazione con prestigiosi magazine di archeologia e media partner.
Vi ricordo che per votare la scoperta che più vi ha emozionato non dovete fare altro che visitare la pagina Facebook della BMTA e cliccare “mi piace” sull’immagine prescelta.
Oggi ci occupiamo di un ritrovamento molto particolare: una piccola Pompei situata nella moderna città di Vienne, a circa trenta chilometri a sud di Lione, nella città di Vienne.
Vienne, attraversata dal Rodano, è un luogo pieno di Storia: dal periodo romano (di cui rimane, per esempio, il Tempio di Augusto e Livia, fondato tra il 20 a.C. e il 40 d.C.) alla Rivoluzione Industriale.
Questa città fu perfino la capitale di una fiera tribù celtica, quella degli Allobrogi, famosi per il loro coraggio e la loro forza in battaglia, spazzati via da Annibale quando attraversò le Alpi nel 218 a.C.
Il sito è stato rinvenuto durante dei lavori edilizi nell’aprile del 2017. Gli archeologi hanno lavorato su un’area di circa settemila metri quadrati, scoprendo edifici risalenti al I secolo d.C. tra cui lussuose ville impreziosite da mosaici, palazzi pubblici e oggetti di uso quotidiano in ottimo stato di conservazione.
Un mosaico che ritrae Talia, la musa della commedia, rapita dal dio Pan e perfino una casa, forse appartenuta a un mercante orientale, con un altro mosaico raffigurante satiri e menadi sono tra le scoperte che più hanno acceso l’entusiasmo degli studiosi.
Non solo: vi è anche un edificio pubblico con una fontana che potrebbe essere stato una scuola di filosofia e retorica.
A quanto pare questa piccola Pompei venne abitata per trecento anni prima di essere abbandonata in fretta, a causa di una catena di incendi che la devastarono, rendendola una sorta di città fantasma. Una tragica sorte molto simile a quella toccata alla città ai piedi del Vesuvio.
L’archeologo Benjamin Clément, direttore degli scavi e Ricercatore Associato presso il Laboratorio ArAr, Archéologie et Archéométrie, sostiene che si tratti dello “scavo di un sito romano più importante degli ultimi 40 o 50 anni” come riportato dal quotidiano repubblica.it (2 agosto 2017)
I lavori, però, non sono ancora terminati e gli archeologi si aspettano ancora molte sorprese, dovute soprattutto all’ubicazione del sito, che rappresenta il fulcro della via che collegava la Gallia Settentrionale alla Gallia Narbonensis, tra Arles e Lione.
Il tempo e i nuovi ritrovamenti ci racconteranno presto qualcosa in più su questa Pompei francese, una vivace città il cui destino è stato spezzato troppo presto, togliendole la possibilità di crescere e di rinnovarsi per molti anni ancora.
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