“Aida – figlia di due mondi” è la bella ed interessante mostra allestita in questi giorni (e fino al 5 Giugno 2022) dal Museo Egizio di Torino.

La locandina della mostra Aida

Nata per celebrare i 150 anni dell’opera di Giuseppe Verdi “Aida”, la mostra descrive in maniera efficace e transmediale la genesi, il contesto storico-culturale e i rapporti politici presenti all’epoca in cui viene ideata, composta e rappresentata l’opera, che unisce idealmente le due sponde del Mar Mediterraneo ed è espressione di un dialogo interculturale che ci si augura non debba mai venire meno. Il racconto degli eventi e della temperie storica che portò alla realizzazione di “Aida” è stato realizzato all’interno della mostra attraverso la successione numerica di pannelli esplicativi di grande chiarezza concettuale, che permettono al fruitore di accostarsi alla materia in maniera semplice e non eccessivamente didascalica. Ad essi si aggiungono teche con bozzetti, caricature, disegni di costumi, fogli di sala, che, intrecciandosi efficacemente con l’ascolto di momenti musicali dell’opera, consentono al folto pubblico- tra cui numerose scolaresche- di godere di un quadro completo del momento storico-culturale.

Scenografia AIDA per la prima di Milano (immagine dal Museo Egizio)

Per comprendere il senso della genesi di un simile progetto è indispensabile riandare col pensiero all’inizio del XIX secolo, quando il fallimento della spedizione napoleonica e la cacciata dei Mamelucchi ad opera dei Francesi, fa emergere un vuoto di potere, riempito dal governatore ottomano Mohammed Alì, fautore della modernizzazione e di relazioni più strette con l’Europa e in particolare con la Francia. E’ questa l’epoca in cui Jean-Francois Champollion si dedica alla decifrazione dei geroglifici e in cui la sua opera, “Déscription de l’Egypte”, appare come un ulteriore elemento di raccordo tra i due mondi: Mohammed Alì cerca ponti con l’Europa e la Francia di Champollion ricerca le radici di una nuova e più illuminata umanità proprio nell’Egitto faraonico.

L’intelligente opera di Mohammed Alì trova espressione ed eredità nei successori che sceglieranno non a caso un altro francese, Auguste Mariette (tra l’altro un lontano cugino di Nestor L’Hote, un disegnatore al seguito della spedizione in Egitto organizzata da Champollion), per proteggere i tesori dell’antico Egitto dai predatori e dalla distruzione scriteriata. La carriera di docente e di archeologo di Mariette è punteggiata dall’amore per la caricatura e la vignetta (Mariette era stato docente di Disegno a Boulogne), che troverà circa 25 anni dopo lo sbocco nei disegni di scena e dei costumi per “Aida”, di cui alcuni, di straordinaria vivacità e carica espressiva, esposti alla mostra. Nel 1858 a Mariette viene conferito dal vicerè egiziano l’incarico di direttore delle antichità egiziane, che all’inizio degli anni ‘60 si tramuterà nel Servizio delle Antichità egiziane.

Bozzetti costumi AIDA (immagini da Archivio Ricordi via Museo Egizio. Rielaborazione grafica MediterraneoAntico)

Mariette, scopritore del Serapeum di Menfi, diventerà nel 1863 il direttore  del Museo di Bulaq, in cui manifesterà, nello stile accattivante delle lunghe didascalie scritte nelle sale, una grande capacità affabulatoria, che resterà la cifra più caratterizzante della sua rappresentazione dell’Egitto in Europa,  e che è parsa alla scrivente quasi riprodotta nello stile agilmente narrativo dei pannelli, arricchiti anche da estratti di lettere e da riflessioni dei protagonisti.

L’occasione per incrementare la conoscenza del patrimonio artistico e storico dell’Egitto in Europa sarà rappresentata dall’Esposizione Universale (1867) con i suoi 52.000 e più espositori, provenienti da tutte le parti del mondo. Si tratta di un vero palcoscenico per tutte le nazioni che rivendicano la propria indipendenza e cercano nuove alleanze diplomatiche. Ismail Pascià, il Vicerè egiziano, incaricherà Mariette di una mise-en-scène dell’antico Egitto che si rivelerà fondamentale per la realizzazione dell’ “Aida”. L’idea di ponte tra due mondi viene enfatizzata dal grande scrittore Victor Hugo che affermerà: “Questa nazione avrà per capitale Parigi, ma non si chiamerà Francia; essa si chiamerà Europa”. E in seguito, continuerà Hugo, si chiamerà Umanità.

Il backstage della mostra ‘Aida, figlia di due mondi’. Museo Egizio

Ismail Pascià assisterà proprio in occasione dell’Esposizione Universale al “Don Carlos” di Verdi ed è possibile che l’idea di commissionare al grande musicista italiano un’opera in chiave egizia gli sia venuta proprio in questo contesto. La sua idea, verosimilmente, era quella di celebrare degnamente l’apertura del canale di Suez, prevista due anni dopo. Infatti, nel 1869, in occasione dell’apertura del canale di Suez, il vicerè chiede a Verdi un inno per l’inaugurazione del nuovo teatro del Cairo, ma Verdi si rifiuterà adducendo la sua estraneità alla musica d’occasione. Tuttavia l’inaugurazione avverrà proprio con un’opera di Verdi, il “Rigoletto”. Sarà in seguito Mariette a sondare l’assenso di Verdi a scrivere un’opera dal “titolo curioso”, Aida, di cui il francese aveva scritto il soggetto. A tale scopo invia Du Locle, il librettista del “Don Carlos”, dal maestro parmense per saggiarne le intenzioni. E’ pronto in caso di diniego un piano alternativo, con il coinvolgimento di autori come Gounod o Wagner. Verdi sarà colpito dalla bellezza e dalla singolarità del progetto (e accattivato forse anche dal compenso, davvero notevole per l’epoca: 150.000 franchi) e inizierà la stesura dell’opera. Anzi, parteciperà in prima persona, assieme alla moglie, Giuseppina Strepponi, alla stesura di alcuni passaggi del libretto, scritto da Antonio Ghislanzoni.

La prima sarà effettuata al Cairo nel dicembre del 1871, ma Verdi considererà come prima solo quella milanese della Scala (8 Febbraio 1872). “Aida” diventerà una delle sue opere più rappresentate.

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Annamaria Zizza

Mi sono abilitata in Italiano e Latino e in Storia dell’Arte, sono passata di ruolo per l’insegnamento dell’Italiano e del latino nei Licei nell’anno 2000/2001.

Sono attualmente in servizio dal 2007/2008 al Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale CT, dove ricopro il ruolo di docente a tempo indeterminato nel triennio del corso C.

Ho frequentato con esito positivo i seguenti corsi di aggiornamento/formazione:

– Didattica della lingua italiana;

– Tecnologie informatiche applicato al PNI e al Brocca;

– Valutazione scolastica;

– Valutazione e programmazione scolastica;

– Sicurezza nelle scuole;

– Didattica della letteratura italiana;

– Didattica della letteratura latina;

– rogramma di sviluppo delle tecnologie didattiche;

– Didattica breve nell’insegnamento del latino;

– Comunicazione

– Per una didattica della lettura e della narrazione;

– Autori, collane, libri, progetti editoriali: valorizzare la scuola attraverso la lettura;

– La dislessia

Ho tenuto in qualità di esperto due corsi PON sulle abilità di base per l’Italiano e uno sui connotati profetici nella Comedìa dantesca; ho svolto il ruolo di tutor in altri corsi PON ministeriali.

Sono stata per tre anni funzione strumentale nell’area “Supporto ai docenti”, direttrice di laboratorio multimediale, catalogatrice Dewey nella biblioteca scolastica, bibliotecaria, RSU, coordinatrice e segretaria di Consiglio di classe con frequenza annuale. Ho elaborato e tenuto il percorso di ricerca-azione “Sopravvivere alla vita: istruzioni per l’uso” nell’ambito della DLC.

Ho partecipato a svariate iniziative culturali come relatrice: dalla tavola rotonda organizzata dal Comune di Acireale sul saggio della prof.ssa Ferraloro inerente il romanzo di Tomasi di Lampedusa “Il gattopardo”, a conferenze di argomento letterario presso scuole, al progetto “Dante nelle chiese di Acireale”, organizzato dal vescovado (con relativa Lectura Dantis), al festival Naxoslegge con un’altra lectura Dantis e a presentazioni di libri.

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