A Tavola con gli Antichi Romani
Molte persone credono che l’interesse degli archeologi e degli studiosi per il cibo nell’antichità sia nato sulla scia dell’EXPO2015 che si è svolto a Milano, il cui tema era “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
In realtà le indagini in questo ambito hanno una storia ben più antica e la bibliografia in questo specifico settore dell’archeologia è ben nutrita.
Già storiografi e grandi personaggi del passato ci hanno lasciato una notevole quantità di indicazioni riguardo il cibo, che messe in relazione con gli scavi archeologici hanno fornito agli studiosi un quadro davvero interessante. Di cibo ne parlano (citando senza nessun ordine cronologico o raggruppamento specifico) Seneca, Plauto, Livio, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, Galeno, Marziale, Svetonio, Giovenale, Orazio ed altri ancora, con il celebre Marco Gavio Apicio il cui cuoco, Celio, redasse ben 10 libri basandosi sulle ricette che venivano cucinate durante le sue fastose cene: il De Re coquinaria, che se pur scritto frettolosamente e senza troppa cura, è senza dubbio la principale fonte a cui attingere per quanto riguarda la cucina nell’antica Roma.
Oppure ci si affida a chi fa ricerca e divulgazione e propone testi che raccolgono le fonti originali, spesso disseminate in varie biblioteche universitarie, la cui fruibilità e comprensione però è piuttosto complessa.
Un testo che mi sento di consigliare a coloro che volessero avvicinarsi a questo tema è “A Tavola con gli Antichi Romani. Storia, aneddoti e tante ricette per scoprire come mangiavano i nostri antenati culturali”, edito da Edizione Efesto, scritto da Giorgio Franchetti con l’archeocuoca Cristina Conte.
Il titolo pare pretenzioso, ma leggendo le oltre 360 pagine di cui il testo è composto ci si rende conto che non solo quanto promesso viene puntualmente mantenuto, ma che la notevole massa di informazioni è organizzata in modo chiaro ed efficace, con una grafica che ne consente una lettura agevole e gradevole.
La prima parte racconta delle rotte del cibo nel Mediterraneo, di quell’intenso traffico di derrate alimentari attraverso il Marenostrum che è parte integrante della storia di quei popoli che su quelle sponde – ma anche oltre – si svilupparono.
Seguendo poi un ordine logico l’autore ci porta nei luoghi dove il cibo veniva consumato all’interno delle città antiche come Pompei, ci introduce poi alle abitudini alimentari del tempo e ci mostra anche quali erano gli utensili da cucina utilizzati, ancora oggi visibili nei musei disseminati per tutto il nostro Paese.
Dieci schede di approfondimento ci descrivono altrettanti aspetti sia curiosi che rilevanti, come ad esempio un coltellino “svizzero” ante litteram (scheda 2) e il Regimen Sanitaris, la regola sanitaria salernitana e le basi fondamentali del vivere sano (scheda 10).
Una parte rilevante del testo, curata graficamente con molta attenzione, riguarda l’argomento forse più atteso e comunque indispensabile in un testo divulgativo come questo: le ricette!
Ed eccole le ricette, tutte provate personalmente da Cristina Conte e proposte anche durante le conferenze legate alla presentazione del libro, che superano abbondantemente il centinaio e sono raggruppate per argomenti.
28 ricette per gli antipasti
15 ricette per minestre, zuppe e polentine
18 ricette per il pesce
16 ricette per la carne
4 ricette per formaggi e frutta
12 ricette per i dolci
20 ricette per salse e condimenti.
I vari di tipi di pane che venivano prodotti e il vino sono oggetto di specifici approfondimenti che non mancheranno di incuriosire il lettore.
Gli autori precisano che le ricette sono da considerarsi degli esperimenti e delle interpretazioni personali, in quanto gli elenchi di ingredienti che ci sono pervenuti, anche se particolareggiati e non di rado con le indicazioni della tecnica di preparazione e del metodo di cottura, mancano dei dosaggi e delle parti in quantità di cui le ricette stesse normalmente si compongono.
Resta comunque un mondo affascinante che ci sorprende sia con sapori nuovi e abbinamenti a cui non siamo abituati, ma anche per alcuni aspetti della cucina antica che sono arrivati fino a noi praticamente inalterati.
La lettura di “A Tavola con gli Antichi Romani” è dunque un piacevole viaggio in un mondo fatto di sapori antichi e atmosfere particolari che hanno il profumo dei porti di partenza e di arrivo, di salse e dolci, di vini e spezie. Ma che ci dà anche la misura di un sapere di uomini che si spostavano e si amalgamavano tra loro, formando un corposo e polimorfo sostrato culturale di cui il cibo è stato da sempre un legante efficace.
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