El-Muzawwaga è un sito che si trova nell’oasi di Dakhla, un’oasi del Deserto Occidentale a circa 300 km. da Tebe. I governatori dell’oasi risiedevano a Ain Asil e le loro tombe, grandi mastabe, si trovano nel sito di Balat (sulle grandi mastabe della VI dinastia a Balat ho scritto un articolo per Mediterraneo Antico).

La necropoli di el-Muzawwaga, conosciuta anche come la “collina dei dipinti”, è a circa 6 km. dai resti di un piccolo villaggio, Qasr, e dal tempio di Deir el-Haggar, dedicato ad Amon-Ra (anche su questo tempio ho scritto un articolo per Mediterraneo Antico).

Fig. 1 – La collina di el-Muzawwaga in cui sono state scavata le due tombe dipinte di Petubasti e di Petosiri. La foto mostra gli ingressi delle due tombe – Foto dell’autore.

La necropoli di el-Muzawwaga presenta semplici tombe, dei buchi scavati in cui erano collocati i defunti.

Fig. 2 – Una tomba scavata nella collina di el-Muzawwaga. La tomba è un semplice buco in cui si vedono parti di un corpo umano – Foto dell’autore.

Vicino a queste tombe umane è stato scoperto un ambiente in cui erano deposte mummie di ariete: questi animali sono stati trattati con cura, mummificati e muniti di un sarcofago.

Fig. 3 – Vicino alle tombe degli esseri umani è stata scoperta nel 1908 una notevole tomba di arieti, l’animale sacro al dio Amon. Gli animali erano ben mummificati e deposti in sarcofagi di cartonnage. Figura tratta da un articolo di Françoise Dunand, Le décor de la tombe à l’époque romaine, in Dossier d’Archeologie, 2000, figura di pag. 74.

L’ariete era un animale sacro ad Amon, il dio principale dell’oasi.
Nella collina di el-Muzawwaga si possono visitare due tombe dipinte in ottime condizioni, la tomba Petubasti, del I sec. d.C., e la tomba di Petosiri di poco posteriore. Le due tombe sono differenti per lo stile dei dipinti, pure essendo vicine nel tempo, come si potrà constatare dal confronto delle illustrazioni. In quest’epoca il Libro dei Morti era superato da altri testi funerari, come il Libro delle Respirazioni, ma queste tombe sono decorate anche con le vignette del Libro dei Morti. Il grande interesse di queste due tombe sta nella possibilità di verificare quanto è rimasto della religione egizia in epoca romana e di come sono state rappresentate le vignette e le figure delle divinità. La tomba di Petubasti è decorata con temi canonici della religione egizia: solo lo zodiaco del soffitto rivela le influenze greche. Nella tomba di Petosiri gli influssi greco-romani sono evidenti nello zodiaco dipinto sul soffitto della seconda camera e nell’abbigliamento di Petosiri, un grande mantello drappeggiato di colore porpora secondo la moda greco-romana del tempo.
In queste tombe non esiste il pozzo funerario. I corpi dei defunti venivano deposti in vani scavati nelle pareti delle tombe.
Le due tombe sono mute riguardo alla vita di Petubasti e di Petosiri; quindi, nulla sappiamo di questi due personaggi, si può solo desumere che fossero due ricchi eminenti personaggi di quell’area, forse impegnati nelle attività del tempio di Deir el-Haggar.
Nelle due tombe si nota un modesto tentativo di Petubasti e di Petosiri di adeguarsi ai nuovi canoni culturali greco-romani del periodo. Ma il credo religioso che si manifesta nelle due tombe è totalmente egizio.
Evidentemente Petubasti e Petosiri si sentivano garantiti solo dai riti egizi per superare la morte e continuare la loro vita nell’aldilà

La tomba di Petubasti

Le figure sono dipinte in piccolo formato e si presentano con una certa eleganza, sono ben distanziate dando all’insieme un senso di leggerezza confermato anche da colori senza eccessi.
Appena sotto il soffitto il fregio di una vigna con tralci d’uva si svolge lungo tutta la tomba. Un riferimento indiretto al mito di Osiri, la sua morte violenta e la sua resurrezione.

Fig. 4 – Pianta della tomba di Petubasti. La tomba è costituita di una sola camera. Sulle pareti est e ovest sono stati scavati due vani per la deposizione delle mummie. Figura tratta da un articolo di Françoise Dunand, Le décor de la tombe à l’époque romanine, in Dossier d’Archeologie, 2000, figura di pag. 76.
Fig. 5 – L’entrata della tomba di Petubasti protetta sui due lati da divinità armate – Foto dell’autore. Fig. 6 – Le divinità armate a protezione dell’entrata sul lato est, particolare della figura precedente: nel registro superiore due figure umane, una delle quali con testa canina e l’altra con la testa graffitata, sono armate di grandi coltelli. Nel registro sottostante un’immagine di Ptah-Pateco bifaccia stringe nei pugni due serpenti, al suo fianco un serpente con la corona regale; sul lato sinistro il dio lunare Khonsu, identificato dall’iscrizione, colpisce con la lancia un animale setiano, la tartaruga.
Fig. 7 – Sullo stipite ovest dell’entrata altre divinità armate proteggono la tomba: una scimmia lancia frecce, una sorta di sfinge è il dio Tutu, una divinità molto celebrato a Dakhla in questo periodo. Sotto questo riquadro il dio Bes e una divinità a testa canina sono armati di grandi coltelli – Foto dell’autore. Fig. 8 – Nella parete di fronte all’ingresso della tomba una piccola cripta mostra un fanciullo sul fiore di loto, simbolo di resurrezione. La figura è contornata da foglie di vite. Sul lato destro di questa immagine gli dei Horus e Thot pesano il cuore del defunto nella psicostasia; sul lato sinistro il defunto con le braccia alzate inneggia per avere superato il giudizio della psicostasia – Foto dell’autore. Fig. 9 – Questa figura è la continuazione a sinistra della scena centrale con il fanciullo sul fiore di loto. Qui si vede in particolare la pesatura del cuore. Ogni spigolo della tomba è decorato con un ramo di palma, simbolo della vittoria sulla morte – Foto dell’autore.
Fig. 10 – Il defunto a braccia alzate è condotto davanti a Osiri dagli dei Thot e Anubi. Davanti a Osiri si intravede anche la presenza del mostro Amm – Foto dell’autore.
Fig. 11 – Il vano del muro nord su cui veniva posata la mummia del defunto. La decorazione sotto il vano mostra, da sinistra verso destra, la dea del sicomoro, un prete che fa una libazione davanti alla tenda wabet in cui si effettuava la mummificazione, un prete sostiene in piedi la mummia – Foto dell’autore.
Fig. 12 – Particolari della scena della fig. 10: la dea del sicomoro, la libazione davanti alla tenda wabet, un prete che sostiene in piedi la mummia.
Fig. 13 – Le immagini della fig. 10 continuano sulla destra con la rappresentazione del funerale del defunto. Si notano in particolare il carro funebre a ruote su cui è deposta la mummia del defunto. Davanti al carro stanno due preti, uno dei quali versa una libazione, Il carro è trainato da 4 persone – Foto dell’autore.
Fig. 14 – Il carro funebre che trasporta la mummia di Petubasti. Particolare della figura precedente.
Fig. 15 – La seconda cavità per la deposizione della mummia si trova nella parete ovest della tomba. Sopra e sotto la cavità scorrono dipinti con scene interessanti. La decorazione sopra la cavità mostra in particolare l’offerta delle stoffe al defunto. La decorazione sottostante, più interessante, mostra il defunto che giunto nei campi di yaru, il paradiso egizio miete il grano con una falce. Segue l’immagine di una vignetta con il ba-uccello di Petubasti che esce dal corpo della mummia per ascendere al cielo nella barca di Ra, come mostra la fig. 17 – Foto dell’autore.
Fig. 16 – Il defunto compie la sua corvé nell’aldilà mietendo il grano con una falce. Nella scena successiva il ba di Petubasti lascia la mummia. Particolare della figura precedente.
Fig. 17 – Il ba di Petubasti dipinto sopra la barca solare indica che esso è entrato a far parte fa parte dell’equipaggio della barca di Ra, segno di vita eterna. La barca solare di Ra è trainata da uno sciacallo. Particolari della figura precedente.

La tomba di Petosiri

Lo stile della tomba di Petosiri è molto diverso da quello della tomba di Petubasti. Le figure sono più voluminose e vistose, anche per i colori più intensi. Nelle pareti non ci sono spazi vuoti, le immagini coprono tutte le pareti della tomba.

Credo che le immagini di queste due tombe meriterebbero forse ulteriori riflessioni. Ma il mio scopo era semplicemente di rendere note queste belle tombe sperdute in un lontano sito del Deserto Occidentale. Sono stato tre volte a Muzawwaga e per due volte ho trovato le tombe chiuse. In quell’unica occasione in cui ho trovato le tombe aperte ho cercato di documentarle al meglio.
Quindi, esaurito l’impegno che mi ero proposto all’inizio, lascio le ulteriori riflessioni all’avveduto lettore.

Fig. 18 – La collina di el-Muzawwaga – Foto dell’autore.
Fig. 19 – Pianta della tomba di Petosiri. La tomba si compone di due camere. Nella prima camera è scavato un recesso per la deposizione del defunto nella parete di fronte all’entrata. Nella seconda camera ci sono altri due recessi nelle pareti est e nord. Figura tratta da un articolo di Françoise Dunan, Le déocr de la tombe à l’époque romaine, in Dossier d’Archeologie, 2000, figura di pag. 76.
Fig. 20 – Prima camera. La parete nord, di fronte all’entrata, ha un recesso scavato nella parete per ricevere la mummia. La parete di fondo del recesso mostra un dipinto con Anubi che cura la mummia di Petosiri sul letto funerario. Sui lati del letto le due prefiche, Isi e Nefti. Sotto il letto sono posti i 4 vasi canopi. Nel passare alla parete est si può ammirare il dio Horus che colpisce con la lancia una tartaruga, animale setiano. La parete sotto il recesso è decorata con una grande figura di un dio alato rivolto verso un uomo barbuto colpito da frecce, forse un seguace del dio Seth. A destra del dio alato una figura femminile tiene una tavola di offerte, al suo fianco una vigna con grappoli d’uva – Foto dell’autore.
Fig. 21 – All’inizio della parete est troviamo la figura di Petosiri in piedi abbigliato con un grande mantello drappeggiato di color porpora, alla moda greco-romana. Un prete funerario gli presenta un’offerta, alle sue spalle c’è una vigna con grappoli d’uva e la figura di un dio Nilo con offerte – Foto dell’autore.
Fig. 22 – La parete ovest presenta una completa immagine della psicostasia. Il dio Osiri presiede al rito. Davanti al dio è raffigurato il mostro Amm. Sul lato sinistro del pannello il ba-uccello di Petosiri assiste alla pesatura del cuore da parte di Horus e Anubi. Nella parte alta del riquadro la dea Maat è con Petosiri che alza le braccia esultante per il giudizio positivo che il do Thot sta presentando a Osiri. – Foto dell’autore.
Fig. 23 – Nel primo registro la barca del sole è trainata dalle dee delle Ore. Nella barca Ra è protetto dal serpente Mehen. La barca è protetta anche da divinità armate di coltelli. Nel secondo registro è rappresentato il rito dell’offerta delle stoffe da parte di varie divinità guidate da Anubi che nell’altra mano tiene un vasetto, forse con incenso. Davanti ad Anubi incedono i 4 figli di Horus. La meta di questa processione è nella prossima fig. 24 – Foto dell’autore.
Fig. 24 – Una divinità femminile (che non so identificare) sta davanti a un’immagine del toro Api su una pedana sotto la quale si vede la figura di una mummia con il suo ba-uccello. Subito dietro Api c’è la figura del dio Ptah. Come è noto, il toro Api è il ba vivente del dio Ptah di Menfi, la sua manifestazione terrena. – Foto dell’autore.
Fig. 25 – Sul soffitto della prima camera è rappresentato lo zodiaco. La figura riprende il segno dei Gemelli, il segno zodiacale di mia moglie – Foto dell’autore.
Fig. 26 – Seconda camera. Nella parete nord è stato scavato un recesso per la deposizione della mummia. Nella parete il dipinto mostra la mummia di Petosiri su un letto a forma di leone. È presente il dio Anubi che tiene in mano un vasetto. Ai lati del letto le dee Isi e Nefti con grandi ali proteggono il defunto. Sotto il letto funebre si intravvedono i 4 figli di Horus, i vasi canopi. Nella parete sotto il recesso per la mummia la grande figura di un dio alato controlla due nemici – Foto dell’autore.
Fig. 27 – Nella parete est, in corrispondenza al recesso scavato per la deposizione del corpo, si ripete l’immagine della mummia di Petosiri su un letto a forma di leone. Sotto il letto funebre ci sono i 4 figli di Horus. Ai lati del letto ci sono le dee Isi e Nefti qui rappresentate nella loro funzione di prefiche per compiere le lamentazioni funebri – Foto dell’autore.
Fig. 28 – Sulla parete ovest c’è un primo registro con una divinità alata non riconoscibile adorata sui due lati dal ba-uccello di Petosiri. Nel registro sottostante si ripete il rito della psicostasia: Horus e Thot pesano il cuore, poi Thot annuncia il giudizio a Osiri che assiste in trono. Sono presenti i 4 figli di Horus e il mostro Amm – Foto dell’autore.
Fig. 29 – La parete della fig. 28 prosegue su due registri. Sopra il dio Tutu su una pedana e un vistoso scarabeo che solleva il sole, simbolo di resurrezione. Sotto una figura del dio Nilo presenta offerte. Una vigna carica di grappoli d’uva e una palma carica di frutti assicurano l’alimentazione di Petosiri nell’aldilà. – Foto dell’autore.
Fig. 30 – La dea Isi, qui senza il supporto dell’albero sicomoro, offre l’acqua di vita al ba-uccello di Petosiri. Questa figura è la continuazione della fig. 29.
Fig. 31 – Le influenze del periodo greco-romano sono evidenti nei dipinti dello zodiaco sui soffitti delle due camere di Petosiri. Eppure al centro del cerchio zodiacale della seconda camera compare un’immagine prettamente egizia: Harpocrate stringe in pugno due serpenti e con i piedi calpesta un coccodrillo – Foto dell’autore.
Fig. 32 – Concludo la serie di immagini della tomba di Petosiri con una bella e curiosa foto che però non ricordo in quale parte della tomba fosse collocata. Al centro della figura spicca l’immagine di Osiri che impugna i simboli regali. A sinistra la dea Hathor prepara una tavola di offerte che poi Anubi, che indossa la corona dell’Alto e Basso Egitto, presenta a Osiri, un pane e un bicchiere, forse di vino. Alle spalle di Osiri il dio Thot, che ha sul capo una elaborata corona, assiste al rito dell’offerta – Foto dell’autore.

Gilberto Modonesi

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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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