Il Ministro delle Antichità Khaled el-Anany ha annunciato che ben presto, all’inizio del prossimo anno, sarà inaugurata la Kebash Road, il viale che collegherà i complessi templari di Karnak e Luxor. Il ripristino dell’antica via processionale avrà un costo complessivo di 240 milioni di Lire Egiziane, ma questo intervento di recupero le restituirà la gloria di cui godeva già circa 3500 anni fa, da quando fu ideata dal faraone della XVIII dinastia Amenhotep III (1386-1349 a.C.) – anche se l’attuale sistemazione corrisponde a quella voluta da Nectanebo I, sovrano della XXX dinastia dal 380 al 362 a.C. – fino al tramonto della gloriosa civiltà egizia.
Si tratta del più grande progetto archeologico del Medio Oriente e permetterà a Luxor di divenire il più grande museo all’aperto del mondo.
I lavori di scavo, restauro, ricollocamento in situ delle sfingi e musealizzazione di tutto il percorso sono iniziati nel 2004. Durante la sua realizzazione il progetto ha dovuto superare ostacoli finanziari e amministrativi che ne hanno anche causato la sospensione dei lavori in questo ultimo anno e mezzo e, a lavori finiti, vedrà una nuova viabilità per eliminare i tratti stradali che passavano proprio sopra il tracciato sacro, l’abbattimento di molti edifici anche pubblici (tra cui la sede del Governatore e una moschea) e lo fratto e lo spostamento di più di 800 famiglie tra polemiche e difficoltà che sono state ora risolte grazie al coordinamento tra il governatore di Luxor e i ministeri di antichità e turismo. Kebash Road cambierà la mappa turistica di Luxor e di tutto l’Egitto, ha dichiarato el-Anany, attirando lungo il suo incamminamento di 2,7 km tantissimi turisti che dal IX pilone del tempio di Amon-Ra a Ipet Sut (antico nome del Tempio di Karnak)arriveranno al grande portale alto 24 metri costruito da Ramesse II a Ipet Resyt (l’antico nome del Tempio di Luxor).
Il viale con asse nord-sud fu ideato in concomitanza alla realizzazione del Tempio di Luxor, sempre voluto da Amenhotep III, e successivamente fu oggetto di molti cambiamenti: Amenhotep IV fece modificare le sfingi alternando immagini sue e della regina Nefertiti; dopo di lui, Tutankhamon, restaurando i vecchi culti, fece modificare quelle immagini facendo scolpire teste di ariete proprio in onore al dio Amon; altri faraoni apportarono il loro contributo anche costruendo edicole per la sosta delle imbarcazioni sacre, ma l’intervento più consistente è da attribuire a Nectanebo, fondatore dell’ultima dinastia faraonica d’Egitto, il quale ci lasciò la versione che tutt’ora vediamo e sostituì le teste di ariete con la propria. Oggi infatti quello che si presenta ai nostri occhi è un viale con sfingi poste su di un piedistallo che mostrano tratti che ricordano i lineamenti del faraone della
XXX dinastia, hanno come copricapo il nemes sormontato dal cobra e presentano su tutti i lati della base un’incisione con una linea di iscrizioni in geroglifico a lui dedicata. Diverse sono le rappresentazioni del viale individuate in varie tombe e templi, questo ha facilitato la comprensione delle varie modifiche a cui è stato sottoposto prima di raggiungere la versione attuale.
Il viale fu realizzato per unire i due templi e celebrare la festa Opet nel tragitto e periodo in cui il rituale avveniva via terra e non via fiume. Il faraone stesso, seguito dai funzionari di alto rango, dagli uomini di stato, ufficiali e da religiosi, guidava la processione mentre il popolo assisteva dai lati applaudendo e ballando per rallegrare gli dei. Durante la processione venivano trasportate in spalla dai sacerdoti le barche di legno all’interno delle quali erano posti dei sacrari con le statue della triade tebana formata da Amon, Mut e il figlio Khonsu. Nel percorrere da un tempio all’altro questo antico tracciato il passante potrà ben contemplare la maestosità del viale fiancheggiato da circa 1200 sfingi con il corpo di leone e testa umana o criocefala. Nell’antichità il viale ospitava non meno di 1350 sfingi distanziate 4 metri l’una dall’altra, tutte erano circondate da aiuole fiorite con serbatoi d’acqua per l’irrigazione; ad oggi ne sono riaffiorate circa 650.
Chissà come si presenterà e che effetto farà calpestare di nuovo la sacra via processionale!?