Scoperte altre 12 tombe a Gebel el-Silsila. Gli antichi abitanti godevano di buona salute

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Nella zona settentrionale di Gebel el-Silsila la missione archeologica egiziano-svedese guidata da Maria Nilsson e John Ward della Lund University ha scoperto un gruppo di tombe scavate nella roccia risalente alla XVIII dinastia, un ritrovamento davvero importante per le informazioni che svela sulla salute della popolazione antica di quei luoghi oltre al fatto che, con il susseguirsi delle scoperte di quest’ultimo periodo, continua a cambiare la percezione della natura e del ruolo di questo luogo.  La missione svedese era già stata protagonista nel 2015 della scoperta di una serie di sepolture, 43 per la precisione, scavate nella roccia a nord della sponda orientale di Gebel el-Silsila, nella zona immediatamente a nord della famosa stele di Amenhotep IV, il futuro Akhenaton. In questa stagione, invece, il team ha scoperto altre 12 tombe rupestri, tre cripte scavate nella roccia, due nicchie probabilmente utilizzate per le offerte ai defunti, una tomba contenente sepolture multiple di animali e tre singole sepolture di  infanti, insieme ad altro materiale ad esse associato. La maggior parte delle tombe finora scavate, con l’eccezione delle due sepolture infantili, erano già state saccheggiate nell’antichità ed erano coperte da strati di limo che nel tempo si era depositato con le inondazioni del Nilo raggiungendo anche i tre metri di altezza, dalla sabbia portata dal vento e dai detriti caduti dalla cava. Queste stratificazioni facilmente identificabili hanno fornito una ricchezza in informazioni non solo in merito a come il limo e gli altri materiali si sono depositati, ma ha anche fornito una panoramica cronologica della zona. Le singole tombe scavate finora in questa stagione hanno rivelato la presenza di sepolture multiple all’interno di una stessa camera o cripta. Un fatto, questo, che suggerisce che le sepolture potrebbero essere appartenute a una famiglia completa, composta da individui di diversa età e sesso.

Una delle tombe

All’interno di queste tombe sono stati documentati tre diversi stili di sepoltura: una cripta scavata nella roccia (misura 64 x 32 x 32 cm), una fossa poco profonda rivestita in pietra e un bambino avvolto in un tessuto collocato all’interno di una bara di legno. Due dei tre bambini erano stati tumulati all’interno delle sporgenze naturali  presenti tra le scogliere di pietra arenaria, i loro corpicini erano  orientati sia in direzione nord-sud con il viso rivolto verso est,  che  in direzione est-ovest con il viso volto a nord. Nelle sepolture sono stai trovati diversi amuleti raffiguranti il dio Bes, collane, vasi di ceramica, selce lavorata e ciottoli colorati. La camera destinata alla sepoltura degli animali, invece, presenta una cripta e ospitava una dozzina di pecore e capre, nonché un paio di persico del Nilo. Appoggiato sul pavimento nel cortile immediatamente fuori la tomba ST27 è stato rinvenuto anche un coccodrillo adulto quasi integro; il rettile era stato orientato in direzione nord-sud, con la testa a nord. Le sepolture, nonostante fossero già state trafugate in passato, conservavano ancora parte del loro corredo funebre consistente in sarcofagi in pietra arenaria finemente scolpiti, bare di ceramica a volte dipinte, cartonnage dipinto, tessuti, piatti e vasi in ceramica, e un vasto assortimento di gioielli, amuleti e scarabei;  tutto materiale che, insieme ai reperti archeologici prodotti dalle sepolture scoperte in precedenza, riconduce ai regni di Thutmose III e Amenhotep II (Nuovo Regno, 1457-1400 a.C. circa).

Uno degli scarabei ritrovati

La Nilsson ha inoltre asserito che la grande quantità di resti umani recuperati nella necropoli indica che gli individui godevano generalmente di buona salute; finora sono davvero molto poche le prove di malnutrizione o di infezioni in corso. Le fratture delle ossa lunghe, evidentemente ben curate, e un aumento di inserzioni muscolari tra i resti scheletrici ritrovati indicano un ambiente estremamente laborioso seguito da personale medico competente: infatti molte delle ferite sembrano essere in fase avanzata di guarigione, suggerendo la presenza di cure mediche efficaci.

 

Sources: english Ahram, Ministery of Antiquities

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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