Una missione archeologica dell’Università del Cairo al lavoro presso la necropoli di Saqqara ha riportato alla luce la tomba di Ptah-M-Wia (“il dio Ptah siede nella sua barca”), tesoriere di Ramesse II, il longevo e famoso sovrano della XIX dinastia salito al trono nel 1279 a.C.

La tomba di Ptahemwia con scene di offerta e macellazione del bestiame (ph. MoTA)

Ptahemwia, come sottolinea Mostafa Waziri (Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità) vantava numerosi e importanti titoli quali scriba reale, sovrintendente al tesoro, supervisore del bestiame e responsabile dei sacrifici alle divinità nel tempio di Ramesse II a Tebe (ovvero al Ramesseo). Siamo di fronte a un ritrovamento senz’altro importante visti i titoli altisonanti di cui si fregiava Ptahemwia; un’importante scoperta che va ad aggiungersi alle altre conseguite dalla stessa missione archeologica guidata da Ola El-Egazy. Infatti, dal 2005 questo team ha riportato alla luce anche le tombe del sindaco di Memphis Ptah-Mes, dell’ambasciatore reale all’estero Paser e del comandante supremo dell’esercito Eurkhi.

L’area in cui è avvenuto il nuovo ritrovamento è la stessa in cui si trovano le tombe degli alti funzionari del Nuovo Regno; tra di esse ricordiamo quella del famoso comandante militare sotto i regni di Tutankhamon e Ay, Horemheb, salito poi al trono come ultimo faraone della XVIII dinastia, e quella di Maya, tesoriere prima di Tutankhamon e poi del sopra citato Horemheb. Sempre nella stessa area si trova anche l’ultima dimora di un altro Ptahemwia, maggiordomo reale alla corte di Akhenaton e da non confondere, quindi, con il tesoriere di Ramesse II.

L’architettura della tomba riportata alla luce da El-Egazy è simile a quella delle sepolture limitrofe. Questo stile, noto come tomba-tempio, consiste in un edificio al cui ingresso segue uno o più cortili e termina con una cappella sormontata da un pyramidion dedicata ad una divinità, mentre attraverso un pozzo si ha accesso agli appartamenti funerari e alla sepoltura vera e propria. All’ingresso della tomba troviamo rappresentate scene raffiguranti il defunto. Accedendo al primo ambiente si possono osservare pareti dipinte che mostrano scene con processioni di offerte. Sotto la sabbia sono stati trovati molti blocchi di pietra, così come diversi pilastri osiriaci, alcuni dei quali ancora giacciono nella sabbia mentre altri sono ancora eretti. Tutti i pezzi fuori contesto saranno studiati per essere ricollocati nel contesto originario della tomba.

La prima corte con uno dei pilastri della tomba di Ptahemwia, Saqqara (ph. MoTA)
Uno dei pilastri della tomba di Ptahemwia con il defunto di fronte a un tavolo di offerte (ph. MoTA)

Nella speranza di poter ammirare presto questa nuova meraviglia, aspettiamo fiduciosi che il team possa scoprire altri ambienti e la camera funeraria.

Source: MoTA

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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