La giornata del 14 marzo è stata dedicata al Pi greco e venne celebrata per la prima volta nel 1988 all’Exploratorium di San Francisco (USA), grazie ad un’idea del fisico Larry Shaw. La data è stata scelta in virtù del fatto che la convezione americana nell’indicare le date prevede che il mese preceda il giorno. Quindi il quattordicesimo giorno di marzo viene indicato come 3-14, ovvero l’approssimazione ai centesimi del valore numerico del Pi greco. Alcuni la festeggiano in modo ancora più evocativo, aspettando l’arrivo delle ore 15, in modo da avere un’approssimazione ancora maggiore: 3,1415.
Il Pi greco entra nella nostra formazione fin dalle elementari ed anche se ci appare familiare e quindi moderno, il suo utilizzo se pur indiretto risale a molti secoli fa.
Dall’antico Egitto ad esempio ci è pervenuto un papiro, noto come Papiro Rhind o Papiro Matematico, custodito oggi presso il British Museum risalente al XVII secolo a.C., che lo scriba Ahmes ha vergato copiando un papiro precedente, risalente probabilmente al XX secolo a.C.
Al suo interno sono contenuti 84 problemi di aritmetica, algebra e geometria e proprio affrontando i temi di quest’ultima viene proposto un metodo per calcolare l’area di un cerchio, dove il Pi greco risulta avere un’approssimazione ai centesimi pari a 3.16, quindi molto vicina al noto ed usatissimo 3,14.
Non vi è tuttavia alcuna prova che gli Egizi utilizzassero un Pi greco pari a 3.16. Per il calcolo dell’area del cerchio utilizzavano un metodo che dava un risultato che si sarebbe ottenuto anche utilizzando un Pi greco pari a 3.16. Il che è molto diverso; non hanno infatti mai realizzato che tra area del cerchio e quadrato del raggio vi fosse una proporzione fissa. I loro risultati erano frutto di esperienza diretta e non di formulazioni teoriche. Per individuare questo rapporto e formulare quindi un teorema, dovremo aspettare i greci con Pitagora.