Una missione archeologica egiziana al lavoro nel sito di Tell El-Kedwa, nel Sinai settentrionale, ha scoperto i resti delle torri nord-est e sud-est di una fortezza militare in mattoni probabilmente costruita nel Periodo Saita per ordine di Psammetico I (…– 610 a.C.), faraone della prima metà della XXVI dinastia.

La fortezza di Tell El-Kedwa, Sinai(ph. MoA)

Gli scavi archeologici condotti fanno parte di un progetto per lo sviluppo e la valorizzazione del Sinai, precisa nell’annunciare la scoperta il dott. Moustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità.

La missione ha riportato alla luce anche parte del muro meridionale con un’estensione di 85 metri, ma non solo. Nella sezione nord-orientale di questo muro è stato identificato l’ingresso della cittadella, a est dell’ingresso i resti delle fondamenta di una stanza di sorveglianza da dove i soldati proteggevano l’accesso controllando le entrate e le uscite dal forte, mentre all’interno della fortezza sono emersi resti di abitazioni, punte di lance e diversi amuleti, uno dei quali, in faience, riporta il nome di Psammetico I.

Amuleto dalla forma di occhio Wadjet trovato alla fortezza di Tell El-Kedwa, Sinai (ph. MoA)
Amuleto dalla forma di scettro di papiro dalla fortezza di Tell El-Kedwa, Sinai (ph. MoA)

La scoperta in realtà non è del tutto nuova, infatti già nello scorso anno un’altra missione archeologica aveva portato alla luce il muro orientale di questa stessa fortezza che al momento è considerata la più antica dell’Egitto faraonico. Già nel 2008 gli archeologi avevano intuito che sulle sue rovine ne era stata costruita un’altra più grande e massiccia con mura spesse 11 metri (fino a 17 metri in prossimità delle torri, così da esserne sostegno) rispetto ai 7 metri della struttura più antica. Studi sull’architettura dei due edifici hanno rivelato che le pareti avevano un disegno diverso e che l’ultima costruzione aveva anche 16 torri rispetto alle 4 che si suppone avesse il vecchio forte. All’interno delle mura più recenti erano state ricavate delle stanze costruite probabilmente con lo scopo di alleggerire la pressione esercitata dalla pesante recinzione. Queste stanze sono state trovate piene di sabbia, frammenti di ceramiche e detriti.

Punte di freccia dalla fortezza di Tell El-Kedwa, Sinai (ph. MoA)

La fortezza di Tell El-Kedwa fu duramente attaccata e le sue mura andarono distrutte, ma per un lungo periodo di tempo fece parte, insieme ad altri avamposti difensivi, della “Via di Horus” (una catena di “stazioni” militari che collegava l’Egitto a quella che diverrà poi la Palestina),  rappresentò la porta orientale dell’Egitto e fu l’unico baluardo a controllare le entrate e le uscite dall’Egitto durante il Periodo Saita.

Ayman Ashmawy, direttore del Settore Antichità Egizie al Ministero, ha dichiarato che le operazioni di scavo per riportare alla luce altre parti architettoniche del forte sono ancora in corso.

Frammento di statuina/amuleto nella personificazione del dio Bes dalla fortezza di Tell El-Kedwa, Sinai (ph. MoA)

Source: MoA

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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