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La missione archeologica polacca guidata dal dott. Kamil Kuraszkiewicz ha riportato alla luce nell’area sud di Saqqara un luogo di sepoltura destinato ad una classe sociale non elitaria. Al momento del ritrovamento il cimitero conservava ancora centinaia di mummie risalenti tra 2000 e 2600 anni fa. La scoperta è stata effettuata lo scorso giugno ed è stata pubblicata dal team sul sito del Ministero della Scienza e dell’Istruzione Superiore polacco.
Ciò che stupisce sono i segni geroglifici e le immagini ritrovate nelle sepolture: nonostante la presenza di simboli e di due figure di Anubi (la divinità che presiede all’imbalsamazione) rappresentate una di fronte all’altra, è probabile, secondo Kuraszkiewicz, che l’artista fosse analfabeta. Sembra che l’artigiano abbia provato a ricreare qualcosa di già visto in precedenza, ma alcuni dei segni dipinti non sono geroglifici e quindi il testo non è coerente.
Distanti dalle ricche sepolture che siamo abituati a vedere, quelle appena scoperte fanno subito capire per la loro modestia che appartenevano a famiglie della classe lavoratrice o del ceto medio. La maggior parte delle mummie hanno beneficiato dei trattamenti di mummificazione più economici, per poi essere inumate direttamente nelle fosse preparate per loro. Non sono presenti iscrizioni o oggetti personali che possano suggerire i nomi o le professioni di queste persone, anche se le analisi antropologiche sembrano indicare lavori pesanti.
Anche nella loro povertà a questi uomini fu riservato un posto nella necropoli dell’antica città di Memphis e al pari dell’élite per loro furono officiati i riti funerari necessari.