In occasione del sesto anno dalla rivoluzione del 25 gennaio, al Museo Egizio del Cairo si inaugurerà stasera una mostra temporanea sulla tolleranza religiosa dal titolo “Egypt, the cradle of religions” (Egitto, la culla delle religioni), una collaborazione tra il Museo Islamico, il Museo Copto e il dipartimento di restauro dell’EMC, che per due mesi, presso la Sala 44 del museo di piazza Tahrir, mostrerà circa 70 reperti provenienti da questi musei e che faranno luce sulle religioni praticate in Egitto fin dai tempi antichi: dall’era del faraone monoteista Akhenaton alla comparsa del Giudaismo, del Cristianesimo e dell’Islam. Tra gli oggetti in mostra che risalgono all’antico Egitto sono stati selezionati una testa in terracotta della più antica divinità egizia scoperta a Beni Salama, la statua di un sacerdote della III dinastia, un rilievo con Akhenaton e la sua famiglia in atto di adorazione all’Aton e un rilievo che ritrae la dea Iside e il dio Arpocrate di epoca greco-romana. Non mancano icone raffiguranti la Vergine Maria e Gesù durante il loro viaggio nella terra dei faraoni, una copia del Corano, lampadari islamici in argento, supporti per la Torah e tanto altro; tutti oggetti che comunque sono espressione di tolleranza religiosa. Tra gli altri, saranno esposti manufatti copti con iscrizioni islamiche, come il contrario, ovvero reliquie islamiche con influenze copte, proprio per mostrare come queste due grandi religioni in passato erano tolleranti tra loro e come si integravano nel tessuto sociale anche attraverso l’arte. Un’esposizione speciale all’interno della mostra l’avranno le sei lampade di epoca islamica recentemente rubate dalla moschea Al-Rifai al Cairo e recuperate prima che potessero essere immesse nel mercato nero.
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