Gli Ebrei nella Sicilia Bizantina

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La comunità ebraica ha vissuto in Sicilia per più di un millennio dalla Diaspora all’editto di espulsione dal regno spagnolo, voluto da Isabella di Castiglia e Ferdinando II di Aragona nel 1492, su spinta del grande inquisitore Torquemada. Era composta da piccoli commercianti, agricoltori, artigiani, armatori, ma anche appartenenti alla classe dirigente. Peraltro è da sfatare il luogo comune che gli ebrei vivessero soltanto di commerci. Infatti, oltre alle numerose testimonianze archeologiche di comunità rurali ebraiche nelle zone interne dell’Isola, esplicite sono le lettere di Gregorio Magno sulla presenza di coloni ebraici cui erano proposti sgravi fiscali se si fossero convertiti. Gli ebrei erano divisi in una sessantina di comunità sparse in tutta la Sicilia: nelle città di Palermo, Messina, Siracusa, Catania, Agrigento e Trapani e nei piccoli centri nei quali la popolazione giudaica non oltrepassava le quaranta/cinquanta famiglie. La dimestichezza con i libri sacri e lo studio assiduo della legge mosaica davano loro un bagaglio culturale che non era possibile riscontrare tra i cristiani, dove l’alfabetizzazione raggiungeva soltanto gli ecclesiastici e pochissimi altri privilegiati.

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