Nuove ipotesi sui tumuli di Verghina
Verghina è stata considerata a partire dal 1950, anno dell’individuazione di alcuni tumuli, sede della sepoltura dei dinasti della casa reale di Macedonia. La necropoli dell’antica capitale, Aigai, dal 1977 ha restituito una serie eccezionale di tombe attribuite a personaggi illustri della storia greca come Filippo II, e il fratellastro del più grande condottiero macedone Alessandro , Filippo III Arrideo.
La statua colossale di Costantino
Roma regala sempre delle bellissime emozioni, anche se si sceglie di visitare luoghi dove già siamo stati altre volte. Le scale che portano al Campidoglio rientrano tra questi luoghi e se la meta finale è la visita del più antico museo del mondo, lo stupore non mancherà di certo.
La visita ai Musei Capitolini inizia non appena si superano i necessari controlli – con tanto di metal detector per visionare l’interno di borse e zaini – e ci si trova nel Cortile del Palazzo dei Conservatori. Qui sono stati sistemati alcuni importanti reperti tra i quali, sul lato sinistro del cortile, i rilievi di alcune province romane provenienti dal tempio di Adriano a Piazza Pietra dove si identificano quella di Bitinia e d’Armenia.
Come funzionava una Fullonica
L’attività di una fullonica era una delle più redditizie per quanto riguarda l’economia dell'antica Pompei, diverse erano sparse per la città, ma le due più importanti si trovavano su due degli assi viari principali: via dell’Abbondanza e via Stabiana che ci permettono di conoscere anche i nomi dei proprietari, Stephanus e Veranius Hypsaeus. Ma cos’è una fullonica? Oggi potremmo chiamarla “lavanderia”, ma l’articolazione interna dei vari passaggi è ben più complessa.
Mediterraneo Antico n°3 – dicembre 2015
Interview with Barry John Kemp - Il villaggio operaio di Deir el-Medina l'organizzazione
del lavoro: le serve e i servi - L'ultimo geroglifico - Monumenti funerari reali attribuiti alla III dinastia - Stele cat. n. 1582 di Mentuhotep - Interview with Chris Naunton - La missione archeologica italo-russa ad Abu Erteila (Sudan) - Gli obelischi egizi a Roma - In ricordo di due grandi maestri - Riffat Hassan e la teologia islamica - Living heritage: managing sites with heritage significance - La Pax Augusta sui rilievi dell’Ara Pacis - La citta’ di Pergamo e il suo altare - I parte - Budicca: l’acerrima nemica di Roma - Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo
alla “Sapienza” di Roma - Symbola. Il potere dei simboli - Il medico di oggi è nato in Egitto - Memorie sull’Egitto e specialmente sui costumi delle donne orientali e gli harem - Erotismo e sessualita’ nell’antico Egitto -Taste archaeology
Il sarcofago di Gemenefharbak
Il sarcofago di Gemenefharbak pervenne al Museo Egizio di Torino con la collezione Drovettinel 1824. Fu sistemato insieme all'intera collezione nella sale dell'Accademia delle Scienze. Gemenefharbak era un funzionario di altissimo grado (ricopriva, fra l'altro, la carica di Visir) vissuto a Sais, città del Delta Occidentale al tempo della XXVI dinastia (672-525 a.C.) e i suoi innumerevoli titoli compaiono nelle iscrizioni del sarcofago.
La costruzione del tempio di Ningirsu
Desideroso di conoscere sempre più a fondo il magico e affascinante mondo delle lingue redatte in grafia
cuneiforme, dopo aver studiato l’accadico ho deciso di rivolgermi pure al sumero; e così, procuratomi due o
tre grammatiche e qualche eserciziario, mi sono studiato anche questa nuova lingua. È poi venuto come
conseguenza naturale il desiderio di confrontarmi con un testo di “dimensioni” maggiori di quelli delle usuali
tavolette d’argilla e la scelta è caduta sui Cilindri di Gudea, non fosse altro perché ero riuscito a procurarmi
l’intero testo in cuneiforme.