Collana in faience che riporta il nome di Seti I
Di questo gioiello, risalente alla XIX dinastia, si conservano 13 piastrine modellate in entrambi i lati e non tutte in ottimo stato di conservazione o integre.
Tutte hanno come base il simbolo della festa hb, mentre le parti superiori ci sono pervenute in cinque tipi diversi.
Un solo esemplare presenta un ankh che sorregge con le mani uno scettro was su ogni lato, con due anelli di sospensione laterali per poter essere legato alle altre piastrine.
La protezione dei Beni Culturali.L’esperienza italiana. Workshop di Carabinieri e Istituto...
“La protezione dei beni culturali. L’esperienza italiana”, è il titolo del workshop organizzato dall’Istituto Italo Latino americano (IILA) a Roma dal 26 al 30 settembre, presso le strutture del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC).
L’iniziativa, svolta in stretto coordinamento con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), ormai giunta alla sua 5° edizione, è sviluppata nell’ambito del Progetto pluriennale di formazione tecnica per il rafforzamento del sistema istituzionale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dell’America Latina, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Statua di sacerdote
Le statue realistiche sono rare nella produzione antico egiziana classica, ma assai più frequenti in epoca saitica. Non si tratta comunque di statue “ritratto” vere e proprie, ma piuttosto dell’abbandono di certi canoni ufficiali che da secoli si rifacevano alla casa reale e al sovrano, non più modello delle classi sociali agiate, dei funzionari e dei sacerdoti, che cercano adesso nuove soluzioni per esprimere la realtà.
Tripudio della cucina Pompeiana a Shangai con lo chef De Feo
Protagonista indiscussa dell’evento gastronomico di fine settembre al Mammamia di Shanghai è stata la tradizione culinaria pompeiana. Un evento voluto dall’Associazione Campani Cina che ha affidato alle prodigiose mani dello chef Rino De Feo di Castellammare di Stabia l’organizzazione della serata.
Cassetta porta-ushabty della Cantrice di Amon Mut-em-uia
Chiudiamo questa breve carrellata sugli ushabty precisando innanzitutto che, la collezione egizia del Museo Archeologico di Napoli ne custodisce ben più della breve selezione che vi abbiamo proposto, e poi descrivendo un contenitore che era adibito ad ospitare proprio queste statuette funerarie, appartenuto alla Cantrice di Amon, Mut-em-uia.
Ushabty di Pa-di-ni-udjit, figlio di Setcher-ir-dis
Questo tipo di ushabty è definito “saitico” perché presenta una serie di elementi iconografici e caratteristiche tecniche ben precise e ben identificabili, riconducibili all’epoca Saitica (XXVI dinastia) che perdureranno, pur con qualche evoluzione stilistica, fino al periodo tolemaico.