Un letto di bronzo con sirene del I sec. a.C. nella regione di Kozani (Macedonia greca occidentale)

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Testa di sirena, decorazione del letto funerario, crediti Areti Chondrogianni-Metoki, Ephorate of Antiquities di Kozani

 

Gli scavi condotti nell’area di Mavropigi dall’Ephorate of Antiquities nella regione di Kozani (Macedonia greca occidentale), in una miniera di lignite, hanno rinvenuto, a 1.5m sotto il livello di calpestio, una sepoltura femminile. La donna è distesa su un letto di bronzo in cui montanti sono decorati con teste di sirene.

La sepoltura femminile sul letto di bronzo con il corredo, crediti Areti Chondrogianni-Metoki, Ephorate of Antiquities di Kozani

È raffigurato anche un uccello che tiene in bocca un serpente, simbologia che rimanda al culto di Apollo, del quale esisteva un santuario di dimensioni non monumentali nel sito di Porta a Xirolimni (prefettura di Kozani), come attesta il grande numero di iscrizioni e sculture rinvenuti. Oltre al letto di bronzo, le cui parti lignee non si sono conservate, sono stati rinvenuti quattro vasi in ceramica e uno in vetro. Il direttore dell’Ephorate of Antiquities di Kozani, Areti Chondrogianni-Metoki, rivela che sulla testa della donna sono state rinvenute delle foglie d’oro di alloro, forse parte di una ghirlanda, e sulle mani tracce di fili d’oro, probabile testimonianza di un ricamo.

Ricostruzione del letto, crediti Areti Chondrogianni-Metoki, Ephorate of Antiquities di Kozani

La tipologia di corredo colloca la tomba alla fine del I sec. a.C., ma solo ulteriori analisi sul corpo della donna potranno fornire dati più certi, come anche l’età e la causa del decesso. Quel che appare chiaro è che la defunta, la sola ad essere presente in questa sepoltura, doveva appartenere alla nobiltà locale. Come afferma il dr. Chondrogianni-Metoki, la conoscenza dell’area in questa epoca è poco nota, ma essa corrisponde all’espansione di Roma verso la Grecia dopo la presa di Corinto nel 146 a.C. Questo importante ritrovamento potrebbe aiutare gli studiosi a costruire la storia del I sec. a.C. della Grecia settentrionale.

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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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