Nell’area del Castello degli Agolanti di Riccione la collaborazione tra gli archeologi dell’Università di Bologna e il Museo del Territorio Riccione, tramite l’apertura di diversi saggi di scavo, ha portato alla luce resti romani e medievali in una zona non meglio indagata.
All’interno del fortilizio sono state individuate tre diverse fasi di costruzione, tutte e tre precedenti all’alzato attualmente conservato. L’area di frequentazione, che pertiene i secc. VIII e X con trasformazioni anche durante il resto del Medioevo, si sviluppa sul piano naturale sopraelevato della Via Flaminia già dall’antichità, la strada consolare romana che collegava la capitale a Rimini.
Le indagini di scavo ad ovest del castello hanno invece individuato strutture di epoca imperiale romana, probabilmente una villa rustica, di cui si sono conservati i basamenti in mattoni. I reperti ceramici rinvenuti datano la villa tra il II sec. a.C. e il IV sec. d.C. Tra di essi, importante è una lucerna con bollo databile tra la metà del I e la metà del II sec. d.C. La presenza del bollo ha permesso di ricostruire la provenienza modenese della lucerna realizzata nell’officina Vibiani.
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