Questa volta si può davvero parlare di un ritrovamento particolare: la mummia di quello che probabilmente fu un leone. La notizia è stata diffusa nelle scorse ore dal Ministero delle Antichità egiziano il quale afferma che una delle missioni di scavo al lavoro nella necropoli di Saqqara, nei pressi della piramide a gradoni di Djoser, ha riportato alla luce i resti di un animale particolarmente grande, molto probabilmente un leone o una leonessa.
Abituati al ritrovamento di mummie di gatto o altri piccoli animali, possiamo immaginare lo stupore degli archeologi di fronte ad una tale scoperta. In effetti il recupero di un leone mummificato è raro, risale infatti al 2004 il ritrovamento del primo, e finora unico, scheletro di leone. Nel caso fosse confermata la natura felina di questo grande animale, visto il probabile ripetersi di un tale rituale effettuato su questi animali, si potrebbe ipotizzare che anche il leone – insieme a gatti, ibis, babbuini… – fosse ritenuto sacro nell’antico Egitto. Sacro o no, non dimentichiamo che il leone fu compagno fedele sui campi di battaglia di grandi faraoni come Ramesse II (il cui esemplare ricevette il nome evocativo di “Uccisore dei suoi nemici”) o Ramesse III, i quali li fecero rappresentare al loro seguito nelle raffigurazioni parietali dei templi. Quelle trovate potrebbero quindi essere semplici sepolture dedicate ai loro amati amici a quattro zampe, come nel caso della gattina Ta-Miu, carissima cucciola del principe ereditario Thutmose figlio di Amenhotep III, il quale le dedicò un delizioso sarcofago ora ospite nel Museo Egizio del Cairo. Per Alain Zivie, l’archeologo che scoprì il leone del 2004 all’interno della tomba di Maia (la nutrice di Tutankhamon, anche lei sepolta a Saqqara), la presenza del leone all’interno di una tomba potrebbe essere legato al ruolo di sorvegliante eterno, confermandone così lo status di animale sacro. Lo scheletro del 2004, completo e in buono stato di conservazione, fu inumato nell’area della tomba dedicata al culto della dea gatto Bastet, dove furono trovate grandi quantità di ossa appartenute sia ad esseri umani che animali, tra cui, ovviamente, molti gatti. Sempre secondo Zivie il leone potrebbe essere stato considerato un’incarnazione del dio Mahes, figlio di Bastet. D’altro canto, però, il fatto che l’anziano leone non fosse avvolto nelle bende di lino, come gli altri animali sacri, fa pensare che l’importanza di questo animale sia più da attribuire ad un legame affettivo piuttosto che ad un rituale sacro verso un dio. Una curiosità in più: il fatto che questo leone sia stato trovato nella tomba della nutrice di Tutankhamon non significa che fosse appartenuto al famoso faraone della XVIII dinastia, in quanto probabilmente vi fu sepolto molto più tardi.
Non ci resta che aspettare la conferenza stampa del Ministero per conferire o meno a questo animale uno status di sacralità ed avere maggiori dettagli su questa interessantissima scoperta, evento che comunque avrà luogo solo quando saranno state effettuate ulteriori indagini.
Un ritrovamento di grande interesse: spero ci siano presto nuove notizie. Paolo G