Le teogomie del periodo storico vengono adattate in epoca greco-romana per adattarle ai nuovi sovrani stranieri. Nei mammisi vengono rappresentati drammi liturgici che si riferiscono alla nascita di infanti divini che si identificano col sovrano del momento. Tutta la sequenza di fasi della liturgia, che inizia con l’annuncio di Amon-Ra di creare un figlio come suo successore sulla terra, fino alla intronizzazione del fanciullo divino e del suo Ba, sono documentati significativi aspetti rituali.

L’evoluzione del mammisi

“Mammisi” è il nome dato da Champollion a quegli edifici templari che in origine erano denominati per-meset, “casa della nascita”. Questi edifici, inseriti in un complesso templare, avevano lo scopo di consacrare la nascita del fanciullo che completava la triade divina del tempio.

Fig. 1 – Il mammisi di Traiano a Dendera (foto dell’autore)

Esistono in Egitto numerosi resti di edifici che fanno pensare a una loro destinazione come mammisi, ma il loro stato attuale non consente di affermarlo con certezza. Sono sicuramente esistiti i mammisi di File, Kom Ombo, Edfu, Ermant, Dendera, Esna, alcuni sono totalmente scomparsi. Non sono considerati mammisi in senso stretto “il portico della nascita” a Deir el-Bahari1, la sala della nascita di Amenhotep III nel tempio di Luxor e la sala I del tempio di Hibis a Kharga: le rappresentazioni e i testi di queste liturgie sono fondamentali per comprendere i misteri esposti nei mammisi; però essi non si riferiscono alla nascita del terzo personaggio della triade divina. Queste rappresentazioni sono invece parte essenziale del culto regale.2

Fig. 2 – Teogamia del tempio di Deir el-Bahari, il concepimento della regina Hatshepsut (immagine tratta dal II volume di Naville, The temple of Deir el-Bahari, 1998, pl. XLVII)
Fig. 2 bis – Teogamia del tempio di Luxor, il concepimento del re Amenhotep III (immagine tratta da un articolo di L.Bell, The New Kingdom “Divine” Temple :of Luxor, Tauris Publishers, New York 1997, pag. 139)
Fig. 3 – La gestante regina Ahmose viene accompagnata al luogo del parto (immagine tratta dal II volume di Naville, The temple of Deir el-Bahari,1998, pl. XLIX)

Il mistero della nascita divina è conosciuto anche in una forma diversa da quella rappresentata nei mammisi. Basti ricordare la miracolosa concezione di Horus rappresentata nel tempio di Sethi I ad Abido. La scena è stata duplicata pari pari nelle celle dedicate ad Osiri sul terrazzo del tempio di Dendera.3

Fig. 4 – Il miracoloso concepimento di Horus rappresentato nella cappella osiriana est n. 3 sul terrazzo del tempio di Dendera (foto dell’autore)

Così nello stesso tempio di Dendera abbiamo due diversi approcci alla concezione e alla nascita del re-dio: per Horus si è seguito lo schema del mito osiriano; nel mammisi il concepimento e la nascita di Ihy si sviluppano in una elaborata liturgia che sembra avere i suoi fondamenti in una antica teogamia solare. È interessante rilevare che i due approcci hanno comunque la stessa finalità: la nascita dell’erede divino che regnerà sul trono d’Egitto.4

Fig. 5 – Una sequenza di immagini del rituale del mammisi di Kom Ombo (figura tratta dall’articolo di Louant sui mammaisi, EA&O, n.32/2003, pag. 40)

Nei mammisi si celebrava il mistero della nascita divina in determinate epoche dell’anno con veglie e con canti e danze, con la partecipazione di cori e musicisti. Il rituale dei misteri si svolgeva nella cella del mammisi, mentre il viale di accesso e la corte erano destinate alla esecuzione delle melodie e alle coreografie notturne.
Si stima che fossero una ventina i preti che dovevano recitare il dramma sacro rivestiti con appropriati costumi e maschere delle divinità coinvolte. C’era bisogno di spazio per isolare i preti che celebravano il mistero dalle impurità esterne e dai semplici comprimari del rito. Inoltre nei mammisi si celebrava il culto divino, tre volte al giorno, davanti alle statue dei mammisi. Nei mammisi più antichi, come quello di Nectanebo, la processione per il culto divino giornaliero partiva dal tempio grande e comportava un certo impegno logistico-organizzativo. Con l’aggiunta di una sala delle offerte il mammisi divenne un piccolo tempio autonomo. Una scala laterale consentiva di salire sul tetto del mammisi all’inizio dell’anno per rigenerare le statue esponendole ai raggi solari.
I mammisi sono orientati verso est, realmente o virtualmente, per sottolineare l’aspetto cosmico della nascita divina. Molte immagini erano ricoperte di una lamina d’oro per affermarne il valore eterno. “L’oro è l’elemento essenziale della vita divina. È la carne degli dei ed è a loro riservato. Rivestire d’oro una rappresentazione è dunque infondergli questa vita…”.5

La più antica liturgia del mistero della nascita si fa risalire al Papiro Westcar, nella parte che riporta “La nascita dei tre re” che inizieranno la V dinastia. Qui il padre è il dio sole Ra, la madre è la sposa del gran sacerdote di Ra, varie divinità assistono la partoriente e fanno da levatrici6. I tre neonati sono presentati come statue: carne d’oro, ossa d’argento, capelli di lapislazzuli, altezza di un cubito.
Nel periodo antico un re-dio poteva nascere in una sala all’interno di un tempio. Con l’avvento dei sovrani nubiani della XXV dinastia le concezioni teologiche della sovranità dovettero essere adattate perché questi re, in quanto stranieri, non potevano essere considerati in origine come divinità. Per loro si dovette creare la mistica di un processo che iniziava con la loro generazione da parte del dio Amon con la dea locale, a cui seguiva la nascita “divina” e l’intronizzazione del fanciullo regale.
Il risultato di questa evoluzione si è consolidato e dopo la Bassa Epoca tutte le grandi metropoli religiose dovevano avere un mammisi. Il più antico esistente è quello di Nectanebo I a Dendera e quello più recente è a nome di Traiano, anche questo a Dendera. L’esame architettonico dei mammisi, dal più antico al più recente, mostra notevoli variazioni dimensionali, certamente dovute all’arricchimento delle manifestazioni del culto e all’aumentato numero degli attori del dramma sacro.

1) Edouarde Naville, The Temple of  Deir El Bahari, paert II, The Office of The EEF, London 1896, pl. XLIX.
2) Daumas, Les mammisis des temples égyptiens, Paris 1958, cap. IV, in particolare pagg. 61-64.; S. Cauville, Dendera, les chapelles osiriennes, IFAO,Le Caire 1997, II vol., tav. X 264.
3) S.Cauville, 1997 op. Cit., II vol., tav. X 264.
4) Abbiamo qui un caso della “diversità degli approcci” che conduce alla legge delle emergenze multiple definita dal Derchain in Le Papyrus Salt 825. Rituel pour la conservation de la vie en Egypte, Bruxelles 1964, pagg. 3-10.
5) Daumas,1958. op. cit., pag. 158.
6) Donadoni, Testi religiosi, Laterza, Bari 1959, pagg. 175-179.

L’offerta del latte

Oltre al culto quotidiano nei mammisi si svolgeva un rituale solenne all’inizio dell’anno e in determinate festività segnalate dal calendario del tempio. I culti richiedevano offerte liquide e solide. L’offerta del latte era essenziale e la sua importanza è segnalata anche dal fatto che molte scene di allattamento erano rivestite con una lamina d’oro. L’importanza del latte nella liturgia dei mammisi è evidenziata pure dagli epiteti delle dee e da alcuni testi. Hathor, ad esempio, è chiamata “la signora del latte-bianco”. Dopo il canto del mattino, per il risveglio della dea Hathor e del neonato Horus, viene recitata la formula per l’offerta del latte: “Io ti offro il latte-bianco che è nelle mammelle della vacche di Hathor”. La formula prosegue nominando varie vacche divine che danno il loro latte al neonato con il significato complessivo di purificazione, protezione, nutrimento e amore.7
A File si riscontra anche un’offerta di latte ad Osiri, allo scopo di ringiovanirlo, con scadenze decadali. In questo tempio Tolomeo V offre il latte ad Harpocrate con formule simili nella sostanza a quelle di Dendera8. Un testo presenta la formula dell’offerta del latte al neonato Horus da parte di Augusto: “È il figlio di Ra nella Dimora dell’Inizio (File), in immagine vivente del signore delle vacche da latte che dà il latte-dolce all’erede di Osiri, che riempie le misure del figlio di Isi di latte-bianco. Egli è il figlio della Brillante, nutrito da Hesat, che procura il necessario al fanciullo per ogni giorno”. E in un’altra colonna il testo recita: “…nutrito dalla Brillante, che dà vita e dominio al giovane verde di vita”.

Fig. 6 – La dea Hesat, spesso rappresentata come vacca, è la dispensatrice del latte (l’immagine della dea Hesat è tratta dal volume di J-P Corteggiani, L’Egypt ancienne et ses dieuz, Fayard, Paris 2007, pag. 206)

L’offerta del latte-bianco e del latte-dolce si conclude con la dea Meret che dona anni e feste Sed innumerevoli e la regalità di Ra. Ciò dimostra che il latte non era un semplice alimento destinato a fortificare il corpo del neonato: esso serviva soprattutto ad assicurare a chi lo riceveva la regalità divina grazie alla sua provenienza da Isi. La conferma si ha pure dai segni geroglifici ankh-was usati per significare il latte: bere il latte voleva dire ricevere vita e potere.9 (Vai all’approfondimento)

7) Daumas, 1958, op.cit., pag. 178.
8) Sull’importanza del latte anche in ambito funerario fin dal periodo più antico si veda Leclant, Le role du lait et de l’allaitment d’après les Teztes des Pyramides, JNES, n. 10, 1951, pagg. 123-127.
9) Daumas, 1958, op. op. cit. pag. 186. L’autore dichiara di non conoscere cosa differenziava il latte-bianco dal latte-dolce. Da notare l’uso lessicale dei geroglifici ankh-was, letteralmente “vita-dominio”, per indicare il latte.

La teologia e il dogma del mistero della nascita divina e regale

La concezione teologica dei mammisi ha un valore cosmico perché la nascita divina, che si combina con la regalità del dio fanciullo, garantisce la successione dal padre al figlio, quindi assicurando l’attuazione dei principi impersonali della dea Maat, vale a dire la continuità dell’ordine e dell’organizzazione del creato.
Il re è divino in quanto egli è figlio delle divinità principali del tempio : egli è figlio di Hathor a Dendera, di Isi a File e a Edfu, il padre è sempre Amon. Il nome dell’infante divino è diverso in relazione alla specifica triade del tempio. Il suo nome è Ihy a Dendera, Horus a File e a Edfu, Panebtawy a Kom Ombo.10
Le date relative alle decorazioni dei mammisi sono generalmente tarde e quindi il figlio augusto della dea si identifica con un sovrano tolemaico o con un imperatore romano. È interessante constatare che la concezione teologica della regalità faraonica era superiore al sentimento nazionalista degli egizi verso gli occupanti greci e romani, tanto più che questi ultimi favorivano gli immigrati greci nella lingua ufficiale e in tutte le varie forme di convivenza. Ma era il ritmo dell’universo a richiedere che anche gli imperatori romani avessero il loro protocollo come re d’Egitto11. Così a Dendera l’imperatore Traiano “è sul suo trono come Ihy, figlio di Hathor, Signore del Doppio Paese, possessore del cartiglio che lo rende re per l’eternità”.12

10) In realtà nella liturgia del mammisi le figure divine talvolta si scambiano i ruoili, ad esempio Hathor con Isi e viceversa. Horus compare spesso nella forma Horus-sema-tawy = Horus che unisce le due Terre (Harsomtus nella forma grecizzata).
11) I riferimenti principali alle rappresentazioni si trovano nel volume di Daumas, Les mammisis de Dendera, Extrat planches du mammisi romain, IFAO. Le Caire 1959.
12) Daumas, 1958 ,op.cit., pag. 368.

Le rappresentazioni del mammisi di Dendera

Il mistero della nascita divina era rappresentato sulle pareti del santuario dei mammisi allo scopo di renderlo funzionante in eterno grazie alle figure animate dal rituale dell’ “apertura della bocca”. Il mistero non può comunque essere svelato totalmente perché i testi spesso si limitano a enunciare gli incipit. Anche l’ordine delle scene è difficile da stabilire perché la successione liturgica nei vari mammisi è variabile, forse a causa di considerazioni teologiche locali. La sequenza delle scene poi si alterna da una parete alla parete di fronte e su differenti registri da un mammisi all’altro. Inoltre il graduale ingrandimento dei mammisi13 ha comportato anche una estensione delle rappresentazioni del mistero della nascita divina, spesso con scene che ripetono con qualche variante scene precedenti.
Nel suo studio complessivo sui mammisi egizi il Daumas elenca una sequenza di 16 scene che tengono conto della massima estensione delle rappresentazioni, a iniziare dal mammisi di Nectanebo, il più antico, a quello di Traiano, il più recente14. Per i nostri scopi vale la pena di limitare l’analisi delle rappresentazioni ai quadri essenziali che ci tramandano il mistero della nascita divina.

13) L’autonomia dei mammisi dal tempio principale e la maggiore ampiezza dei culti e la numerosità degli attori e dei comprimari dei rituali ha reso necessaria la edificazione di nuove sale.
14) La descrizione e l’analisi delle 16 scene va da pag. 376 alla pag. 488: Daumas, op. cit.

La teogamia.15 La sequenza inizia con Amon-Ra che annuncia agli dei dell’Enneade la sua intenzione di creare un figlio che sarà il suo successore sulla terra. Nelle rappresentazioni più antiche, risalenti a Hatshepsut e a Amenhotep III, Amon-Ra e la regina hanno le gambe intrecciate per confermare visivamente l’intimità confermata dal testo geroglifico che accompagna le scene.
Nelle rappresentazioni dei mammisi Amon-Ra e Hathor sono invece seduti a distanza su un letto, uno di fronte all’altra. È una unione mistica. Dice Amon-Ra: “Io mi unisco a te in gioia [….] nel tuo corpo. La tua rugiada mi rallegra. Il tuo profumo è quello del Paese-del-dio, l’odore del tuo corpo è quello di Punt. Eccomi che stabilisco saldamente tuo figlio, perché egli leghi l’eredità del Doppio-paese, perché egli abbellisca i templi degli dei e confezioni le loro statue”16. (Vai all’approfondimento)

Fig. 7 – L’unione mistica di Amon-Ra e Hathor ( immagine ripresa dal mammisi di Nectanebo a Dendera – foto dell’autore)
Fig. 7 bis – L’unione mistica di Amon-Ra e Hathor nel mammisi di Traiano, pl. XLV B (immagine tratta dal citato volume di Daumas, Les mammisis de Dendara, 1959, pl. XLV B)

Il letto è adorno con teste leonine che rappresentano il dio Aker e formano la porta dell’aldilà dalla quale si deve passare per entrare nel mondo acqueo, il Nun, come per uscirne17.
A Dendera, nel mammisi di Traiano, prende parte alla teogamia anche il dio Khnum: egli assicura che modellerà un figlio perfetto.

15) Nei mammisi greco-romani l’attore principale è Amon.
16) Daumas, 1958, op. cit., pag. 397., ma per attuare un parziale recupero dell’antica ierogamia solare Amon compare solitamente come Amon-Ra.
17) Il Nun rappresenta l’oceano primordiale nel seno del quale il demiurgo ha preso coscienza dando inizio al processo della creazione : Corteggiani, L’Egypte ancienne et ses dieux, Fayard, Paris 2007, pag.376.

Gli dei Amon e Khnum: il dialogo. Amon-Ra ordina a Khnum: “Modella il re dell’Alto e Basso Egitto, Ihy, figlio di Hathor”. Risponde Khnum: “Io agisco secondo il tuo ordine,…, lo modello a tua somiglianza,…”. (fig. 7)
Che il re sia l’immagine del dio è una concezione antica espressa da molti sovrano del Nuovo Regno che si qualificano twt akhet, “immagine effettiva” di una divinità18. Ancora più esplicito è re Tutankhamon il cui nome significa “immagine vivente di Amon”.19 (Vai all’approfondimento)

Khnum modella l’infante sul tornio da vasaio. La scena mostra il dio Khnum che modella sul tornio il fanciullo. È presente la dea rana Heqet che tende al fanciullo il segno ankh, soffio della vita. Nel mammisi di Edfu la dea Heqet è definita la nutrice che con il suo latte fa vivere il nuovo essere. Khnum recita: “….io creo il tuo corpo divino in corpi divini,20 io aggiungo alla tua perfezione…”.Oltre a modellare il fanciullo Khnum gli dà pure la vita grazie al suo soffio divino.

Fig. 8 – Il dio Khnum crea il fanciullo divino sul tornio da vasaio (immagine ripresa dal mammisi di Nectanebo a, Dendera, foto dell’autore)

Nel mammisi romano questa scena è riprodotta con qualche variante sulla parete opposta : può essere la creazione del ka del futuro re? Il cattivo stato del testo non consente di stabilirlo, ma l’ipotesi è attendibile in considerazione delle rappresentazioni più antiche in cui Khnum modellava sul tornio contemporaneamente il fanciullo e il suo ka. Inoltre in altre parti del mammisi il neonato Ihy compare duplicato. (Vai all’approfondimento)

18) Daumas, 1958, op. cit. pag.406.
19) Nell’ “insegnamento per Merikara” anche “gli uomini sono l’immagine del dio, usciti dal suo corpo”, Roccati, Sapienza egizia, Paideia Editrice, Brescia 1994, pag. 70, par. 27.
20) Secondo Daumas con la dizione “corpi divini” ci si vuole probabilmente riferire ai materiali di cui è composto il divino fanciullo: oro, argento, lapislazzuli.

Il dio Ptah ritocca il corpo del fanciullo che si trova ancora sul tornio. È probabile che anticamente il dio Ptah giocasse un importante ruolo nella nascita regale. Ma dal Nuovo Regno Ptah è soppiantato da Amon e quindi ora il suo ruolo è solo marginale.

Fig. 9 – Il dio Ptah rifinisce sul tornio l’aspetto del fanciullo divino (immagine tratta dal citato volume di Daumas, Les mammisis de Dendara, 1959, mammisi di Traiano pl. XLIII B)

Le 7 Hathor nutrono il neonato. Ognuna delle sette Hathor è rappresentata mentre nutre al seno il neonato. Esse agiscono come fate che augurano all’infante gioia e salute e gli assicurano il nutrimento con le “grosse mammelle”, latte e prestigio, il latte luminoso della dea Hesat (nutrice di Ra).21 (Vai all’approfondimento)

Fig. 10 – Le sette Hathor allattano l’infante divino (immagine tratta dal citato volume di Daumas, Les mammisis deDendara, 1959, mammisi di Traiano, pl. XLIV A_B)

L’annunciazione di Thot ad Hathor. Thot si rivolge ad Hathor: “Vieni al palazzo per vedere il Signore degli dei. Il suo cuore si dilata per l’amore che ti porta; egli si unirà a te in vita e stabilità. Tu vedrai tuo figlio e il tuo cuore sarà felice”.22

Fig. 11 – Il dio Thot annuncia ad Hathor che Amon-Ra desidera unirsi a lei per avere un figlio (immagine ripresa dal mammisi di Nectanebo, Dendera, foto dell’autore)

È curioso riscontrare che nella sequenza delle rappresentazioni l’annunciazione della teogamia avviene quando il rapporto tra Amon e Hathor è già stato consumato. (Vai all’approfondimento)

L’annunciazione di Khnum ad Hathor. La scena mostra Khnum e Hathor. Recita Khnum: “Avanza verso il tempio di tuo padre Amon-Ra. Il suo cuore si dilata (è in gioia) per l’amore che ti porta. Egli proteggerà tuo figlio, il fanciullo Harsomtus, in vita e stabilità”23 (fig.7 bis).
È di fatto una seconda annunciazione, anche questa apparentemente fuori tempo dato che lo stesso Khnum ha già modellato il fanciullo. (Vai all’approfondimento)

La dea Heqet e Khnum conducono Hathor al letto del parto. Ci sono fondati indizi per ritenere che il dio Khnum avesse un importante ruolo ostetrico. A sua volta la dea Heqet aveva un ruolo protettivo. È noto il ruolo di Heqet come levatrice (fig.7 bis).

A questo punto, secondo Daumas, un coro doveva intonare il grande inno che compare sulla porta che separa la sala delle offerte dal santuario. L’inno rivolge un elogio al dio Amon per le sue virtù e per le sue proprietà vitali e lo si implora di portare il soffio della vita alla partoriente: “….avvicinati, o disco venerabile; porta il soffio a tua figlia; parla, accarezza la tua amante, tu che dai il soffio al naso di chi è nell’angoscia. Eleva il soffio al naso della Signora di Dendera, ….”.24 In alcuni mammisi ricompare Amon che porge il soffio della vita, il segno ankh, alla dea Isi-Hathor25. (Vai all’approfondimento)

21) I testi con gli auguri delle 7 Hathor sono in Daumas, op. cit., pagg. 415-418.
22) Daumas, op. cit., pag. 424.
23) Daumas, 1958, op. cit., pag. 424.
24) Daumas, 1958, op. cit., pag. 432.
25) E. Louant, Les fetes au Mammisi, Egypte Afrique et Orient, N. 32/2003, pagg. 3148. L’articolo propone alcune immagini di altri mammisi , in particolare di Edfu, e cita alcune feste che si celebravano in questi mammisi.

La natività. È la scena del parto in presenza di varie divinità femminili come figuranti: Nekhbet, Uadjet, i 14 ka, i 2 Upuaut, Mesyt (la personificazione della nascita), Iusas, Nebetu, Isi, Nefti, Neith. Si ipotizza che la partoriente fosse posta sopra i bordi dei due letti accostati. Sotto i letti compaiono amuleti e varie divinità, fra cui Tueris e Bes.

Fig. 12 – Scena del parto di Hathor e nascita del dio fanciullo Ihy (immagine tratta dal citato volume di Daumas, Les mammiisis de Dendara,1959, mammisi di Traiano, pl. XL A)

A File è il re che riceve l’infante per consegnarlo poi alla dea Nekhbet. Il dramma forse consisteva nello svelare una statua dell’infante-re.

Il riconoscimento del figlio da parte del padre. Il neonato viene presentato ad Amon il quale conferma che egli ricoprirà la funzione regale. In alcuni mammisi questa scena anticipa la natività, contro la nostra logica degli eventi.
Nel mammisi di Traiano è Horus Behedety, il dio di Edfu, che tiene l’infante sulle ginocchia. In un’altra scena è Ra-Harakhti che dichiara :”Egli è a somiglianza della mia perfezione; egli durerà come re di tutto il paese”. Nel mammisi di Nectanebo così si esprime Hathor: “Io nutro tuo figlio, che tu ami, con il latte che esce dal mio corpo; che il latte penetri in lui in piena vita e sovranità”26. E per riconfermare l’importanza dell’allattamento ricompaiono le 7 Hathor e varie altre divinità.

Fig. 13 – Allattamento dell’infante Ihy (immagine tratta dal citato volume di Daumas, Les mammisis de Dendara,1959, mammisi di Traiano, pl. X L B (sul fondo della tavola sono rappresentate delle vacche che concretamente fornivano il latte richiesto dalle esigenze del rituale)

Sul muro di fondo del santuario del mammisi di File è rappresentata Isi che allatta il neonato nel papireto delle paludi di Chemmis.27 Amon, in presenza di altre divinità, le tende il segno delle vita. Forse a questo punto del rituale la statua del dio infante veniva presentata a coloro che stavano all’esterno.

Fig. 14 – Allattamento di Horus fanciullo nelle paludi di Chemmis, mammisi di File (figura tratta dal citato volume di J-P. Corteggiani, L’Egypte ancienne et ses dieux, pag. 245)

I testi riportano canti che inneggiavano alla regalità e alla durata di vita. Ecco una parte dell’inno rivolto a Horus-Behedeti nel mammisi di Edfu: ”I Due-paesi si uniscono al loro Signore, essi si uniscono sulla testa sulla testa del figlio di Isi (le due corone). Che il tuo cuotr sia dolce, Signore degli dei! Vedi, tuo figlio assomiglia alla tua Maestà in ogni suo tratto. Intronizzalo presso suo padre”.28 (Vai all’approfondimento)

Fig. 15 – Il dio Horus come falco nelle paludi di Chemmis, mammisi di File (foto dell’autore)

26) Daumas, 1958, op. cit., pag. 450.
27) La rappresentazione è coerente con il racconto del mito di Osiri.
28) Daumas, 1958, op. cit., pag. 454.

L’intronizzazione del fanciullo divino e del suo ka. L’intronizzazione coincideva con una purificazione del neonato con “il latte di sua madre”.

Fig. 16 – Il dio Horus fanciullo è intronizzato e riceve i simboli della regalità (immagine sulla parete meridionale esterna del mammisi di File – foto dell’autore)

Questa purificazione sembra confermare l’allevamento di almeno una vacca sacra in cui Hathor si incarnava per fornire il latte necessario.

La conferma di una durata cosmica. In questa scena compaiono varie divinità che nel complesso hanno lo scopo di rafforzare i poteri vitali del re e di garantirgli una vita eterna collegandolo a fenomeni ciclici naturali. Il dio Anubi fa rotolare davanti a sé un disco e nel mammisi di Traiano così si esprime :”……..io lo ringiovanisco come la luna nel mese” Il disco di Anubi rappresenta la luna piena il cui ritorno periodico senza fine è indice di una durata cosmica. (Vai all’approfondimento)

Fig. 17 – Il dio Anubi con un’immagine della luna augura lunga vita al dio fanciullo Ihy (immagine tratta dal citato volume di Dauma, Les mammisis de Dendara, mammisi di Traiano, pl. XLI)

Thot Trismegisto inscrive gli innumerevoli anni di vita del re su un ramo di palma. In alcuni mammisi compare anche la dea della scrittura, Seshat, che compie la stessa operazione.

Fig. 18 – Il dio della scrittura Thot registra su un ramo di palma la durata di vita del fanciullo Horus (immagine sulla parete meridionale esterna del mammisi di File – foto dell’autore)

Nei vari mammisi, con l’eccezione di quello di Nectanebo, seguono altre rappresentazioni che in genere duplicano scene precedenti con qualche variante. I testi relativi riconfermano la regalità divina del neonato, una lunga vita, la protezione magica. L’allattamento e il latte sono di continuo riproposti. Dichiara il neonato dio Ihy rivolto alla madre Hathor: “…tu mi hai inondato del tuo latte…”

Conclusione

Il mistero della nascita divina si svolgeva come dramma liturgico a cui seguivano grandi festeggiamenti all’esterno dei mammisi. Le date delle celebrazioni erano diverse da un mammisi all’altro e il rito si compiva a più riprese durante l’anno. Una data fissa fondamentale era l’inizio dell’anno, un pericoloso momento di transizione che richiedeva una rigenerazione dei poteri regali.
Nel mammisi di Dendera le feste principali avvenivano29
– nei giorni 2 e 3 del mese di Thot, il primo mese dell’anno: Ihy, il Loto Venerabile, seguiva Hathor sul terrazzo del tempio per rigenerarsi ai raggi solari;
– il 7 di Tybi il neonato Ihy era associato alla festa di 5 giorni del dio del grano Nepri;
– nel mese di Pharmuti la “festa della nascita divina” si celebrava due volte: 2 giorni in occasione della “festa della luna” e il giorno 28 del mese;
– il giorno 11 di Pakhons si festeggiava per 21 giorni il parto della dea Iusas,30 compagna di Atum alle origini della creazione;
– il 4 del mese di Epiphi si celebrava la concezione di Horus, la cui nascita cadeva poi il 28 di Pharmuti31.
Lo scopo dei rituali era di
– assimilare a Horus il giovane dio concepito da Isi/Hathor e allevato nelle paludi di Chemmis, nel Delta
– confermare che con la successione del figlio al padre le forze della creazione erano vittoriose sulle potenze negative, e ciò grazie alla generazione divina
– identificare il neonato con il dio sole nelle sue varie forme, per assicurarne la rigenerazione continua
– intronizzare il re-dio, nutrito dalle dee, come sovrano del mondo.
Nelle rappresentazioni del culto regale e nel mammisi di Nectanebo, il più antico, le scene si raggruppano in tre temi centrali: la ierogamia e l’annunciazione; la nascita divina e l’allattamento; l’intronizzazione regale. Gli altri episodi del rituale sono aggiunte posteriori.
La celebrazione annuale del rito era destinata al ringiovanimento del re, necessario al buon funzionamento della società civilizzata.
Va poi sottolineato che il mammisi stesso era considerato una entità divina vivente. Scrive D. Meeks32: “Non è certamente un caso se, nel mammisi di Edfu, lo stesso lasso di tempo separa la festa della Nascita di Ra –alla luna nuova di Mesore – dal 28 Pharmuti, allorché si tende la corda per la fondazione dell’edificio. La “gestazione” del tempio della nascita divina non soltanto rispetta la durata richiesta, ma si svolge entro le stesse date riguardanti il fanciullo. Il concepimento della costruzione inizia al momento della festa della Nascita di Ra, mentre il gesto rituale del tendere la corda marca la sua nascita reale. …. I preparativi prima dell’avvio del cantiere duravano nove mesi e il tempio era ritualmente pronto a funzionare dal momento in cui la corda veniva tesa, vale a dire prima che qualche elevazione fosse costruita sopra il livello del suolo. …. Si vede dunque che il concepimento e la nascita di Hormutes33 si inscrivono nello stesso ritmo della nascita divina dei mammisi”.

29) Daumas, cit., pagg. 267-283. Per le date di festa degli altri mammisi si veda il Cap. II.
30) Impersonava “la mano del dio”.
31) In base alle corrispondenze riportate a pag. 245 del volume di Aufrère-Golvin-Goyon, L’Egypte restituée. Sites et temples de Haute Egypte, Ed. Errance, Paris 1991, per il nostro calendario le feste egizie cadevano il 27-28 agosto (2-3 Thot), il 3 gennaio (7 Tybi), il 23 aprile (28 Pharmuti), il 6 maggio (11 Pakhons), il 28 giugno (4 Epiphi).
32) D. Meeks, Mythes et légendes du Delta d’après le papyrus Brooklin 47.218.84, IFAO, Le Caire 2006, pag. 252.
33) È la versione grecizzata di Hor-sema-tawy = Horus che unisce le due terre. Nota. Il mammisi del tempio di Esna è scomparso ma sulle pareti del tempio compare comunque una estesa liturgia sul mistero della nascita regale: Sauneron, Les fetes religieuses d’Esna aux derniers siècles du paganisme, IFAO, Le Caire 1962, pagg. 185-244. Questa liturgia non segue lo schema dei mammisi, ma si esprime in una lunga serie di inni rivolti al dio Khnum che in questo tempio è il dio creatore per eccellenza: quindi a Khnum compete anche la creazione della funzione regale.

Gilberto Modonesi


Approfondimenti

Teogamia del mammisi di Traiano

Recitare le parole da parte di Amon-Ra a Hathor, signora di Dendera, occhio di Ra: Il tuo naso è in vita e stabilità. Io mi unisco a te in gioia [….] nel tuo corpo. La tua rugiada mi rallegra. Il tuo profumo è quello del Paese-del-dio, l’odore del tuo corpo è quello di Punt. Eccomi che stabilisco saldamente tuo figlio, perché egli leghi l’eredità del Doppio-paese, perché egli abbellisca i templi degli dei e confezioni le loro statue.

Recitare le parole da parte di Hathor, signora di Dendera, occhio di Ra, signora del cielo, signora degli dei: Quanto bella è l’uscita [….] tu sei il Signore degli dei. Tutto ciò che dici viene in esistenza nel momento stesso.

Dal mammisi romano di Dendera – Daumas, pag. 397
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L’offerta del latte

Dopo il canto del mattino per risvegliare il dio-fanciullo seguiva la formula per l’offerta del latte:

Dare a Horus… del latte; pacificare il dio con il suo nome.

Viene dalle mammelle di Hesat, dal corpo di Uryt,
il latte-menquet di Isi, il latte di Hesat!
Entrate nel ventre di Pa-neb-tawy, il fanciullo!
Purificatelo, proteggetelo da ogni male.
Io ti ho dato i tuoi tori e le tue vacche con il loro latte.
Inondatene (b‛H) in questo tuo nome di Bah (b‛H).
Viene il tuo cuore, Pa-neb-tawy, amato dalle vacche nutrici.
Tu sei amato in tutto il mondo.
Tu hai radunato le tue vacche all’inizio dell’anno.
Ciò che si mangia è nella tua bocca.
Verso di te c’è un timore rispettoso.
Tu strazi la terra con i tuoi sandali.
Purezza, purezza a Horus, il fanciullo Pa-neb-tawy (4 volte).

Dal mammisi di Kom Ombo – Daumas, Les mammisis des temples égyptiens, Paris 1958, pagg. 178-180.
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Gli dei Amon e Khnum: dialogo

Recitare le parole da parte di Amon-Ra a Khnum, signore del tornio: Modella il Re dell’Alto e Basso Egitto, Ihy, figlio di Hathor.

Recitare le parole da parte di Khnum, signore del tornio: Io agisco secondo il tuo ordine, perché tu sei il Signore degli dei. Io lo tornisco a somiglianza della tua persona. Così come il tuo nome è perfetto in quanto dio, nello stesso modo il tuo pensiero è efficiente e tutto ciò che dici viene in esistenza nell’istante stesso.

Dal mammisi di Nectanebo – Daumas, pagg. 403-404.
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Khnum modella sul tornio il fanciullo divino

Recitare la parole da parte di Khnum sul tornio:
Dopo averti modellato con le mie proprie mani, io creo il tuo corpo in corpi divini, io collaboro alla tua perfezione. Io faccio sì che la tua durata superi la durata del cielo-lontano. Finché durerà il cielo tu sarai re.

Dal mammisi di Nectanebo – Daumas, pag.404.
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Le 7 Hathor allattano il neonato Ihy

Le parole delle 7 Hathor sono introdotte dalla consueta formula: “Recitare le parole da parte di Hathor,….

  1. Signora di Dendera: Possa tu vivere, o fratello! Prendi cura di venire dall’interno del seno. Dilata il cuore nella gioia.
  2. Signora della Vallata: Possa tu avere buona salute, o Sovrana! Io sono la guardiana perfetta che cura il suo rampollo.
  3. Signora di Medjed mentre il Sovrano appare nelle sue braccia: succhia il latte che viene dal mio corpo.
  4. Signora di Iamu che salva Horus, il toro vittorioso: vieni da me a poppare il latte.
  5. Signora di Cusae mentre Amon lo riceve dal suo grembo: Io sono la nutrice perfetta dalle grosse mammelle.
  6. Signora di Akhuij dalla corolla d’oro: O fanciullo dell’Oro, disseta il tuo corpo con latte bianco. Che il tuo prestigio aumenti in questo paese.
  7. Signora di Hetepet mentre danza: O re vittorioso, io ti ho nutrito con il latte-luminoso di Hesat.

Dal mammisi romano di Dendera – Daumas, pagg. 415-418.
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Thot annuncia ad Hathor il volere di Amon

Recitare le parole da parte del Signore di Ashmuneim a Hathor, signora di Dendera: Vieni, tu, al palazzo per vedere il Signore degli dei. Il suo cuore si dilata per l’amore che ti porta; egli si unirà alla tua persona in vita e sovranità. Tu vedrai tuo figlio e il tuo cuore sarà felice.

Dal mammisi di Nectanebo – Daumas, pag. 422.
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Khnum annuncia ad Hathor il volere di Amon

Parole dette da Khnum, signore del tornio: Avanza, tu, verso il tempio di tuo padre Amon-Ra. Il suo cuore si dilata per l’amore che ti porta. Egli proteggerà tuo figlio Harsomtus, il fanciullo, con tutta la vita e potere.

Dal mammisi di Nectanebo – Daumas, pag. 424.

Parole dette da Khnum, ecc.: Io sono venuto come dio augusto verso il palazzo della dea venerabile a Dendera. Io ho generato il dio primordiale, il primogenito di Hathor perché egli è la semente divina del Signore degli dei.

Dal mammisi romano di Dendera – Daumas, pag. 424.
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Inno ad Amon generatore

Recitare le parole: O Amon, vieni verso Hathor, Signora di Dendera,
procedendo e camminando [in pace]….
Sei tu che dai il soffio ad ogni narice,
che ridai vita a chi è nell’angoscia.
È tuo il dolce soffio che [respinge] il male,
che allontana ogni malattia.
Sei tu che sai ciò che c’è nei cuori,
che attraversi la durata del tempo, senza muoverti.
Sei tu che avanzi vittorioso per colui che ti è fedele,
che guida il braccio di ciascuno.
Sei tu che fai vivere il pulcino all’interno dell’uovo,
che crei il seme nelle ossa.
È a te che ci si rivolge nel mezzo delle difficoltà,
che rendi la gioia ai cuori afflitti.
Sei tu il signore che dona la vita a colui che ami;
che si compiace in colui che fa la giustizia.
Sei tu, il cui cuore è giusto, che odia l’ingiustizia,
che prende piacere da colui che gli è fedele.
Sei tu che ascolti le richieste di tutti,
le cui orecchie sono aperte a ciascuno.

Dal mammisi romano di Dendera – Daumas, pagg. 429-430.
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Esultanza per la nascita dell’infante-re

Il cielo è in esultanza, le due falesie sono in gioia; colui che fa rinverdire (suo padre), il paese di Horus è suo. Gli dei lanciano grida di gioia, le dee fanno gesti di gioia. L’umanità ha il cuore dilatato.
Entrambi i due paesi si uniscono per il loro signore; essi si assemblano sulla testa del figlio di Isi.
Che il tuo cuore sia dolce, Signore degli dei.
Vedi, tuo figlio assomiglia alla Tua Maestà tratto per tratto. Intronizzalo presso suo padre.

Dal mammisi romano di Dendera – Daumas, pagg. 453-454.
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Anubi augura lunga vita al neonato

Recitare le parole da parte di Anubi sulla sua montagna: Io sono venuto davanti al Signore degli dei e vedo il figlio che egli ama. Io modello il suo corpo con in vita e potere. Io lo ringiovanisco come la luna nel mese.

Dal mammisi di Nectanebo – Daumas, pag. 477.
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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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