Il Museo Egizio del Cairo ospiterà da oggi, per la prima volta, una collezione di papiri risalenti al re Khufu.
l papiri sono stati scoperti nel 2013 nel porto di Wadi El-Jarf, una zona situata a 24 km a sud di Zaafarana e a 119 km dalla città di Suez, da una missione franco-egiziana guidata dagli egittologi Pierre Tallet e Sayed Mahfouz. Questi papiri raccontano tratti di vita quotidiana, nonché lo stile di vita dei lavoratori di quel porto durante la quarta dinastia, sotto il regno di Cheope, ed evidenziano tra le altre cose che i lavoratori e i dipendenti del porto di Wadi El-Jarf erano impegnati attivamente alla costruzione della Grande Piramide di Giza, illustrando inoltre un sistema amministrativo altamente efficiente. Questi papiri sono i più antichi documenti “cartacei” in scrittura egizia mai scoperti finora, precedono infatti sia i papiri di El-Gebelein che quelli di Abusir, che risalgono rispettivamente alla fine della IV e alla fine della V dinastia. Sono documenti contabili e amministrativi compilati nell’anno successivo il tredicesimo censimento di Cheope, data che probabilmente corrisponde all’anno ventisei del regno del re. Tra questi papiri è di rilevante importanza quello lasciatoci da Merer, un funzionario di medio rango a capo di un team di marinai composto probabilmente da non più di 40 uomini. Oltre al valore intrinseco del documento ritrovato e all’importanza delle informazioni che ci tramanda, grazie al rapporto di quest’uomo si ha ora un’ulteriore prova (se ce ne fosse stato bisogno) che le piramidi furono costruite dagli antichi abitanti di Kemet. Infatti, per ogni giorno Merer fa un resoconto del lavoro della sua squadra, la quale, attraversando il Nilo e i suoi canali, trasportava blocchi di calcare dalle cave di Turah, sulla riva orientale del Nilo, alla Piramide di Khufu a Giza.
Durante l’esposizione, presso il cortile del Museo Egizio di piazza Tahrir saranno allestiti degli spazi dove verranno messe in mostra per la prima volta le repliche dei maggiori capolavori presenti nelle sale del museo, nonché le pubblicazioni del Ministero. Le riproduzioni esposte saranno un’anteprima di quella che sarà una mostra permanente all’interno del museo, iniziativa che mira anche a dimostrare come i moderni artisti egiziani hanno ereditato le capacità artistiche dei loro antenati.

Volevo precisare con l’occasione che la foto che sta girando in queste ore nei vari social e che sta creando tanto trambusto in merito al trasporto poco “professionale” di alcuni reperti del museo, altro non è che una foto scattata durante il trasposto delle copie messe a disposizione dall’unità di produzione repliche archeologiche del ministero che saranno esposte nell’area antistante il museo. Insieme a questi artefatti, durante i 15 giorni della mostra degli scultori riprodurranno oggetti in argilla e rame seguendo i metodi di lavorazione dei loro antenati, mostrando così ai visitatori dell’esposizione come avveniva la produzione degli stessi nell’antico Egitto. Per tutto il periodo saranno applicati sconti offerti dal Ministero sulle vendite dei manufatti e dei libri: il 20% sulle repliche, il 75% su tutte le pubblicazioni anteriori il 2011 ed il 20% su quelle successive.
Sources: Ministry of Antiquities and Egyptian Museum of Cairo