Mostra su Riccardo Francovich

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Ancora fino al 26 Maggio 2017 si svolgerà, a Palazzo di Fieravecchia  a Siena, la mostra: “Riccardo Francovich. Conoscere il passato, costruire la conoscenza”, per ricordare il grande archeologo a dieci anni dalla sua scomparsa.

Il primo scavo estensivo in Italia di un sito fortificato medievale, iniziato negli anni Ottanta, l’apertura del primo parco archeo-minerario negli anni Novanta, l’uso dell’archeologia pubblica per la valorizzazione del territorio.

Sono questi tre elementi che potrebbero delineare con grande sintesi il significato degli studi e delle pubblicazioni di Riccardo Francovich, fondatore dell’archeologia medievale in Italia e in Europa come disciplina matura e autonoma, a cui l’Università di Siena, nel decennale della morte, dedica una mostra e un ciclo di eventi, a partire dall’inaugurazione dell’esposizione che si terrà il 30 marzo, alle 15.30, presso palazzo San Galgano (via Roma 47).

Come ricordano i suoi allievi, Marco Valenti e Giovanna Bianchi, Francovich “elaborò importanti contributi sulla cultura materiale nel Medioevo, con particolare riferimento allo studio delle ceramiche, delle tecnologie metallurgiche e delle architetture in funzione anche della loro tutela e restauro. L’avvio di studi incentrati sull’archeologia dell’ambiente, del paesaggio, sulla storia sociale delle tecniche, coincise con un forte interesse nel coniugare il lavoro dell’archeologo con quello dei ricercatori scientifici. Per questo si fece promotore dell’utilizzo delle archeometrie, attivando innovative collaborazioni con vari enti di ricerca e contribuendo a realizzare nell’Ateneo di Siena un laboratorio all’avanguardia per quei decenni”.

Successivamente, Francovich fu tra i primi ad applicare l’informatica all’indagine archeologica, fondando all’Università di Siena un laboratorio d’avanguardia, il LIAAM (Laboratorio di Informatica Applicata all’Archeologia Medievale), a cui seguì la nascita del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento (LAP&T) basato sull’impiego estensivo del remote sensing.

Di tutta questa grande ed innovativa esperienza oggi rimane all’Università di Siena una “scuola” archeologica molto attiva sia nella ricerca che nella didattica, punto di riferimento per molti giovani che intendono formarsi all’archeologia con un solido impianto teorico ma anche con un approccio sperimentale e pratico.

E proprio la testimonianza scientifica di Francovich, il suo lascito culturale, il metodo trasmesso agli allievi, la passione saranno protagonisti della mostra e dei sette eventi che si terranno ad aprile e maggio.

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