Oggi 5 giugno alle ore 17, presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sarà presentata al pubblico la famosa “Testa Lorenzini“, uno dei capolavori dell’arte etrusca acquistato dalla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC) su proposta della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato.

Il reperto è databile al 480 a.C. circa ed era forse parte di una grande statua del dio Apollo collocata in un tempio dell’antica Velathri (Volterra). Si tratta del più antico esempio noto nell’Etruria centro-settentrionale di una figura scolpita nel famoso marmor lunensis, oggi conosciuto come Marmo di Carrara. La statua ha inoltre ispirato la realizzazione di piccole e numerose sculture in bronzo utilizzate per i culti domestici in tutto il territorio di Volterra.

Sul piano stilistico, la testa fonde in sé alcune caratteristiche dell’arte etrusca – come ad esempio la fronte bombata e l’acconciatura dei capelli rigonfia sulla calotta cranica – insieme ad elementi dell’arte greco-orientale, come gli zigomi alti e la forma a mandorla degli occhi che erano realizzati in pasta vitrea e materiali semipreziosi e inseriti nelle orbite vuote, la stessa tecnica utilizzata per le statue di bronzo.

La celebre scultura prende il nome dalla famiglia Lorenzini che ne era già proprietaria e che l’aveva concessa in prestito al Museo Etrusco Guarnacci di Volterra fino al 1997. Dopo ben 22 anni, a seguito della decisione dei proprietari di metterla in vendita, il MiBAC ha esercitato il diritto di prelazione sul reperto, come previsto dal Codice dei beni Culturali e del Paesaggio (DLgs 42/04), e l’ha acquistato per 355.000 euro.

La collocazione definitiva della Testa Lorenzini – come anticipato in apertura – sarà dunque il Museo Archeologico Nazionale di Firenze accanto ad altri capolavori dell’arte etrusca come la Mater Matuta, il Cinerario di Chianciano e il coperchio di sarcofago detto dell’Obesus etruscus.

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