Testimone della lunga storia della città di Siracusa, l’acquedotto Galermi ha attraversato il tempo e la storia: creato per portare l’acqua potabile nella città antica, è stato rimaneggiato dopo il 500 dalla famiglia Gaetani di Sortino, che ha ottenuto nel 1576 dal Senato di Siracusa la concessione del canale e il diritto di installare mulini per il frumento. Il Marchese e i suoi eredi hanno realizzato una serie di ristrutturazioni, in particolare dopo il terremoto del 1693, e una fitta maglia di mulini, il tutto menzionato nell’archivio di famiglia.
L’acquedotto fu poi confiscato nell’Ottocento per essere destinato alla sola irrigazione del territorio. Tra il 1924 e il 1967 le sue acque forniscono energia elettrica alla provincia di Siracusa tramite la prima centrale idroelettrica del territorio, eretta dai proprietari privati Concetto Salonia e Vincenzo Carpenteri. Oggi la ricchezza agricola che produce è minacciata dalla vetustà dell’opera e dalla mancanza dei finanziamenti necessari alla sua manutenzione. Tuttavia questa opera è unica nel Mediterraneo e meriterebbe di essere protetta e valorizzata.
Il lavoro svolto è stato reso possibile grazie alla disponibilità del Genio Civile, autorizzato dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa, cui spetta la tutela del monumento. La mostra è stata sostenuta dalla preziosa collaborazione dell’Archivio di Stato – Sezione di Siracusa- ed è organizzata con la collaborazione del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici – Museo archeologico regionale Paolo Orsi.
Questa mostra intende presentare al pubblico i primi risultati di una ricerca della squadra del programma HYDROSYRA, ancora in corso, mettendo in luce le specificità dell’acquedotto dall’Antichità ai giorni nostri.