La volontà da parte del Ministero delle Antichità di rinnovare, sviluppare e riaprire tutti i musei nazionali per incrementare l’attrazione turistica, e allo stesso tempo sensibilizzare gli egiziani stessi rendendoli consapevoli del loro immenso patrimonio archeologico, ha fatto sì che anche il museo di Tanta sia stato oggetto di opere di ristrutturazione e ammodernamento. Dopo 19 anni di chiusura e un importante intervento di restauro di due anni costato oltre 700mila euro che ha interessato sia la struttura che gli ambienti e gli allestimenti, il museo è tornato finalmente a risplendere con i suoi pregiati manufatti e due showroom in più. E’ stato il Ministro delle Antichità in persona a presenziare all’ennesimo taglio del nastro, il primo risalente al 1913. All’epoca il museo situato nel capoluogo del governatorato di Gharbiyya – a 90 km dal Cairo, nel cuore del Delta – rappresentò il primo museo di antichità della regione e uno dei progetti più antichi che miravano alla realizzazione di musei regionali in tutto l’Egitto, ma da allora venne chiuso e riaperto diverse volte. Nel 1957, con la sua prima chiusura, i manufatti ivi contenuti furono trasferiti all’ingresso del cinema comunale dove restarono fino alla riapertura del museo del 1990, ma, dopo soli 10 anni, nel 2000 la struttura venne di nuovo e definitivamente interdetta per le precarie condizioni in cui versava.
Il museo è organizzato su cinque livelli: il primo piano è dedicato ai servizi (ristoranti, bar, bookshop…), il secondo e il terzo piano ospitano le varie collezioni archeologiche, il quarto piano dispone di una sala conferenze, mentre il quinto piano è riservato dagli uffici amministrativi.
Il museo di Tanta, sebbene piccolo, espone circa 2500 reperti che rappresentano i diversi periodi storici che si sono susseguiti nel paese dalla preistoria fino all’era moderna; dunque non solo antichità risalenti all’Egitto faraonico ma anche greche, romane, copte e islamiche. Lo scenario della nuova esposizione museale è diviso in due sezioni: la prima, al secondo piano, espone le scoperte archeologiche del Delta, mentre al terzo piano si sviluppa il tema dell’aldilà secondo i concetti e le credenze degli antichi Egizi focalizzando l’attenzione sull’importanza che veniva riservata alla tomba in quanto primo ed essenziale stadio del viaggio di risurrezione e immortalità. Qui, repliche delle false porte scolpite nelle camere funerarie fanno da cornice ai vari manufatti e prodotti alimentari che componevano i corredi funerari di cui erano equipaggiati i defunti per la loro sopravvivenza ultraterrena, mentre sculture e rilievi mettono in evidenza il rapporto tra il defunto e le divinità.
Questa sezione presenta anche un gruppo di imbarcazioni: elementi così importanti nella vita degli egiziani di ogni tempo in quanto questa popolazione da sempre ha solcato le acque del Nilo, del Mediterraneo e del Mar Rosso. Una collezione di manufatti riflette l’arte copta con icone, arazzi e manoscritti, così come l’arte islamica è rappresentata da vasi in ceramica, finestre e arazzi. Pregiati sono i manufatti risalenti all’era moderna, in particolare riferiti all’era della dinastia alawita. Sempre in questo piano vengono trattati i temi del commercio e il suo impatto sulla società egiziana attraverso l’esposizione di monete e quello dello sviluppo della tradizione. Su tutta la collezione di Tanta particolarmente degni di nota sono una statua di Imhotep (il famoso architetto che progettò la piramide a gradoni di Djoser a Saqqara, nonché figura deificata e oggetto di culto per le sue abilità mediche), una statua del dio Osiride, un’icona della Vergine Maria ed una collezione di 1208 monete coniate durante quasi tutte le epoche storiche della terra bagnata dal Nilo.
La metà dei reperti esposti provengono dagli scavi effettuati nel governatorato di Gharbiyya e nel Delta. Infatti Gharbiya è molto ricca di aree archeologiche: qui si trova il sito di Samannoud conosciuto come il luogo dove nacque la XXX dinastia; Buto, l’attuale Tell el-Farain, fu la prima capitale politica dell’Egitto nonché importantissimo centro religioso e capitale del Basso Egitto; il sito predinastico di Quesna, dove fu trovata una necropoli costituita da tombe in mattoni di fango e un cimitero per animali sacri contenente soprattutto mummie di falco deposte in onore al dio Horus; Tanis, capitale dell’antico Egitto durante il III Periodo Intermedio; Bubasti, capitale del XVIII Nomo del Basso Egitto e sede principale del culto della dea Bastet, nonché capitale d’Egitto durante la XXII dinastia; e Behbeit El Hagar, con i resti di quello che è stato il primo grande tempio dedicato alla dea Iside.
Per celebrare la nuova apertura di uno dei più antichi musei regionali d’Egitto l’ingresso sarà gratuito per due settimane.
Source: MoA