Il comunicato dell’Ufficio Stampa del Parco Archeologico di Pompei quest’oggi racconta ancora una volta una fetta di storia di questa città. I protagonisti non sono gli splendidi affreschi  come quelli mostrati dalla foto in evidenza di questo articolo, ma gli uomini che in quella immane tragedia hanno perso la vita.

Sulla mancanza di scrupoli dei tombaroli di fronte ai resti di queste persone non ci soffermiamo, ci preme di più sottolineare come chi scava nel passato si trovi a rivivere momenti di grande tensione emotiva. A raccogliere la sofferenza di uomini e donne che non ce l’hanno fatta a sopravvivere a una potenza devastante e che in quelle case vivevano, in quelle strade camminavano, in quei teatri vivevano.

LA STANZA DEGLI SCHELETRI E IL SACCHEGGIO DEGLI ANTICHI TOMBAROLI

Credit: Parco Archeologico di Pompei

Scheletri rivoltati, stravolti, trascinati senza riguardo da tombaroli alla ricerca di oggetti preziosi, con cui i pompeiani si accompagnavano nel tentativo disperato di fuga dall’eruzione. Non è bastata l’orrenda fine riservatagli dalla tragedia, ma le vittime di Pompei hanno dovuto subire anche la profanazione di saccheggiatori che già in epoca moderna si addentravano attraverso cunicoli e passaggi nella cenere e nel lapillo che aveva seppellito la città antica, per rintracciare oggetti di valore in domus inesplorate.

Riaffiorano così, in una stanza della “Casa del giardino” di recente scavo, i resti scheletrici di almeno 6 individui, ammucchiati e sparpagliati in più punti dell’ambiente. Ed ecco perché, ancora in situ, il cranio di una delle vittime, schiacciato dalle tegole del tetto, giace accanto agli arti inferiori e superiori di un altro individuo, mentre resti di un anello indossato al dito e altri piccoli oggetti stretti tra le mani, sfuggiti al saccheggio del luogo, riaffiorano lontani e non in connessione con il resto del corpo.

I pompeiani avevano cercato rifugio nella stanza più interna della casa, che, a differenza delle altre, aveva resistito alla prima fase dell’eruzione (la caduta dei lapilli). Erano stati poi colti da una delle correnti piroclastiche che travolse gli ambienti della casa ancora affioranti dai lapilli, provocando il crollo del tetto e della parte superiore del muro nord dell’ambiente.

Credit: Parco Archeologico di Pompei

La presenza di uno o più cunicoli di scavi precedenti (forse anteriori all’inizio delle ricerche ufficiali del 1748), che hanno causato lo sconvolgimento degli scheletri intercettati, è indiziata anche da fori nelle pareti. Tali rilevamenti stanno consentendo, grazie agli interventi in corso, di documentare con grande dettaglio la storia di un’epoca di scavo, (da quelli clandestini a quelli di epoca borbonica) completamente differente da quella attuale, tanto nell’approccio metodologico che nelle finalità stesse.

UFFICIO STAMPA
Parco Archeologico di Pompei – presso Antiquarium Boscoreale

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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