Eravamo tutti in trepidante attesa della conferenza stampa del Ministero delle Antichità per sapere se davvero la mummia del “grande gatto” scoperta qualche giorno fa nella necropoli di Saqqara appartenesse o meno ad un leone (qui il nostro articolo con il nostro approfondimento). Nella mattinata di oggi il Ministro delle Antichità Khaled el-Anani, fiancheggiato da Mostafa Waziri (Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità) e da un nutrito numero di ambasciatori e funzionari del governo egiziano, non solo ha confermato che la mummia conterrebbe i resti di un leone, ma ha annunciato che i leoni trovati sarebbero addirittura cinque!

Per la precisione si tratterebbe di 5 cuccioli di leone. Secondo i risultati emersi dalle indagini eseguite su due di questi esemplari dalla dott.ssa Salima Ikram – specialista in mummie animali – TAC, Raggi X, forma e dimensioni delle ossa indicherebbero con una sicurezza pari al 95% che le due mummie apparterrebbero a cuccioli di leone di circa otto mesi. Saranno comunque condotti ulteriori studi, anche sulle altre mummie, per avere maggiori informazioni sul sesso ed avere la certezza definitiva della loro natura leonina piuttosto che quella di grandi gatti selvatici. Nel caso in cui venisse confermato il responso, questi rappresenterebbero i primi esemplari mummificati di cuccioli di leone.


L’annuncio ufficiale di questa scoperta è stata in realtà la conclusione di un lungo discorso tenutosi in un ambiente il cui allestimento assomigliava più a quello di un museo. Infatti il tendone in cui si è tenuta la conferenza era pieno di teche contenenti centinaia di reperti di varia natura, tutti bellissimi oggetti scoperti recentemente dalla missione archeologica egiziana diretta dal dott. Mostafa Waziri presso la necropoli degli animali sacri di Saqqara. Qui, nello scorso anno, erano stati trovati dozzine di gatti e scarabei meticolosamente mummificati, insieme ad altre mummie di cobra e coccodrilli e la tomba eccezionalmente ben conservata del sacerdote reale della V dinastia di nome Wahtye. Da allora sono stati trovati i numerosi reperti presentati nella mattinata di oggi… 75 statue di gatti realizzate in legno e bronzo di diverse forme e dimensioni; mummie di gatto conservate in 25 scatole di legno i cui coperchi sono decorati con testi geroglifici; statue lignee di animali e uccelli tra cui un toro Apis, una mangusta, un ibis, un falco e una statua del dio Anubi rappresentato nella sua forma animale, oltre a tre statue di coccodrilli che custodivano al loro interno resti di piccole mummie di coccodrillo.

La missione ha trovato anche un grande scarabeo in pietra, forse il più grande mai trovato, nascosto all’interno di una scatola di legno (insieme ai leoni è una delle scoperte più interessanti) e due piccoli scarabei, uno in legno e l’altro in arenaria. È stata anche scoperta una collezione di antiche divinità egizie, tra esse 73 statuette in bronzo raffiguranti il dio Osiride, sei statue lignee del dio Ptah-Sokar, 11 statue in legno e faience della dea leonessa Sekhmet e una bellissima statua in ebano della dea Neith splendidamente scolpita e rappresentata con la corona rossa del Basso Egitto. La scoperta di questa statua, afferma el-Anani, è stata determinante nella datazione della tomba, in quanto la dea Neith era la divinità maggiormente venerata a Sais, capitale d’Egitto durante la XXVI dinastia (2600 anni fa). A completare questa incredibile collezione di bellissimi reperti: due piccoli sarcofagi in pietra calcarea con la dea Bastet, un frammento decorato che riporta il nome del faraone Psammetico I (XXVI dinastia), una collezione di urei, ushabti e amuleti in faiance di diverse forme e dimensioni alcuni dei quali avvolti in teli di lino, una piccola scatola di legno con i resti di una maschera dorata, maschere funerarie in legno e argilla, due statue di legno di due donne con teste di cobra, un sarcofago in legno policromo, un poggiatesta di legno e una collezione di papiri decorati con disegni raffiguranti la dea Tauret (la dea ippopotamo gravida, protettrice delle donne incinta e dei bambini).


El-Anany asserisce che i reperti risalgono alla XXVI dinastia (672-525 a.C. circa) e definisce la scoperta come “un museo a sé stante”, non parla infatti di una scoperta archeologica, ma della scoperta di un intero museo proprio per la qualità e la quantità di oggetti portati alla luce nella necropoli bubastiana di Saqqara.


Durante la conferenza el-Anany ha annunciato che questa di oggi non sarà l’ultima conferenza stampa dell’anno, ne è prevista un’altra per il mese prossimo, prima dell’inizio delle celebrazioni del Natale.















Source: MoA