Le stele arpocratee dalla collezione egizia del Museo archeologico di Napoli

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La collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli custodisce una cospicua collezione di stele arpocratee, dette anche “Cippi di Horus”, che rappresentano uno dei più singolari reperti che la terra dei faraoni ci abbia restituito.

Le raffigurazioni e i testi contenuti in queste stele, che esercitavano una funzione protettiva per chi le possedeva, si rifanno a un episodio del mito di Osiri e Isi, che vede quest’ultima esercitare la propria magia per proteggere il figlio Horus da Seth, che lo vuole uccidere per ereditarne il diritto al trono utilizzando degli animali malefici. Grazie all’aiuto degli dei, in particolare Ra e Thot, Isi riesce ad allontanare le insidie di Seth,  ovvero a far trionfare il bene sul male e sul disordine che esso rappresenta.

In epoca faraonica questo mito rappresentava la base stessa dell’istituzione monarchica egizia e stabiliva la successione dei sovrani, che diventavano essi stessi Horus, e il loro legame con il divino.

In Epoca Tarda tuttavia questo significato è andato perduto del tutto, salvandosi esclusivamente il messaggio di protezione contro gli animali esercitato da Isi con la sua potente magia.

Arpocrate (Her-pa-khered, Horus bambino) superando le insidie dello zio Seth, diventa così il protettore di tutti coloro che vengono minacciati dagli stessi animali che misero in pericolo la sua vita.

Ed è proprio Arpocrate che appare nella parte anteriore di queste stele nell’atto di calpestare dei coccodrilli, mentre in mano tiene scorpioni, gazzelle, leoni e serpenti.

Generalmente Arpocrate viene rappresentato nudo, con la treccia dell’infanzia che gli cade da un lato e con la testa del dio Bes che lo sovrasta.  Ai lati le piante araldiche dell’Alto e del Basso Egitto sormontate da un dio falco e da Nefertum.

Il verso della stele è in genere occupato da testi che raccontano il mito e dalle formule necessarie ad allontanare e sconfiggere il male.

Di forma rettangolare con la parte alta centinata, le stele arpocratee avevano dimensioni molto variabili, passando da pochi centimetri – in questo caso dotate di un foro per poter essere appese – a circa un metro di altezza. Alcune di esse erano dotate di una sorta di bacile alla base, utile a raccogliere l’acqua che veniva fatta scorrere sulla superficie della stele e poi utilizzata a scopo terapeutico o profilattico.

Riportiamo adesso il testo di una stele custodita presso il Museo di Napoli con il numero di inventario 1008.

Anche se presenta un’importante rottura trasversale, che parte dallo zoccolo tagliando circa a metà la figura di Arpocrate e salendo fin quasi a due terzi della presunta altezza totale, il verso contiene 14 colonne di testo geroglifico; una colonna verticale sul lato breve destro; due colonne verticali sul lato breve sinistro; quattro linee orizzontali sulla superficie inferiore del monumento.

La traduzione qui presentata, tratta da “La Collezione Egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli” edito da Arte Tipografica –Napoli, è stata integrata dagli studiosi utilizzando reperti simili, colmando così alcune lacune dovute allo stato di conservazione della stele.

Sulle colonne dalla prima all’undicesima, è stato inciso uno dei testi più comunemente usati per le tele arpocratee, che si rifà al mito della morte per annegamento di Osiri. L’invocazione “Vecchio che ringiovanisce al suo tempo” è riferita al culto solare, in quanto l’Occhio di Horus e lo Scarabeo hanno protetto Osiri dalle insidie di Seth. Il dio solare diventa quindi protettore di tutti gli esseri viventi collegati all’ambienta acquatico.

La colonna 12 parla di Isi che guarisce suo figlio Horus dal morso di un serpente velenoso, mentre dalla 13 alla 21 è stato inciso un altro testo spesso ritrovato in questo tipo di reperti.

Si tratta del saluto ad Horus come figlio di dio e come colui che può dare potere terapeutico al guaritore.

Ecco il testo:

[1] O vecchio che ringiovanisce nel suo tempo, o anziano che si rinnova, lascia che Thot venga a me per allontanare il neha-her. Osiride è sull’acqua e l’occhio di Horus è con lui.

[2] Il grande Scarabeo solare lo copre e il Grande è nel suo potere di creare gli dei come un giovane. Se qualcuno si avvicina a colui che è sull’acqua, si avvicina l’occhio di Horus, anche. Indietro o voi che siete sull’acqua.

[3] Tu nemico morto o morta, opposizione o oppositrice  ecc., non sollevate i vostri visi, voi che siete sull’acqua, quando si avvicina Osiride a voi. Vedete, egli è diretto a Busiri. Vengono chiuse le loro bocche.

[4] Vengono serrate le vostre gole. Indietro, nemico, non sollevate i vostri visi contro coloro che sono sull’acqua perché essi sono Osiride. Ra prende posto sulla sua barca per ricevere l’Enneade di Babilonia,

[5] e i signori della Duat sono presenti e ti puniscono. Quando il neha-her viene contro Osiride, mentre egli è sull’acqua, l’Occhio di Horus sarà su di lui per capovolgere i vostri visi, così che saranno sulle vostre spalle. O voi che siete sull’acqua, le vostre bocce saranno chiuse

[6] da Ra, le vostre gole serrate da Sekhmet, le vostre lingue tagliate da Thot, i vostri occhi saranno accecati da Herkau. Queste 4 divinità potenti che proteggono Osiride, proteggeranno anche

[7] tutti coloro che sono sull’acqua e tutte le creature che sono sull’acqua in questo giorno di protezione. Protetto il grande dio nel suo sarcofago. Protetto colui che è sull’acqua.

[8] UN lamento è nella casa di Neith, un grido è nella grande casa, un grido di dolore è nella bocca del gatto. Gli dei e le dee dicono: Salute, Salute o pesce Abdju. Con la sua rinascita egli allontana da me i suoi passi, o nemico. Io sono Khnum.

[9] Signore di Antinoe. Guardati dal ripetere il male per la seconda volta, a causa di ciò che hai fatto alla prensenza della grande Enneade. Vai via, allontanati da me. Io sono Thot. Via, via, ho detto. Tu non hai ascoltato la grande

[10] voce urlante quando fu notte sulla sponda di Nedjit. Una grande voce urlante di tutti i grandi dei e le grandi dee, un lamento di dolore per l’azione malvagia

[11] che tu hai fatto, nemico. Vedi, Ra è furioso, è adirato per ciò. Egli ha dato ordine che tu sia fatto a pezzi. Indietro, nemico via, via. Il guarito di sua madre

[12] ///  non ha potere il veleno del serpente, non è ucciso il suo cuore dal calore, non ha potere la mano del dio su di lui. Non ordina alcuna dea dolore su di lui. L mano del dio è su di lui in vita, forza e salute.

[13] Io sono un dio soddisfatto. Salute a te, dio figlio di dio, salute a te erede figlio di erede, salute a te toro figlio di toro, nato dalla moglie divina, salute Horus concepito da

[14]  Osiride, nato da Iside, figlia divina. Io parlo nel tuo nome, io do la guarigione con le tu arti magiche, parlo con i tuoi poter divini che tu hai creato /////.

[15] Questa formula magica che è nella tua bocca, che ti ha trasmesso tuo padre Geb, che ti ha dato tua madre Nut, che ti ha insegnato tuo fratello Khenty-Khem per proteggerti, per rinnovare la tua difesa per sigillare la bocca di tutti i serpenti che sono nel cielo, per far vivere tutti gli uomini, per far risplendere tutti i grandi dei ////

[16] ////…../////

[17] ////….//// come cocci sulla strada ////,////

[18] Possa tu esorcizzare il veleno che è nelle membra di ogni malato impedisci che la sua parola venga trascurata.

[19] Vedi, il tuo nome viene gridato oggi. Possa tu innalzare la tua immagine attraverso il tuo potere magico. Innalzami attraverso il stuo potere per far vivere coloro dalla gola

[20] chiusa. Vieni adorato dai rekhyt. I giusti ti venerano nelle tu molteplici forme.

[21]Tutti gli dei ti adorano nello stesso modo. Ecco tu sei nato  ////   Io sono  Shed-Her.

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Paolo Bondielli

Storico, studioso della Civiltà Egizia e del Vicino Oriente Antico da molti anni. Durante le sue ricerche ha realizzato una notevole biblioteca personale, che ha messo a disposizione di appassionati, studiosi e studenti. E’ autore e coautore di saggi storici e per Ananke ha pubblicato “Tutankhamon. Immagini e Testi dall’Ultima Dimora”; “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi”; “Ramesse II e gli Hittiti. La Battaglia di Qadesh, il Trattato di pace e i matrimoni interdinastici”.

E’ socio fondatore e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Egittologia.net. Ha ideato e dirige in qualità di Direttore Editoriale, il magazine online “MA – MediterraneoAntico”, che raccoglie articoli sull’antico Egitto e sull’archeologia del Mediterraneo. Ha ideato e dirige un progetto che prevede la pubblicazione integrale di alcuni templi dell’antico Egitto. Attualmente, dopo aver effettuato rilevazioni in loco, sta lavorando a una pubblicazione relativa Tempio di Dendera.

E’ membro effettivo del “Min Project”, lo scavo della Missione Archeologica Canario-Toscana presso la Valle dei Nobili a Sheik abd el-Gurna, West Bank, Luxor. Compie regolarmente viaggi in Egitto, sia per svolgere ricerche personali, sia per accompagnare gruppi di persone interessate a tour archeologici, che prevedono la visita di siti di grande interesse storico, ma generalmente trascurati dai grandi tour operator. Svolge regolarmente attività di divulgazione presso circoli culturali e scuole di ogni ordine e grado, proponendo conferenze arricchite da un corposo materiale fotografico, frutto di un’intensa attività di fotografo che si è svolta in Egitto e presso i maggiori musei d’Europa.

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