Il salone espositivo del museo

Lo Studio per le Arti della Stampa è stato istituito per documentare la lunga e importante tradizione tipografica della città di Jesi che ha visto per prima l’introduzione dell’ars artificialiter scribendi nella regione Marche, cioè la nascita della prima tipografia e, contestualmente, la stampa di una delle prime edizioni della Divina Commedia, nota come Liber Dantis, nel 1472, ad opera del tipografo veronese Federico de’Conti.

Il salone espositivo del museo

Il museo ha sede nel cinquecentesco palazzo Pianetti vecchio costruito come convento delle Clarisse di Santa Chiara poi, nel corso del ‘600, trasformato in residenza della nobile famiglia Pianetti. Si sviluppa in un ampio e luminoso salone che per circa 200 anni ha conservato la famosa biblioteca della suddetta famiglia e, successivamente, per 70 anni è stata sede di una tipografia, la Tipografica Jesina di Duilio Diotallevi. Dall’anno 2000, in uno scenario suggestivo e di grande effetto visivo, sono esposti torchi e macchine da stampa di varie epoche insieme a libri rari e di pregio che rendono il percorso museale interessante e ricco di spunti.

I volumi esposti ripercorrono la storia del libro a stampa dagli incunaboli a bellissimi esemplari del XIX secolo, attraverso i loro caratteri estrinseci: frontespizio, legature, formato, iniziali ornate, marche tipografiche, ecc. Tra questi è da sottolineare la presenza di rari incunaboli e alcune edizioni uscite dai torchi di una delle più famose dinastie di tipografi veneziani di tutti i tempi: la famiglia Manuzio. Sono poi presenti alcuni esemplari di una rara raccolta di avvisi e gazzette e di almanacchi, una edizione jesina rarissima e molto controversa del Monarchia Messiae di Tommaso Campanella, uno splendido esemplare dell’edizione bodoniana dell’Iliade del 1808 e altri ancora.

Notizie historiche della reggia città di Iesi di Tommaso Baldassini. Jesi, Serafini, 1703
Notizie historiche della reggia città di Iesi di Tommaso Baldassini. Jesi, Serafini, 1703

I torchi, le macchine da stampa, gli strumenti tipografici quali compositoi, vantaggi, matrici, una interessante collezione di caratteri mobili conservati nelle casse originali ripercorrono la storia della stampa dal punto di vista tecnologico, dalla stampa piana con un torchio ligneo del ‘700 a quella piano-cilindrica; dalla composizione manuale con i caratteri mobili a quella meccanica con la linotype, invenzione di fine ‘800 che nel tempo divenne strumento di lavoro insostituibile in tutte le tipografie del mondo, fino all’avvento della fotocomposizione.

Una delle peculiarità del museo è lo stretto legame con il territorio in quanto il materiale esposto è tutto di provenienza locale: infatti i torchi, i macchinari, gli strumenti tipografici sono perlopiù di tipografie jesine.

La sala espositiva dello Studio per le Arti della Stampa di Jesi (ph. Tiziana Giuliani)
Torchio tipografico del XVIII secolo esposta allo Studio per le Arti della Stampa di Jesi

Lo Studio per le Arti della Stampa è un museo vivo, dinamico e ha in sé grandi potenzialità; infatti alcuni torchi tipografici e per la stampa d’arte, con la relativa strumentazione, sono funzionanti e vengono messi a disposizione sia delle scuole, per le quali sono proposti dei laboratori didattici, che di coloro che sono interessati  a conoscere o approfondire le tecniche legate alla tipografia tradizionale o alla stampa d’arte: la calcografia, la litografia e la xilografia.

Pressa a platina Victoria

Il museo conserva anche gli archivi delle tipografie da cui provengono i macchinari esposti. Tali archivi sono consultati da studenti e da studiosi e sono una inesauribile fonte documentaria di notizie relative alla vita pubblica, politica e sociale e alle attività private, legate a più di 100 anni di storia. Uno spaccato di storia locale, non solo di quella ufficiale, che costituisce il bagaglio storico, culturale e sociale di una comunità.

Macchina piano cilindrica Albert
Chiesa di San Bernardo (ph. Tiziana Giuliani)

Incastonata nel palazzo è la cappella barocca dedicata a S. Bernardo, fortemente voluta dalla famiglia Pianetti, all’epoca proprietaria del palazzo, e realizzata nei primi anni del ‘700 da maestranze austriache. Tale cappella, insieme ad un bel giardino interno, fa da cornice a mostre ed eventi culturali di vario genere.

Il Museo della stampa di Jesi partecipa a tutte le iniziative e agli eventi che vengono promossi e organizzati a vari livelli, da quello locale a quello internazionale, contribuendo con le sue specificità e peculiarità alla loro programmazione e realizzazione grazie al patrimonio posseduto che di volta in volta viene contestualizzato, valorizzato e reso fruibile al pubblico presente.

Linotype Italtype
Pressa a platina Saroglia

Crediti fotografici del Museo della Stampa di Jesi

 

Museo delle Arti della Stampa
via Valle n. 3
60035 Jesi (AN)

Tel. 0731 64272

sas@comune.jesi.an.it
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Francesca Romana Bini

Nata a Jesi nel 1963. Si laurea a pieni voti e la lode presso l’Università degli studi di Udine in Conservazione dei beni culturali, indirizzo archivistico librario discutendo la tesi “Le Cinquecentine della Biblioteca Civica di Jesi. I fondi dei Cappuccini e dei Carmelitani”.

Dopo un periodo in cui si dedica a tempo pieno alla crescita dei suoi tre figli, salvo alcuni brevi incarichi di catalogazione presso la biblioteca comunale, viene incaricata dalle dirigenti dei servizi culturali del Comune di Jesi per l’organizzazione e la gestione dell’istituendo Museo delle arti della stampa di Jesi. Nel contempo partecipa a corsi di aggiornamento promossi dall’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e collabora attivamente a pubblicazioni promosse dal Comune di Jesi, dalla Regione Marche e da varie scuole e associazioni mettendo a disposizione le proprie competenze e, in alcuni casi, il materiale archivistico documentario di cui è ricco il suddetto museo. Contestualmente al lavoro presso il museo della stampa svolge un incarico part-time presso il polo bibliotecario della Provincia di Ancona, rete delle biblioteche locali che hanno come capofila la biblioteca Planettiana di Jesi. Dopo anni di precariato, dato l’esito positivo di un concorso indetto dal Comune di Jesi, nel 2011 diventa dipendente a tempo indeterminato dividendo il suo orario settimanale tra il museo della stampa, la biblioteca Planettiana e la sezione dei ragazzi. Nelle due biblioteche svolge sia l’attività di back-office (catalogazione dei fondi moderni e antichi) che di reference (servizio al pubblico di ricerca e prestito); al museo della stampa cura la didattica con le scuole attraverso percorsi guidati e laboratori, dove viene dato ampio spazio alla creatività,  organizza laboratori  di stampa d’arte per adulti, partecipa alla programmazione e alla realizzazione di mostre e di eventi in collaborazione con gli altri musei cittadini ma anche con la Regione Marche, l’ICOM e altri enti culturali italiani e stranieri (FaMu, Notte dei Musei, Giornata internazionale dei musei, Grand Tour Cultura, ecc.).  

Ama il suo lavoro perchè le permette di incontrare tante persone e di dare un piccolo contributo alla crescita umana e culturale della comunità locale e lo ama anche perchè considera un privilegio lavorare in luoghi belli, suggestivi e ricchi di storia e di potenzialità.

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