La missione dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Varsavia al lavoro da circa 60 anni nell’area del tempio di Deir el-Bahari (sulla riva occidentale di Luqsor) ha portato alla luce un deposito di fondazione riconducente a Thutmose II, faraone della XVIII dinastia dal 1482 al 1479 a.C. circa. Guidati dal professor Andrzej Niwiński, gli archeologi stavano esplorando un vuoto pieno di detriti nelle vicinanze del tempio di Hatshepsut quando si imbatterono in una cassa in pietra calcarea di 40 cm circa per lato e un involucro di lino, entrambi collocati all’interno della cavità rocciosa.



La cassa, perfettamente nascosta tanto da sembrare un anonimo blocco di pietra, conteneva tre oggetti accuratamente avvolti nel lino. Il primo involucro conteneva lo scheletro di un’oca sacrificata, mentre il secondo conservava un uovo dello stesso animale e il terzo celava un cofanetto di legno che a sua volta conteneva un altro uovo, molto probabilmente di un ibis, sempre avvolto nella tela.




Accanto alla cassa di pietra, come accennato, è stato scoperto un altro involucro di tessuto. Questa volta il lino proteggeva un’altra piccola scatola di legno che conteneva un cofanetto in faience a forma di cappella con impresso il nome del faraone Thutmose II, “Aakheperenra” per la precisione, scritto in caratteri geroglifici.



I depositi di fondazione venivano interrati nell’area in cui sarebbe stato edificato un tempio o una tomba reale proprio per rendere sacro il terreno. Secondo il professor Niwiński dovrebbe trattarsi della tomba del marito della famosa regina Hatshepsut piuttosto che del suo tempio, in quanto siamo nel mezzo di una necropoli reale; quindi l’egittologo non nutre alcun dubbio che debba trattarsi una tomba e confida di essere molto vicino al suo ritrovamento. Niwiński sostiene anche che gli oggetti riposti all’interno della cassa sono un’allusione ai titoli e ai nomi di Thutmose II.


Source: naukawpolsce.pap.pl