In due anni la messa in sicurezza del sito di Pompei. Al via i nuovi cantieri

0
1269

Buone notizie giungono da Pompei. Con l’avvio dei cantieri di messa in sicurezza dei fronti di scavo, cioè di quelle porzioni di terreno che circondano le aree non scavate del sito di Pompei che corrispondono attualmente a circa 22 ettari e con la ripresa dei cantieri nelle Regiones I, II e III, precedentemente bloccati a causa di un ricorso al TAR,  entro il 2019 l’intera area archeologica verrà consolidata. Un lavoro enorme, che prevede la messa in sicurezza di oltre due chilometri di muri antichi e un corposo intervento di mitigazione del rischio idrogeologico nelle aree non scavate alle spalle dei fronti di scavo nelle Regiones  I-III-IV-V-IX, che assicurerà così un adeguato drenaggio del suolo ed eviterà pressione del terreno sui muri antichi, problema che in passato ha causato non pochi problemi di rischio di crolli nelle aree maggiormente interessate, soprattutto durante il periodo delle piogge.

Tra gli interventi previsti dal Grande Progetto Pompei, anche uno scavo nella Regio V, in un’area di 1200 mq chiamata “cuneo”, tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone, zona fortemente interessata a problemi di rischio idrogeologico. Lo scavo cercherà anche di mettere in evidenza strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno alla maggiore conoscenza del sito e di quest’area. Proprio in occasione dell’avvio dei lavori, sul pianoro delle Regiones IV e V dove nel frattempo è in corso la preparazione dell’area logistica, sarà allestito un laboratorio mirato allo studio dei reperti archeologici che saranno rinvenuti durante lo scavo e conservati in un deposito temporaneo. L’intervento durerà circa 2 anni e sarà distribuito nell’area archeologica in sottocantieri, così da continuare a garantire ai visitatori l’accessibilità e la fruizione alle domus e agli edifici. Periodicamente, il Soprintendente Osanna e il team del GPP, informeranno stampa e pubblico sull’avanzamento dei lavori e delle scoperte nella Regio V.

Si tratta del più grande intervento nell’area non scavata di Pompei, dal dopoguerra – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco archeologico di Pompei. – Finora si era sempre proceduto per piccoli interventi di tamponamento sui fronti di scavo, nei punti più critici. Adesso si procederà in maniera radicale al consolidamento dei fronti e a risolvere il problema dell’acqua che si accumula nei terreni esercitando pressione sulle pareti e sulle facciate delle domus portati alla luce, che hanno finito per costituire una sorta di argine di contenimento dei terreni che impregnati di acqua piovana vi esercitavano pressione esponendoli al pericolo di cedimento.”

Advertisement
Articolo precedenteParte l’operazione Nettuno: nuovi restauri e ricerche a Paestum
Prossimo articoloCrescono i visitatori ad Ercolano e da venerdì ricostruzioni 3D nel Sacello degli Augustali
Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here