Inaugurato questa mattina nell’ex caserma asburgica di stradone San Tommaso 3, con la presenza di Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei per il Ministero della Cultura, il Museo Archeologico è il primo museo nazionale di tutta Verona ed è diretto dall’archeologa veronese Giovanna Falezza. Il primo progetto del Museo risale al 1998, ma solo quest’anno, grazie all’opera dell’architetto Chiara Matteazzi, su progetto scientifico di Federica Gonzato, è stato possibile realizzarlo.

L’edificio, che è stato prima un monastero e successivamente un carcere austriaco, oggi si presenta con un allestimento che porta i visitatori attraverso 200 mila anni di storia: nel sottotetto prendono posto le collezioni Preistoriche e Protostoriche, narranti la storia del veronese in un arco cronologico che va da 100 mila anni fa fino al I sec a.C.; il piano intermedio ospiterà i reperti di età celtica e romana, oltre ad uffici, biblioteca e spazi per incontri; il piano terra, invece, sarà dedicato all’età alto medievale.

“Complessivamente l’investimento supererà i 3 milioni di euro, integralmente finanziati dal Ministero alla Cultura”, afferma il dirigente della Direzione regionale Musei Veneto, dottor Daniele Ferrara. “Aperta al pubblico la sezione riservata alla preistoria e alla protostoria, contiamo di avviare molto presto il cantiere per la sezione romana, mentre con fondi assegnati tramite il Pnrr metteremo a cantiere anche il piano terra per completare quello che si prefigura come uno dei più importanti musei archeologici italiani”.

Simbolo per eccellenza del Museo è lo “Sciamano” della grotta di Fumane, ovvero una figura umana disegnata e colorata su pietra risalente forse a 45 mila anni fa (Paleolitico Superiore): una delle testimonianze più antiche dell’insediamento umano nel veronese.

Lo Sciamano, il simbolo del Museo, ph. Maurizio Battista

Risale invece all’Età del Bronzo antico, lo straordinario esemplare di vaso a bocche multiple recuperato durante lo scavo archeologico della Palafitta del Laghetto del Frassino presso Peschiera del Garda. Dal medesimo sito provengono anche ceramiche con decorazioni incise, conchiglie, metalli e utensili in osso, pietra e legno. La neo-Direttrice Falezza si è infatti voluta soffermare su tutti i rinvenimenti archeologici del territorio veronese per indagare le origini degli insediamenti umani e gli scambi commerciali con le altre zone del nord Italia.

Il Museo sarà aperto al pubblico da domani 18 febbraio 2022 nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, dalle 10:00 alle 18:00.

Resto scheletrico visibile nel Museo archeologico, ph. Maurizio Battista
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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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