Le rappresentazioni di figure umane sui monumenti amarniani sorprendono spesso per il loro tono apparentemente caricaturale, per la deformazione dei tratti fisionomici dei personaggi, specie se appartenenti alla famiglia reale. Le immagini “grottesche” appartengono alla prima fase del periodo amarniano.

Anche le immagini a tutto tondo evidenziano talvolta caratteristiche particolari, come certi aspetti femminili del corpo del re Akhenaton o la “testa a pera” delle principesse.

C’è stato un tempo in cui le stranezze iconografiche della famiglia regale amarniana hanno fatto pensare a patologie di vario tipo. Ora si è propensi a spiegare queste stranezze con gli orientamenti teologici del sovrano.

In occasione di una mostra al Metropolitan Museum di New York, Dorothea Arnold si è interessata della conformazione cranica delle principesse amarniane così come appare nei busti ritrovati nel laboratorio dello scultore Thutmosi. Nei busti e in un affresco conservato nell’Ashmolean Museum di Oxford le principesse sono del tutto calve e con un accentuato allungamento della nuca1. L’esame visivo diretto della nuca di questi busti ha convinto la Arnold che lo scultore ha voluto dare al capo la forma di un uovo2.

Fig. 1 – Dettaglio di un dipinto trovato nel Palazzo Reale di Amarna. Due principesse calve mostrano la nuca molto allungata. Il dipinto è custodito nell’Ashmolean Museum, Oxford. L’immagine è tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 92, fig. 64.
Fig. 2 – Busto di una principessa amarniana. Il busto è stato scolpito con la nuca intenzionalmente allungata. L’immagine è tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 116, fig. 79.
Fig. 3 – Busto di un’altra principessa amarniana con la nuca deformata. Immagine tratta dal volume Ägyptisches Museum, 1991, pag. 116, fig. 30.

L’ipotesi della Arnold si ricollega a un mito delle origini in cui un uovo, che si trova su una collinetta accerchiato dalle acque del Nun, si schiude per liberare il demiurgo che darà origine alla creazione. È il mito dell’uovo cosmico. Questo mito è una perfetta metafora per enunciare la rinascita. Quindi la forma ovoidale della testa delle principesse è una promessa di rinascita3.

Fig. 4 – Il dio Khnum crea l’uovo cosmico. L’immagine si trova nel tempio di Dendera – Foto dell’autore.

In questo articolo ci proponiamo di verificare con le immagini la brillante intuizione dell’Arnold che, comunque, rimane un’ipotesi anche perché non tutte le immagini e i rilievi scolpiti e neppure i busti e le statue mostrano questa particolare conformazione cranica. Basti pensare alla famosa testa di Nefertiti trovata nell’atelier dello scultore Thutmosi che è il vanto del Museo Egizio di Berlino. Anche la scultura della testa di una principessa é perfettamente normale4.

Fig. 5 – Busto della regina Nefertiti trovato nel laboratorio dello scultore Thutmose ad Amarna. Immagine tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 85, fig. 57.
Fig. 6 – Busto di una principessa amarniana con normali tratti anatomici. L’immagine è tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pa. 33, fig. 18.
Fig. 7 – Naos dello scultore Bak e Taheri. Immagine tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 129, fig. 91.

Quindi si dovrà cercare di capire quali sono le ragioni di queste differenziazioni, considerando anche che la nuca allungata è tipica delle sole figure femminili e in particolare delle principesse.

Dal monumento del capo scultore Bak5 sappiamo che Akhenaton stesso dava allo scultore le indicazioni per l’estetica delle figure umane. Questo fatto è un indizio importante per ritenere che le “teste a uovo” avessero un significato religioso, quale è appunto la garanzia della rinascita.

Le prove d’artista ritrovate nel laboratorio dello scultore Thutmose mostrano un allungamento molto accentuato della nuca della testa femminile (Nefertiti?), una deformazione voluta dallo scultore per ottemperare ai canoni estetico-religiosi decisi da Akhenaton6.

 

Fig. 8 – Schizzi di scultura con i volti di Akhenton e Nefertiti. La sola regina ha la nuca molto pronunciata. Immagine tratta dal volume Ancient Art in the Brooklyn Museum, 1989, figura di pagina 51.

Ad Amarna erano presenti altri scultori, oltre a Thutmosi e a Bak, e tutti mostrano di essersi attenuti alle norme stabilite da Akhenaton. Anche i disegnatori si sono adeguati ai canoni di Akhenaton: si veda il magistrale disegno di una principessa che mangia un’anatra arrosto7.

Fig. 9 – Disegno di una giovane principessa nuda comodamente seduta che mangia un’anatra arrosto. Immagine tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 23, fig. 7.
Fig. 10 – Frammento di una scena con Akhenaton e due principesse che mostrano la nuca allungata. Immagine tratta dal volume Pharaohs of the Sun, 1999, pag. 104, fig. 69.

Per capire da quali condizioni dipende la scelta tra teste normali e teste a nuca allungata è forse decisiva una stele del Museo Egizio di Berlino. La stele illustra una scena di famiglia: Akhenaton e Nefertiti illuminati e protetti dai raggi solari del dio Aton si godono le loro tre figlie. Akhenaton ha in braccio Meritaton e Nefertiti ha in grembo Meketaton e Ankhsenpaaton.

Fig. 11 – Stele della famiglia reale. Sotto i raggi di Aton Akhenaton e Nefertiti si godono da buoni genitori le tre giovanissime figlie che hanno una vistosa nuca deformante. Immagine tratta dal volume Nofretete-Echnaton, 1976, fig. 78.
Fig. 12 – Particolare di una statua di Nefertiti in età matura. La testa, coperta da una sorta di cuffia, mostra che la nuca è abnorme. Ovviamente la statua non è divinizzata dai raggi di Aton. Immagine tratta dal volume Ägyptisches Museum, 1991, fig. 66.

Le figure delle fanciulline hanno la nuca allungata. Akhenaton e Nefertiti costituiscono una triade divina con il dio Aton e quindi la loro salvezza è certa per il loro stato divino, mentre per le neonate principesse la testa a “uovo” garantisce la loro rinascita.8 La scena di questa stele lascia presumere che il cranio allungato delle figure femminili non regali sia necessario anche quando esse sono coperte dai raggi solari di Aton.

Quando i raggi solari di Aton mancano anche le regine hanno la testa a “uovo”. Lo dimostra anche lo studio d’artista che rappresenta una coppia regale, in genere identificati come il re Smenkhara e la sua sposa Maritaton. La nuca di Meritaton è oblunga, ovoidale.

La regina Nefertiti, che normalmente è in compagnia di Akhenaton, è divinizzata dai raggi di Aton. Ma una sua statua, che la rappresenta come una donna matura, non protetta dai raggi solari di Aton, mostra una nuca decisamente allungata a forma d’“uovo”9.

Fig. 13 – Uno studio d’artista a colori mostra una delicata scena d’affetto tra due personaggi reali. Per convenzione si ritiene che siano Smenkhara e la sua sposa Meritaton. Mancando i raggi di Aton la nuca di Meritaton è prominente. L’immagine è tratta dal volume Musée Egyptien – Berlin, 1989, pag. 102, fig. 53.

Nelle tombe le immagini delle principesse amarniane possono lasciare qualche dubbio sulla rotondità della loro testa a causa della loro pettinatura. Può anche darsi che gli scultori delle tombe abbiano evitato di accentuare la conformazione allungata della nuca delle principesse per essere più conformi alla realtà. Ma se si fa riferimento al ciuffo di capelli che scende a livello dell’orecchio sembra evidente che un discreto allungamento della nuca ci sia.10

Fig. 14 – Nelle tombe delle necropoli di Amarna sono rappresentate abbastanza spesso tre principesse. La deformazione della nuca in queste rappresentazioni è meno evidente rispetto ai busti. Ma la tavola qui riportata sembra confermare che le nuche sono esagerate. Immagine tratta dal volume di N. de G. Davies, The Rock Tombs of el-Amarna, vol. I, reprint 2004, tomba di Merira, pl. XXV.
Fig. 15 – Tra i tesori della tomba di Tutankhamon si può ammirare una scultura lignea della testa del re che esce da una corolla del fiore di loto. L’immagine suggerisce che la testa a pera di Tutankhamon, identificata con il dio Ra, rinasce all’alba di ogni giorno come il sole.

Un recentissimo articolo riprende l’ipotesi della Arnold per confermarla in base al significato che si desume dal gruppo ligneo dipinto in cui la testa di Tutankhamon esce dalla corolla di un fiore di loto. È noto il significato simbolico trasmesso dal fiore di loto: nel buio della notte esso sta immerso nell’acqua, ma al mattino, con l’apparire della luce solare, esso emerge sopra il livello dell’acqua. È l’annuncio della creazione che si ripete ogni giorno.

In questa scultura lignea la testa di Tutankhamon si identifica con il sole che sorge. La testa oblunga di Tutankhamon, la sua testa-sole a forma d’uovo, simboleggia e conferma l’inizio della creazione. E nel contempo dimostra che le teste delle principesse amarniane non hanno la testa a pera, bensì la testa a “uovo”.

Gilberto Modonesi

1) Pharaohs of the Sun. Akhenaton – Nefertiti – Tutankhamen, Thames & Hudson, London 1999, pag. 93, fig. 64.
2) D. Arnold, The workshop of the scriptor Thutmose, in <D. Arnold (ed.), The royal women of Amarna, images of beauty from Ancient Egypt>, MMA, New York 1996, pagg. 55-576.
3) La Arnold ricorda che nell’ “Inno al Sole” di Akhenaton si descrive la quotidiana nascita di un pulcino dall’uovo come simbolo della origine divina della vita. Nel tempio di Dendera è rappresentato il dio Khnum che crea l’uovo cosmico sul suo tornio da vasaio.
4) Pharaohs of the Sun, 1999, op. cit. pag. 33, fig. 18.
5) Pharaohs of the Sun.1999, op. cit. pag. 128, fig. 91.
6) Ancient Art in the Brooklyn Museum, 1989, figura di pag. 51. Altri schizzi mostrano teste femminili con la nuca a “uovo”: Pharaohs of the Sun, 1999, op. cit. pag. 125, figg. 88 e 89. Si vedano anche le figure della regina Kiya e della principessa baciata da Kiya, pag. 92, figg. 62 e 63; pag. 104, fig. 69.
7) Pharaohs of the Sun, 1999, op. cit. paga. 23, fig. 7.
8) Nofretete – Echnaton, Catalogo del Museo Egizio di Berlino, 1976, fig. 78.
9) Agyptisches Museum, Berlino 1991, fig. 66.
10) N. de G. Davies, The Rock Tombs of el-Amarna, 2004, parts I-II, tomba di Merira, plate XXVI. Le immagini delle principesse sono esemplari in questa tavola per mostrare la loro accentuata conformazione cranica, ma anche altre tavole confermano la tesi.

Advertisement
Articolo precedenteScoperta una testa tolemaica a Taposiris Magna
Prossimo articoloAlcune curiosità sulla religiosità del sesso nell’Antico Egitto
Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here