L’orientamento dei templi egizi

Nel gennaio del 2006 una missione spagnola-egiziana ha pubblicato un articolo dal titolo: The ancient egyptian monuments and their relation to the position of the sun, stars and planets. Questo importante articolo espone i risultati della missione che ha misurato l’orientamento di tutti i templi scaglionati nell’Alto Egitto e Bassa Nubia
Secondo le osservazioni degli autori i templi prossimi al Nilo erano progettati per avere gli assi orientati est-ovest, quindi perpendicolari al fiume, o nord-sud come è il caso del tempio di Luxor che è parallelo al Nilo.
I testi dei rituali di fondazione dei templi però ci fanno sapere che tendere la corda era un’operazione che si svolgeva guardando le stelle dell’Orsa Maggiore, in particolare puntando la zampa anteriore del toro.

Fig. 1 – La costellazione della Grande Orsa con la sua stella più brillante Alkaid. Immagine rilevata da Google
Fig. 2 – L’Orsa Maggiore e la dea Nut rappresentate sul coperchio di un sarcofago della XI dinastia. Immagine tratta dal volume di Carlo Gallo, L’Astronomia egizia, Muzzio Editore, Padova 1998, pag. 164.
Fig. 3 – L’Orsa Maggiore, particolare del soffitto della camera sepolcrale di Sethi I, XIX dinastia. Immagine tratta dal volume di Massimiliano Franci, Astronomia egizia, EDARC, Firenze 2010, pag. 44, fig. 27.

La missione spagnola-egiziana ha condotto questa sua prima campagna nel l’Alto Egitto dal 2004-2005, da Abido ad Assuan, per misurare la direzione degli assi dei templi.
Nel corso della sua lunga storia la fondazione dei templi egizi ha seguito più di un criterio per fissare il loro allineamento. La missione ha esaminato 108 templi e ha rilevato il loro orientamento.
I templi prossimi al Nilo avevano un orientamento perpendicolare al Nilo e il portale aperto verso il fiume. I templi lontani dal Nilo hanno definito il loro orientamento volgendo lo sguardo al cielo. La costellazione dell’Orsa Maggiore, e in particolare una stella sulla zampa del toro, Alkaid, ha avuto le maggiori preferenze. Questa scelta coincide con il solstizio d’inverno, più esattamente con la declinazione che il sole aveva il 21 dicembre del 2000 a.C.
Per altri templi gli orientamenti sono di più difficile interpretazione perché la loro declinazione stellare è rivolta alle stelle Alfa e Beta Centauro, le stelle più brillanti della Croce del Sud. Nei miti religiosi egizi non c’è nulla che ci dica l’importanza di queste stelle.
Altri singoli casi segnalano templi orientati rispettivamente verso Sirio, Vega e Canopo. È nota l’importanza di Sirio nella religione egizia, non è invece nota l’importanza di Vega e Canopo.

Quindi i dati rilevati dalla missione spagnola-egiziana mostrano che alcuni fenomeni astronomici erano preferiti nel definire l’orientamento dei templi e sicuramente il criterio più comune era il solstizio d’inverno.
Dopo questa conclusione generale sull’allineamento dei templi dell’Alto Egitto, gli autori esaminano alcuni risultati particolari.

Ipet-Sut, il complesso del tempio di Amon a Karnak. Il tempio è stato fondato allineandolo secondo la direttrice est-ovest con riferimento al sorgere del sole nel solstizio d’inverno. A Tebe il Nilo scorre in modo tale sud-nord da rendere perfettamente perpendicolare l’asse del tempio verso il fiume.

Fig. 4 – Il I pilone del tempio di Karnak rivolto verso il Nilo. Per una favorevole combinazione celeste e topografica, il tempio è orientato est-ovest, perpendicolare al fiume, e con gli assi celesti rivolti al solstizio d’inverno. – Foto dell’autore

Nel tempio di Karnak si realizzano sinfonicamente entrambi i criteri, l’orientamento del tempio verso il Nilo e il criterio solstiziale, una combinazione di topografia e di astronomia.
Il nido di Horus sopra Tebe. Questo tempio è conosciuto anche con il nome di Thot Hill. Sotto i resti del tempio di Mentuhotep III è stato trovato l’impianto di un tempio arcaico con gli assi orientati verso la stella Sirio, la stella che al suo sorgere eliaco segna l’inizio dell’anno civile. Gli assi del tempio di Mentuhotep sono spostati verso est di circa 2,5°.

Fig. 5 – Il tempio di Hathor a Dendera è stato orientato traguardando la stella Alkaid, una stella della costellazione dell’Orsa Maggiore. Quindi il tempio di Dendera è stato orientato verso il solstizio d’inverno – Foto dell’autore
Fig. 6 – Sulla più alta collina di Tebe si sono trovati resti di un tempio arcaico conosciuto come Thot Hill. L’asse del tempio arcaico è orientato verso la stella Sirio. La missione spagnola-egiziana ritiene che il tempio di Mentuhotep III, costruito sui resti del tempio arcaico, sia stato orientato avendo come riferimento l’orientamento del tempio di Karnak. Immagine tratta dal volume di G. Voros, Temple of the Pyramid of Thebes, 1998, figura di pag. 32

L’interpretazione della missione ungherese che ha lavorato al tempio di Mentuhotep è che la differente posizione di Sirio dipende dalla precessione degli equinozi in un intervallo di tempo che va dal 3000 al 2000 a.C. La missione spagnola-egiziana ritiene invece che il tempio di Mentuhotep III sia stato orientato avendo Karnak come riferimento. Quindi l’orientamento sarebbe anche in questo caso il sorgere del sole al solstizio d’inverno.
La direzione degli assi verso Sirio del tempio arcaico rimane un caso unico.
Il tempio di Hathor e di Isi a Dendera. Gli assi del tempio sono stati fissati il 16 luglio del 54 a. C.

Sotto la rappresentazione della fase tendere la corda un’iscrizione comunica che il traguardo per la definizione degli assi del tempio è stata la zampa del toro nella costellazione della Grande Orsa e in particolare la sua stella più brillante. Nel 54 a. C. e in quella stagione la stella più brillante era Alkaid.
Abu Simbel. Anche questo tempio è stato orientato verso il solstizio d’inverno del 1260 a. C., nel terzo mese di Peret 1, data che corrisponde a una grande festa di Amon-Ra.

Fig. 7 – Facciata del tempio maggiore di Abu Simbel. Anche questo tempio è stato orientato secondo il sorgere eliaco del solstizio d’inverno del 2000 a.C. – Foto dell’autore

Il 21 ottobre di ogni anno il sole nascente penetra nel tempio e lo percorre fino a illuminare la statua di Ramesse II nel naos. Quindi nel corso di 2000 anni il solstizio d’inverno si è spostato di circa 2 mesi.

La conclusione dell’articolo afferma che, se il Nilo è prossimo all’area in cui si tende la corda, il principale criterio di allineamento dei templi è l’asse verticale rispetto al fiume. Negli altri casi i templi hanno avuto un orientamento astronomico, per la maggior parte un orientamento verso il sorgere del sole nel solstizio d’inverno.

LA DIFESA DEL DIO E DEL TEMPIO

Nella incessante lotta tra maat e isefet, tra ordine e caos, tra bene e male, è necessario proteggere la statua divina e la sua casa, il tempio, dagli assalti di entità malefiche. Una prima forma di protezione è architettonica.

Fig. 8 – La figura si riferisce al tempio di Horus a Edfu. La parte superiore dell’immagine mostra il tempio di lato e la sua struttura a cannocchiale. La figura è un mio vecchio documento di cui non ricordo l’origine.

Il tempio assume la forma detta “a cannocchiale”: dalle alte e grandi sale all’ingresso del tempio si procede verso l’interno in leggera salita e con i soffitti che si abbassano, la luce si attenua in una semi-oscurità. Il santuario, dove risiede la statua del dio, è una stanza relativamente piccola, chiusa e al buio. La posizione elevata su cui è posata la statua divina simboleggia il tumulo della creazione di cui è garante il dio del tempio. Il naos, chiuso e al buio, evita intrusioni malefiche degli agenti del caos.
Ma la protezione del dio va estesa anche al suo tempio. Nei templi del periodo tolemaico sono citate entità divine chiamate sAw-n-sn, tradotte in dei-guardiani. È solo il tempio di Horus a Edfu che dedica gran parte della propria decorazione a questi dei-guardiani, al loro ruolo e alla loro organizzazione.

Fig. 9 – Fotografia del tempio di Edfu – Foto dell’autore
Fig. 10 – La grande statua di falco davanti all’entrata del tempio di Edfu. La statua segnala che il tempio è la casa del dio falco Horus e nel contempo si erge a protezione dell’ingresso al tempio – Foto dell’autore.
Fig. 11 – Il primo pilone del tempio di Edfu con l’indicazione del posizionamento delle squadre degli dei-guardiani. Figura tratta dal II vol. di Goyon sugli dei-guardiani, pl. VIII.

J-Cl. Goyon ha dedicato un ponderoso volume a questi dei-guardiani riconoscendoli uno per uno anche con i loro nomi1.
Gli dei-guardiani nascono durante la fondazione del primo tempio di Horus. Essi sono la trasformazione animale dei 4 venti che spiravano attorno al falco sul tumulo primordiale della creazione. Per virtù della parola creatrice, le mura viventi del tempio di Edfu si trasformano in baluardi divini contro le forze del male. Gli dei-guardiani sono rappresentati con la testa in forma animale:

Fig. 12 – Un dio-guardiano della squadra a testa di falco, armato di un vistoso coltello, a protezione del lato sud – Foto dell’autore.
Fig. 13 – Un dio-guardiano della squadra a testa di leone, armato di coltello, a protezione del lato notd. Figura tratta dal cit. II vol. di Goyon sugli dei-guardiani, pl. II.
Fig. 14 – Un dio-guardiano della squadra a testa di serpente, armato di coltello, a protezione del lato est.
Fig. 15 – Un dio-guardiano della squadra a testa di toro, armato di coltello, a protezione del lato ovest.

Ognuna di queste forme rappresenta una compagnia di 14 soldati comandati da un ufficiale. Quindi in totale sono 60 dei-guardiani che difendono le mura del tempio nei 4 punti cardinali: la squadra falco controlla il sud, la squadra leone protegge il nord, la squadra serpente è rivolta a est e la squadra toro controlla l’ovest. Ogni squadra ha un testo-programma che indica la sua funzione. Riportiamo qui come esempio il testo-programma della squadra che deve difendere il lato sud: Sono gli dei di protezione che proteggono il loro Signore contro gli assalti, formando l’armata divina del Signore dell’Arpione, la prima compagnia di guardia che protegge il Dio del Piumaggio Screziato, il grande baluardo d’Horus che assicura la guardia a sud.2.
È lo stesso dio Horus a fissare l’organizzazione e la composizione delle squadre, i membri che le compongono e i loro nomi. Tutti i 60 dei-guardiani sono rappresentati armati di grandi coltelli sulle pareti esterne del grande pilone di Edfu.

Fig. 16 – Alcuni dei-guardiani a testa di toro pronti a intervenire in volo nel caso di tentativi di intrusione di entità malefiche dall’alto – Foto dell’autore

Gli dei-guardiani difendono il tempio dalle intrusioni del Male, dagli agenti del Caos, e quindi sono fondamentali per difendere l’equilibrio cosmico e l’ordine universale stabilito dal Creatore.

LA COMMEMORAZIONE DELLA FONDAZIONE DI UN TEMPIO3

Nel corridoio esterno del tempio di Edfu sono riportati atti essenziali per la storia del tempio e testi liturgici con i loro rituali. Tra questi testi va notata una festa che commemora la fondazione del tempio di Edfu.
Questa celebrazione rievocava i tempi mitici in cui era sorto il tempio e nel suo svolgimento la celebrazione prendeva la forma di un dramma liturgico teatrale che ha al suo centro l’abbattimento del malefico serpente.
Ecco le fasi in cui si svolgeva la commemorazione della fondazione del tempio di Horus:

– lettura del testo della creazione
– processione all’interno della cinta sacra
– si riproduceva l’installazione delle divinità delle origini sul terreno e si leggevano i testi corrispondenti
– preti figuranti agivano secondo il ruolo dei 60 dei-guardiani intonando un coro contro il rettile nefasto, la sua sconfitta e l’invito al dio a prendere possesso in tutta sicurezza della sua dimora
– in sintonia con il coro si mimava l’esecuzione, probabilmente solo simbolica, del serpente
– la solenne denominazione del tempio e il rito dell’apertura della bocca chiudevano la sacra rappresentazione.

Fig. 17 – La commemorazione della fondazione del tempio di Edfu prevede l’abbattimento del tradizionale nemico della Creazione, il serpente. Figura tratta dal citato II vol. di Goyon sugli dei-guardiani, pl. XXXII.

DIGRESSIONE

Questa nota non si riferisce in modo diretto alla fondazione dei templi ma ci documenta sulla gestazione dei mammisi. Anche i templi avevano una gestazione e nascevano con tutte le caratteristiche degli esseri viventi. Ma questa nota sui mammisi ci fornisce elementi più precisi anche sui tempi della gestazione.
Riassumo qui un brano del volume di Dimitri Meeks con la traduzione del testo del Papiro Brooklyn 47.218.844

Nel mammisi di Edfu il lasso di tempo che separa la festa nella Nascita di Ra – nel novilunio di Mesore – dal 28 Pharmuti, quando si tende la corda per la fondazione dell’edificio, è di 9 mesi. La gestazione del tempio della nascita divina, il mammisi, non soltanto rispetta la durata richiesta, ma si svolge nella stessa data richiesta per la nascita dell’infante divino. Il concepimento della costruzione inizia con la festa della Nascita di Ra, mentre il gesto rituale di tendere la corda marca la sua nascita reale. Dal punto di vista strettamente tecnico ciò significherebbe che dovevano durare 9 mesi i preparativi prima dell’inizio del cantiere, e che il tempio era ritualmente pronto a funzionare dal momento in cui la corda era tesa, vale a dire prima che qualunque elevazione fosse costruita sopra il livello del suolo. La data del 28 Pharmuti è in tutti i casi quella in cui compariva
l’infante divino nel mammisi. Pertanto, la nascita di Hormutes ha lo stesso ritmo della nascita divina del mammisi.

Fig. 18 – Il mammisi del tempio di Edfu – Foto dell’autore

Gilberto Modonesi

1) J-Cl. Goyon, Les dieux-gardiens et la genèse des temples. Les soixante d’Edfu et les soixante-dix-sept dieux de Pharbaithos, IFAO, Le Caire 1985
2) J-Cl- Goyon, 1985, op. cit. pag. 48
3) J-Cl. Goyon. 1985, op. cit, pagg.142-145
4) D. Meeks, Mythes et légendes du Delta d’apres le papyrus Brooklyn 47.218.84, IFAO, Le cCre 2006, pag. 252.

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Gilberto Modonesi

Ho iniziato a interessarmi dell’Egitto antico nel 1960. Nel 1964 mi sono sposato e il viaggio di nozze è stato il mio primo viaggio in Egitto. A metà ottobre il primo cortile del tempio di Luxor era allagato dall’acqua dell’inondazione del Nilo e anche le basi dei colossi di Memnon erano in acqua. Ad  Aswan i russi stavano costruendo la Grande Diga.

Nel 1980, dopo la nascita di due figli, ho effettuato la navigazione sul Nilo con tutta la famiglia. Nel 1985 ho partecipato con mia moglie a un viaggio organizzato dal Dr. Mario Tosi. Da allora e fino al dicembre del 2010 sono stato in Egitto almeno 35 volte. Agli inizi ho visitato i vari siti archeologici in taxi solo con mia moglie.. Quando sono iniziati gli attentati contro i turisti ho organizzato viaggi turistici in modo da avere una scorta militare. In questi viaggi io avevo il ruolo di “responsabile culturale”. Grazie a tutti questi viaggi ho potuto visitare i siti archeologici dal nord al sud dell’Egitto, quelli di tutte le oasi e i monumenti del Lago Nasser. Ho fatto un viaggio anche nel Sinai per visitare il tempio di Serabit el-Khedim.

Il viaggio del dicembre 2010 è stato il mio ultimo viaggio a causa della rivoluzione egiziana, poi per miei problemi di salute e successivamente anche di mia moglie.

Per arricchire la mia conoscenza dell’antico Egitto e per seguire gli sviluppi delle ricerche mi sono iscritto a varie associazioni internazionali e nazionali:

  • International Association of Egyptologists
  • Amici del Museo Egizio di Torino
  • American Research Center in Egypt
  • Fondation Egyptologique Réine Elisabeth
  • Egypt Exploration Society
  • Associazione Culturale Harwa 2001
  • Centro Egittologico Comasco F. Ballerini

Dal 2020 non ho più rinnovato la mia iscrizione a queste associazioni a causa della mia situazione personale e famigliare.

Il mio antico interesse per l’Egitto si è alimentato anche partecipando come uditore a diversi incontri internazionali:

  • Convegno sulla Magia Egizia – Milano 29-31 ottobre 1985
  • Convegno sulla Valle dei Re – Tucson (Arizona) 26-27 ottobre 1994
  • International Congress of Egyptologists : Torino 1991 – Cambridge 1995 – Cairo 2000 – Grenoble 2004 – Rodi 2012 –  Firenze 2016

Grazie alla mia esperienza di visite in Egitto e alla documentazione raccolta in migliia di diapositive ho per anni diffuso la conoscenza dell’antico Egitto presso varie “Università della Terza Età”. Poi, nel 2006, il Centro Studi Archeologia Africana, che ha sede nel Civico Museo di Storia Naturale di Milano, mi ha offerto la possibilità di organizzare e tenere conferenze sull’antico Egitto presso l’aula magna dello stesso Museo. Ho svolto questa attività dal 2007 fino al gennaio del 2020, con conferenze mensili sull’Egitto antico. Il 2020 è un anno fatidico a causa del Covid e dei miei problemi personali e di mia moglie.

Ho scritto alcuni articoli e due libri :

  • All’ombra del divino – Il significato dei ventagli nelle rappresentazioni dell’antico Egitto (2016)
  • La longeva vitalità di fiabe e racconti mitici egizi – Alla ricerca di tracce di racconti mitici e fiabe egizi in fiabe moderne europee (2018)

Nel tempo ho raccolto centinaia di articoli e acquistato tanti (troppi) libri di egittologia di varii formati e dimensioni: mignon-normali-grandi-enormi (il formato imperiale).

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