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La missione archeologica egiziano-canadese impegnata nello scavo della tomba Kampp 23 nella necropoli di el-Assasif, sulla riva occidentale di Luxor, ha scoperto l’identità del proprietario della sepoltura rimasta per lungo tempo sconosciuta. Si tratta di una scoperta che riporta alla luce una figura dimenticata dell’antica Tebe: uno dei sindaci della capitale amministrativa delle Due Terre durante il periodo ramesside.
La tomba era già stata fotografata e documentata per la prima volta negli anni ’70, ma non era mai stata completamente scavata. Ora, grazie a nuove indagini, sono tornati alla luce importanti testimonianze che hanno rilasciato nome e titolatura del suo enigmatico proprietario.
L’alto funzionario di chiamava Amon-mes e, oltre a detenere il prestigioso titolo di sindaco di Tebe (un ruolo dall’immenso potere locale), sappiamo che ricopriva anche altre cariche. Tra le iscrizioni documentate figurano titoli che collocano Amon-mes al centro del sistema amministrativo e religioso egiziano.
Grazie a dei reperti trovati in precedenza che riportano lo stesso nome, l’uomo potrebbe essere associato anche ad altri titoli di alto rango, tra i quali Consigliere Reale, Padre divino di Amon, Capo Esattore delle Tasse e Sovrintendente delle Cave per le spedizioni di Ramesse IV alle miniere dello Wadi Hammamat avvenute intorno al 1950 a.C. Tuttavia sono necessari ulteriori studi per confermare se questi titoli si riferiscono allo stesso individuo sepolto nella Kampp 23 o a un altro funzionario con lo stesso nome attivo in un periodo più tardo.
Kampp 23, El-Asasif (ph. MoTA)
Di certo il potere di Amon-mes era davvero rilevante, come attestato dalla particolare struttura della sua tomba rupestre che presenta elementi architettonici e decorativi unici per questo genere di sepolture. Un insolito pilone sul lato orientale apre su un ampio cortile aperto su tre lati incorniciato da muri di mattoni crudi. Due nicchie scavate sulla parete montuosa fiancheggiano l’ingresso e, all’interno, la tomba segue la tradizionale pianta a T dell’élite ramesside. Nella camera e nella cappella di culto gli scavi hanno portato alla luce statue rupestri con le immagini del defunto in compagnia della sua sposa e una figura della vacca hathorica: dettagli raramente conservati in tombe simili.
Scultura rupestre della Vacca Hathor nella Kampp 23, El-Asasif (ph. MoTA)Il defunto Amon-mes e sua moglie. Kampp 23, El-Asasif (ph. MoTA)
L’annuncio è stato diffuso dopo mesi di scavi approfonditi condotti dalla missione congiunta tra il Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto e la University of Western Ontario, guidata dalla dott.ssa Casey L. Kirkpatrick per la parte canadese e dal dott. Abdel-Ghaffar Wagdy per il team egiziano.
Come già accennato, la Kampp 23 era già stata scoperta in passato e circa un ventennio dopo era stata catalogata dall’egittologa tedesca Friederike Kampp, a cui si deve il nome dell’ipogeo. Il suo interno, però, non era mai stato indagato approfonditamente, fino ad ora. I recenti studi hanno rivelato una ricchezza di testimonianze architettoniche, artistiche e testuali che non solo hanno permesso agli studiosi di identificare il proprietario, ma offrono anche nuovi suggerimenti sulla vita degli alti funzionari che governarono Tebe durante una delle dinastie più leggendarie dell’Egitto antico.
La Kampp 23 presenta chiari indizi di riutizzo successivo; al suo interno sono state documentate diverse prove a sostegno di questa teoria come tracce di intonaco dipinto che ricoprivano le prime iscrizioni sulle pareti in pietra calcarea, alterazioni alle strutture d’ingresso che gettando luce sulla continua evoluzione della tomba e frammenti di corredi funerari.
Ushabti trovati nella Kampp 23, El-Asasif (ph. MoTA)
L’identificazione di Amon-mes come proprietario della Kampp 23 e come sindaco di Tebe segna “un passo significativo nella ricostruzione delle biografie di funzionari tebani i cui nomi erano da tempo scomparsi dai documenti”, ricorda il dott. Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità.
Questa è stata la prima missione archeologica a intervenire all’interno della tomba dopo la sua scoperta e non sarà certamente l’ultima. Il suo lavoro ha sollevato nuovi interrogativi circa l’identità dei possibili successivi proprietari e lo studio della sepoltura “promette di fornire ulteriori informazioni su questo florido periodo storico, un’epoca le cui voci, sebbene sepolte, parlano ancora dalla pietra”.