Questa volta le sabbie d’Egitto non hanno svelato antiche vestigia afferenti l’affascinate civiltà faraonica, ma resti di un monastero copto risalente al VI-VII secolo.
Siamo nel sito di Manqabad, presso l’Ispettorato delle Antichità di Assiut, capoluogo dell’omonimo governatorato del Medio Egitto.
La struttura copta indagata era già stata identificata nel 1965, ma è in questa campagna di scavo che sono arrivati i primi risultati grazie all’opera della missione archeologica egiziana che lavora sul campo dal 2024.
La costruzione in mattoni crudi rivestiti da uno strato di intonaco bianco si sviluppa in due livelli architettonici. All’interno il team ha scoperto una serie di pitture murali copte di particolare rilievo. Una di queste presenta una composizione particolarmente simbolica: sono raffigurati occhi dipinti ripetutamente intorno a un volto centrale: un’immagine la cui interpretazione è emblema della visione spirituale interiore. Si tratta di un’iconografia che mette in contrapposizione la concezione divina di introspezione spirituale alla percezione terrena.
Un altro frammento murale di particolare interesse raffigura il volto di un uomo che porta in braccio un bambino, interpretato come San Giuseppe Falegname che tiene in braccio Gesù Bambino. Ai lati della scena centrale si trovano rappresentazioni degli Apostoli accompagnate da iscrizioni copte. Purtroppo non sono ancora state diffuse le immagini della struttura e di queste particolari rappresentazioni.

Lo scavo ha restituito una collezione di reperti archeologici, tra cui ceramiche e manufatti in pietra. Tra le scoperte più significative è da menzionare una lapide con iscrizione copta recante il nome e la data di morte di un santo ivi venerato, un’iscrizione parietale sempre in copto, una serie di anfore di varie dimensioni con iscrizioni in caratteri copti, un fregio in pietra finemente scolpito con motivi zoomorfi, nonché frammenti raffiguranti una gazzella e un leone. Inoltre, il team ha rinvenuto diversi vasi ceramici multiuso che contribuiscono a comprendere la funzione e la cronologia del sito.
Anche se la missione sta documentando e analizzando i dipinti murali, i lavori di scavo sono ancora in corso. Ora le energie sono principalmente concentrate nel comprendere il contesto storico e religioso dell’edificio, nonché il suo significato architettonico e artistico all’interno delle tradizioni monastiche copte, proprio attraverso lo studio delle immagini e delle iscrizioni.

“Questa scoperta non solo getta luce sull’eredità architettonica e artistica dell’Egitto copto, ma contribuisce anche a una più ampia comprensione della vita monastica nella regione durante i primi secoli cristiani. Il sito continua a promettere ulteriori rivelazioni con il progredire delle ricerche sul campo e delle analisi interdisciplinari”.



Source: MoTA