I vasi raccontano. Storie di uomini al Museo Paolo Orsi di Siracusa

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Storie di uomini, donne, eroi e dei, miti e sentimenti contrastanti raccontati attraverso la ceramica. Un oggetto che si svincola dall’uso quotidiano e che da muto diventa messaggero di valori e temi del mondo antico. È questo il tema cardine della mostra inaugurata al Museo Paolo Orsi di Siracusa, “I vasi raccontano”,  che vede esposte, per la prima volta, ceramiche provenienti dai depositi, scelte per illustrare le fasi salienti dei complessi rapporti tra valori eroici e quotidiano.

I vasi raccontano e lo fanno attraverso immagini immortali che, seppur lontani nel tempo, rievocano sentimenti assolutamente attuali. I temi dell’odio e dell’amore, del valore, della violenza, della guerra e della pace, temi che a ben pensare, seppur cari ai Greci, proiettano immagini vivide di quotidiano, nel presente che ci circonda. Omero canta la guerra tra Greci e Troiani, durata ben dieci anni, mettendo due culture a confronto che, seppur distanti per valori, convergono nei sentimenti di dolore e lutto che la guerra ha provocato. I sentimenti non coinvolgono sono gli uomini e le loro passioni ma anche le donne, spesso dipinte come oggetto di contese e violente passioni, rapite e inseguite. Donne forti che amano, ma anche donne custodi del focolare domestico e della famiglia, ritratte come madri e come mogli fedeli e devote. Ma il vaso è anche passaggio: da una età all’altra e dalla vita mortale all’aldilà. E lo è sia nelle forme che nei temi pittorici.

L’uomo è l’assoluto protagonista di ogni raffigurazione vascolare, sia esso un eroe o un comune mortale ignoto. Così lo troviamo rappresentato nelle scene di trionfo, nelle gare o nelle battaglie,  nelle scene di addio ai cari in partenza per la guerra o per l’ultimo viaggio verso l’Ade. Alla fine del V secolo a.C. i vasi sono messaggeri di equilibri sociali e di scambi tra culture, distinguono società e viaggiano per terre. Sono raffigurate genti dell’Italia meridionale, riconoscibili dal vestiario e dalle caratteristiche armature, guerrieri mercenari al servizio di Dionisio di Siracusa che rappresentano la nuova realtà sociale, nella quale le genti meridionali parlano per immagini proprie. I vasi non vengono più importati dall’Attica ma prodotti in proprio, con un proprio stile, una propria iconografia e un proprio mondo di valori. Essi, nonostante i secoli, sono ancora capaci di parlare e di raccontarci una storia attraverso le raffinate immagini e i vivaci colori, testimoni di eterni valori umani e sociali sempre vivi nel tempo.

Museo Paolo Orsi, Siracusa

fino al 4 giugno 2017

 

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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