Presso il sito archeologico di Taposiris Magna, situato lungo la costa occidentale di Alessandria d’Egitto, la missione guidata dalla dottoressa Kathleen Martinez ha portato alla luce una scoperta di grande rilievo: i resti sommersi di un antico porto, collegato direttamente al tempio e al Mar Mediterraneo. Questo porto, risalente al periodo tolemaico, era protetto da barriere coralline naturali che ne garantivano la sicurezza e sul fondale marino sono state rinvenute ancore in pietra e metallo di diverse dimensioni, oltre a numerose anfore che testimoniano un’intensa attività commerciale. Uno degli aspetti più sorprendenti della scoperta è che nessuna fonte antica menziona l’esistenza di un porto in questa zona, rendendo il ritrovamento ancora più significativo dal punto di vista storico.

Le ricerche hanno anche dimostrato che, nell’antichità, la linea costiera si trovava circa quattro chilometri più a nord rispetto a quella attuale, il che spiega come il porto, oggi, sia completamente sommerso. Questo dato evidenzia importanti cambiamenti geologici avvenuti nel corso dei secoli e offre nuove prospettive per lo studio dell’evoluzione costiera della regione.

A rendere il sito ancora più affascinante è la presenza di un lungo tunnel sotterraneo che si estende dal tempio fino al mare, terminando nell’area conosciuta come “Salam 5”. In questo punto i subacquei hanno individuato ulteriori materiali archeologici che suggeriscono una relazione tra il tunnel e le attività portuali. Il collegamento diretto tra il tempio e il mare potrebbe avere avuto funzioni rituali o logistiche e indica l’esistenza di un sistema integrato tra spazio sacro e infrastrutture marittime.


Questa scoperta si aggiunge a una serie di ritrovamenti precedenti effettuati dalla stessa missione. Durante la campagna archeologica dello scorso anno erano emersi sotto il muro sud del tempio i resti di un deposito votivo con ben 337 monete, molte delle quali con l’effigie di Cleopatra VII. Insieme alle monete sono stati recuperati numerosi oggetti rituali: vasi cerimoniali in ceramica, lucerne, contenitori in alabastro per alimenti, vasetti per cosmetici, statuette in bronzo, un amuleto a forma di scarabeo con la scritta “La giustizia di Ra ha brillato” e un anello in bronzo dedicato alla dea Hathor (leggi qui per i vari ritrovamenti effettuati dalla missione in questo ultimo periodo e qui ). Questi oggetti offrono uno spaccato vivido della vita religiosa e culturale del sito, rafforzando l’idea che Taposiris Magna fosse un centro importante non solo per il culto ma anche per la vita politica ed economica dell’epoca.
Nel loro insieme, i ritrovamenti rafforzano l’ipotesi che Taposiris Magna fosse un nodo centrale nel mondo tolemaico, un luogo in cui si intrecciavano religione, commercio e potere dinastico, connesso a figure storiche di primo piano come Cleopatra VII. Le sue antiche coste non erano solo centri culturali, ma anche punti strategici per gli scambi sia economici che culturali con il più ampio mondo mediterraneo, grazie a una complessa rete di relazioni che legava l’Egitto al resto del Grande Verde (così gli Egizi chiamavano il Mediterraneo); realtà che potenziavano il ruolo storico del Paese come centro mondiale per le attività marittime.
Source: Luxor Times