Era giugno quando il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini dava ufficialmente l’annuncio del rientro in Italia della Statua di Zeus in trono dal Getty Museum di Los Angeles. Ora finalmente, Zeus si mostra al pubblico e alle autorità nel luogo deputato alla sua custodia ed esposizione, la sala 90 del Museo archeologico di Napoli in una grande cerimonia organizzata per l’occasione. La statua è alta circa 75 cm e venne acquistata dal Getty nel lontano 1992, dopo una serie di scambi illeciti e di traffici che dall’Italia arrivarono negli USA.
Per le piccole dimensioni, probabilmente, lo Zeus in trono doveva essere oggetto di culto domestico appartenuto a qualche ricca famiglia greca o romana, molto somigliante nella posa e nelle forme al più famoso Zeus di Olimpia, celebre statua di culto del santuario panellenico opera di Fidia. Dalle condizioni si può ipotizzare che, nel corso della sua storia millenaria, la statua trascorse gran parte del suo tempo sott’acqua, capovolta su un lato, sommersa nelle acque flegree di Bacoli e recante ancora delle incrostazioni sulla superficie.
“Il ritorno dello Zeus in trono – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, presente alla cerimonia napoletana, – restituisce all’Italia un reperto che è parte integrante del patrimonio culturale nazionale. La statua verrà esposta in un primo momento al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per poi venir destinata, una volta determinatane l’esatta provenienza, alla comunità alla quale è stata illecitamente sottratta”.
“Siamo felici di riportare lo Zeus in trono a casa – dichiara il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nunzio Fragliasso – e di poterlo condividere con i cittadini italiani e i visitatori che giungono da tutto il mondo per apprendere la storia e la cultura del nostro Paese”.
“Il Getty da’ un grande valore alle sue relazioni con i colleghi italiani nei musei e in altri settori culturali” – ha dichiarato il direttore del J. Paul Getty Museum, Timothy Potts – “La decisione di restituire questo reperto da un lato prosegue la nostra pratica di collaborazione con il Ministero per risolvere questioni riguardanti la provenienza e la proprietà di opere della nostra collezione in maniera tale da rispondere a ogni nuova informazione disponibile e dall’altro lato rispetta la buona fede e la missione culturale di entrambe le parti”.
Sono state le informazioni raccolte con le indagini, fornite al Getty Museum dalle autorità italiane e corroborate dalla recente scoperta di un frammento della statua, a motivare la decisione di restituzione da parte del museo americano che, da tempo, sta sensibilmente collaborando con l’Italia per far chiarezza sulla provenienza di molte opere entrate illecitamente nella sua collezione. Il Getty Museum rafforza così con il MANN un’altra preziosa collaborazione siglata già in precedenza per l’esposizione temporanea di opere del museo napoletano presso l’importante istituzione museale californiana connessa al restauro delle opere prestate. Recente è infatti il lavoro di restauro del Cratere di Altamura o dell’Inferno che a breve verrà esposto presso la Getty Villa di Malibù.
Anche il direttore Paolo Giulierini commenta la presenza del ministro Franceschini al Museo di Napoli come una conferma del successo dell’azione dell’Italia che da anni è fortemente impegnata con tutte le sue Istituzioni nel recupero e nella conservazione del patrimonio archeologico.