Gli archeologi del Vindolanda Trust continuano a regalarci sorprese: questa volta dal sito romano di Magna, una delle roccaforti lungo il celebre Vallo di Adriano. È qui che è emersa una scoperta inaspettata… scarpe romane taglia gigante!
Durante l’attuale campagna di scavo a Magna (oggi nota come Carvoran), gli studiosi del Magna Project (un progetto di ricerca quinquennale iniziato nel 2023 sotto la direzione del Vindolanda Trust) hanno riportato alla luce diversi reperti, ma la scoperta che ha suscitato maggiore eccitazione è stato il ritrovamento di 34 calzature in pelle, alcune delle quali in uno stato di conservazione sorprendentemente buono. La più curiosa? Una scarpa di dimensioni insolitamente grandi, 32,6 cm, che ha suscitato grande emozione e sollevato nuove domande: chi poteva avere piedi così grandi nell’antichità romana?

Un forte tra le rocce
Magna, nome romano che si può tradurre approssimativamente come “il forte sulla roccia”, sorge all’estremità della cresta rocciosa del Whin Sill. Anche se non menzionata nelle famose tavolette di Vindolanda, l’identità e l’importanza del sito emergono chiaramente dagli scavi. Il nome moderno, Carvoran, potrebbe significare “il forte alla fine della Via della Vergine”, come suggerito dal reverendo e antiquario Anthony Hedley che iniziò gli scavi nel sito nel 1830 e costruì il cottage di Chesterholm, struttura che oggi ospita l’edificio del museo.
Gli archeologi erano impegnati nel documentare un fossato a gradoni, largo oltre sei metri, con base a frantumazione e un rivestimento in pietra lungo il bordo meridionale: un perfetto esempio delle sofisticate tecniche difensive romane. È proprio da questo fossato che provengono le scarpe, tra cui quella che si è guadagnata l’epiteto di “scarpa gigante di Magna”.

Conservazione e cambiamento climatico

“Della maggior parte delle nostre scarpe sopravvivono solo le suole, più robuste delle tomaie. In alcuni casi, restano solo tracce, come macchie nere fibrose nel terreno” – spiega Rachel, Senior Archaeologist del Magna Project.
Le condizioni del sito hanno permesso la conservazione di dettagli notevoli: tomaie ancora attaccate, decorazioni impresse nella pelle e cuciture visibili. Tuttavia, non tutti i reperti hanno resistito allo stesso modo. Il degrado, in alcuni casi estremo, è al centro dell’attenzione degli scienziati.
Il Magna Project, infatti, non si occupa solo di archeologia classica, ma è parte di una più ampia ricerca sull’impatto del cambiamento climatico sull’archeologia sepolta. Le calzature ritrovate forniscono preziose prove materiali che aiutano a monitorare il deterioramento del sottosuolo e a proteggere i reperti organici.
Chi calzava la scarpa gigante?

Mentre gli archeologi si preparano a proseguire gli scavi all’interno del forte – nella speranza di scoprire di più sulla vita degli antichi abitanti – resta la domanda che affascina tutti: chi indossava quelle scarpe così grandi? Un legionario dal piede fuori misura? Un viaggiatore straniero? O forse un comandante con esigenze personalizzate? O forse erano delle soprascarpe?
Le ricerche sono ancora in corso con il supporto di esperti come la Dott.ssa Elizabeth Greene, professoressa associata presso la Western University in Ontario e specialista nelle calzature di Vindolanda.
Quel che è certo è che Magna non ha ancora finito di stupirci. E che, nella Britannia romana, la moda poteva anche essere in formato XXL.
Source: The Vindolanda Trust