All’Antiquarium di Pompei in mostra il “Corpo del reato”

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Pompei si arricchisce fino al 27 agosto 2017 di un ulteriore evento, la mostra: “Il Corpo del Reato”, in cui sono messi in esposizione reperti provenienti dall’Italia meridionale e dalla stessa città vesuviana, sequestrati a partire dagli anni ’60 a seguito di furti o appropriazioni illecite e ora finalmente svincolati e visibili al pubblico.

Ermafrodito ph/Soprintendenza Pompei

I reperti in mostra sono circa 170 e comprendono ceramiche di varia tipologia e forma, statue, depositi votivi e falsi archeologici che coprono un arco cronologico che va dal IV secolo a.C. fino all’età romana, finora conservati nei depositi della Soprintendenza di Pompei e vincolati da ordinanza dal Tribunale di Napoli. Il lavoro delle Forze dell’Ordine è serrato. In campo nazionale e non scendono i migliori nuclei di tutela dei beni culturali e archeologici della Guardia di Finanza e dei Carabinieri per fermare quello che sembra essere una delle attività lucrative più redditizie al mondo, togliendo dal mercato nero a partire dagli anni ’60 ad oggi oltre 800mila reperti, che sembra una cifra impressionante, ma è ancora inferiore alle stime di furti che si registrano nei siti di maggior rilievo archeologico in Italia.  Fa ancora più clamore sapere che tra gli anni ’70 e ’90 molti saccheggi arrivarono ad incrementare le collezioni di alcuni tra i più famosi musei al mondo come il Getty di Los Angeles e il Metropolitan di New York.

Ceramica a figure rosse ph/Soprintendenza Pompei

Ma si deve proprio all’infaticabile lavoro dei Carabinieri del Nucleo TPC , della Guardia di Finanza e della Magistratura il recupero dei reperti esposti  che sarà possibile ammirare nell’Antiquarium, selezionati da 45 lotti sequestrati e svincolati di recente dal Tribunale di Napoli  e provenienti, secondo indagini, dalla stessa Pompei, da Boscotrecase, da Gragnano e da Sant’Antonio Abate. La refurtiva non doveva essere destinata ai grandi collezionisti internazionali ma piuttosto ad un mercato più basso locale formato da antiquari e da privati. Oggetti trafugati e destinati ad essere ammirati nel privato di qualche ricco salotto ma condannati al silenzio una volta sottratti al proprio contesto di appartenenza, ormai perso per sempre.

Antiquarium degli scavi di Pompei

Dal 16 dicembre 2016 al 27 agosto 2017

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Alessandra Randazzo

Studia Lettere Classiche presso il DICAM dell’Università di Messina. Ha ricoperto il ruolo di redattrice e social media manager per www.mediterraneoantico.it e attualmente per la testata Made in Pompei, inoltre è Ufficio Stampa per la società di videogames storici Entertainment Game Apps, Ltd.
Durante la carriera universitaria ha partecipato a numerose campagne di scavo e ricognizione presso siti siciliani e calabresi.
Per la cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana presso il sito dell’antica Finziade, Licata (AG) sotto la direzione del Prof. G.F. La Torre, febbraio-maggio 2012; per la cattedra di Topografia Antica presso Cetraro (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, luglio 2013; per la cattedra di Topografia Antica e Archeologia delle province romane presso il sito di Blanda Julia, scavi nel Foro, Tortora (Cs) sotto la direzione del Prof. F. Mollo, giugno 2016.
Ha inoltre partecipato ai corsi di:
“Tecnica Laser scanning applicata all’archeologia” in collaborazione con il CNR-IPCF di Messina, gennaio 2012;
Rilievo Archeologico manuale e strumentale presso l’area archeologica delle Mura di Rheghion – tratto Via Marina, aprile-maggio 2013;
Analisi e studio dei reperti archeologici “Dallo spot dating all’edizione”, maggio 2014; Geotecnologie applicate ai beni culturali, marzo-aprile 2016.
Collabora occasionalmente con l’ARCHEOPROS snc con cui ha partecipato alle campagne di scavo:
“La struttura fortificata di Serro di Tavola – Sant’Eufemia D’Aspromonte” sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e della Dott.ssa M.M. Sica, 1-19 ottobre 2012;
Locri – Località Mannella, Tempio di Persefone sotto la direzione della Dott.ssa R. Agostino (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria), ottobre 2014;
Nel marzo 2014 ha preso infine parte al Progetto “Lavaggio materiali locresi” presso il cantiere Astaldi – loc. Moschetta, Locri (Rc) sotto la direzione della Dott.ssa M.M. Sica.

Collabora attualmente con la redazione di: www.osservarcheologia.eu

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