La prima giornata della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico 2025 si è conclusa con la Conferenza “Cucina e Archeologia nell’identità culturale italiana”, organizzata a sostegno della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.
Tra i momenti più significativi, l’intervento in collegamento del professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier di candidatura, che ha sottolineato come, qualora la cucina italiana ottenesse il riconoscimento, sarebbe la prima cucina al mondo tout court ad essere inserita nella lista del Patrimonio Immateriale dell’umanità.
Petrillo ha evidenziato come la cucina italiana rappresenti un mosaico di diversità locali, frutto di una lunga evoluzione influenzata da molteplici culture: “Nel dossier di candidatura – ha spiegato – raccontiamo che la cucina italiana è come una spugna che, nei secoli, ha assorbito tanti liquidi diversi per mescolarli, farli propri e restituire qualcosa di originale e identitario”.
Il professore ha poi ricordato uno degli allegati più simbolici del dossier: un breve video in cui un bambino di otto anni chiede alla nonna perché la prima domanda che gli rivolge al mattino sia sempre “Cosa vuoi mangiare per pranzo?”.
Quel video – ha concluso Petrillo – mostra come la cucina, per gli italiani, sia un gesto d’amore, un modo autentico di prendersi cura di sé e degli altri”.
Per scoprire se questa candidatura verrà approvata dovremo aspettare ancora un mesetto: il verdetto verrà emesso il 10 dicembre a Nuova Delhi (India).
Dobbiamo dire che sin dalle sue prime edizioni, la BMTA si è distinta come luogo di elaborazione culturale e di confronto internazionale sui temi del patrimonio materiale e immateriale. Già durante la quinta edizione, quella del 2002, a Paestum si riunì il gruppo di lavoro promosso da UNESCO, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, diverse Direzioni Generali del Patrimonio Culturale dei Paesi mediterranei (Algeria, Giordania, Libia, Marocco, Siria, Tunisia), insieme a Provincia di Salerno, Federculture e Assafrica & Mediterraneo di Confindustria, per la redazione della “Carta di Paestum per la gestione integrata del patrimonio tangibile e intangibile”, alla presenza del Vice Direttore Generale per la Cultura dell’UNESCO, Mounir Bouchenaki, oggi Presidente Onorario della BMTA.
Proprio Bouchenaki fu tra i promotori della Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, adottata nel 2003 e ratificata dall’Italia nel 2007, che ha definito le procedure per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali immateriali nel mondo.
Oggi più che mai, cibo e cultura camminano insieme, condividendo la medesima radice identitaria. Il dossier di candidatura della Cucina Italiana parte infatti dall’idea che il cibo rappresenti l’identità culturale di un popolo: un concetto che trova piena realizzazione proprio nel territorio salernitano, dove è nata la Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO nel 2010 come prima pratica alimentare al mondo a entrare nella lista del Patrimonio Immateriale per il suo valore di equilibrio, salute e sostenibilità, oltre che come vero e proprio stile di vita.
Come ricordato dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida nel suo intervento alla conferenza della BMTA, “la nostra tradizione culinaria non rappresenta solo un insieme di ricette, esperienze e contaminazioni, ma è il cuore della Dieta Mediterranea, caratterizzata da prodotti alimentari d’eccellenza, cibi sani, varietà e biodiversità.”
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e la Piana del Sele ne sono esempi concreti, custodi di una biodiversità straordinaria e di produzioni DOP e IGP (come mozzarella di bufala, carciofo, rucola, cavolfiore, olio e vino) che incarnano la sostenibilità e la qualità del territorio.
Il legame tra archeologia e gastronomia, tema portante della conferenza, è stato ulteriormente sottolineato dalla scelta del Ministro dell’Agricoltura e del Ministro della Cultura di presentare, il 4 agosto 2023, il logo ufficiale della candidatura della Cucina Italiana proprio nel Parco Archeologico di Pompei: luogo emblematico in cui mosaici e reperti raccontano la quotidianità del cibo nell’antichità. Dalle pietanze romane – come il garum, il farro, la porchetta, l’olio e il vino – si snoda un filo diretto con la moderna Cucina Italiana, simbolo di identità locale e tradizione condivisa.
Tra le iniziative nazionali a sostegno della candidatura si ricorda anche “Il Pranzo della Domenica – Italiani a tavola”, promossa il 21 settembre dai Ministeri dell’Agricoltura e della Cultura insieme all’ANCI.
Al termine della conferenza è stato siglato un protocollo d’intesa nell’ambito del programma “FSL – Formazione Scuola Lavoro” tra l’Istituto di Istruzione Superiore “Ipsar Piranesi” e alcune realtà della ristorazione esperienziale del territorio.
Protagoniste di questo accordo le massaie ambasciatrici della gastronomia cilentana – in rappresentanza di Tenuta Vannulo, La Dispensa dell’Azienda Agricola San Salvatore di Paestum e Genuini Cilento di San Mauro Cilento – che custodiscono e tramandano la narrazione popolare delle antiche ricette familiari, basate sul principio del saper cucinare con ciò che la terra è in grado di offrire.
Alla conferenza hanno preso parte:
Andrea Prete, Presidente Nazionale di Unioncamere, Giuseppe Roma, Vice Presidente del Touring Club Italiano, e il Generale Fabrizio Parrulli, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri.
I lavori sono stati conclusi dagli interventi dell’On. Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, e dell’On. Gian Marco Centinaio, Vice Presidente del Senato della Repubblica.
La moderazione è stata affidata a Maddalena Fossati, Direttore de La Cucina Italiana, la più antica rivista gastronomica al mondo, fondata nel 1929 e tuttora in edicola, che figura tra le tre comunità promotrici della candidatura UNESCO.
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